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Linkiesta: «Il videoclip nell'era di YouTube»
Sto leggendo il libro di Luca Pacilio Il videoclip nell'era di YouTube (Bietti Heterotopia, 2014), un testo davvero imperdibile. L'autore, per chi non lo sapesse, è vice-direttore dello storico sito di critica cinematografica Spietati.it e cura da tempo una rubrica dedicata ai video musicali sul settimanale «FilmTv» (oltre ad altre X cose che non sto qui ad elencare). Negli anni '90 il videoclip ha avuto un suo momento magico, con registi che hanno mosso lì i loro primi fondamentali passi prima di diventare (anche) celebrati autori da 'grande schermo' o che hanno confermato anche nei loro lavori applicati alla musica un talento [...]
XLrepubblica: Luca Pacilio parla di «Il videoclip nell'era di YouTube. 100 videomaker per il nuovo millennio»
Con un intreccio rivelatosi sempre più inestricabile e caratterizzante, nell’arco di due decenni il videoclip ha occupato uno spazio fondamentale nella fruizione della musica contemporanea. A una triste e inarrestabile perdita di valore dell’artwork del disco – riscontrabile in maniera chiara dall’apposizione di immagini random al fianco delle playlist su Spotify – si è contrapposta la creazione di un’iconografia ancor più articolata che gravita attorno al concetto di videoclip. Questa trama sempre più serrata fra immagine in movimento e produzione discografica coinvolge in maniera determinante le strategie di marketing dell’industria musicale, che non possono ormai prescindere dalle modalità di fruizione [...]
Statigenerali: intervista a Luca Pacilio su «Il videoclip nell'era di YouTube»
Luca Pacilio, vicedirettore della rivista di cinema online Gli Spietati e titolare della rubrica Videostar sul settimanale «Film Tv», è autore di Il videoclip nell’era di Youtube. 100 videomaker per il nuovo millennio (Bietti Heterotopia), volume che approfondisce lo stato di salute del videoclip contemporaneo e le sue evoluzioni nel corso degli ultimi decenni, che lo hanno portato ad essere sempre meno vincolato a logiche di pura e semplice promozione discografica. Un lavoro approfondito che individua gli autori più originali e le tendenze più significative e intende restituire dignità artistica a una forma espressiva considerata ancora troppo spesso minore, nonostante [...]
Béla Tarr secondo Jacques Rancière
Il tempo e la famiglia sono due elementi inseriti nella quotidianità del cinema del regista ungherese Béla Tarr. È in qualche modo il suo marchio di fabbrica. Il suo leitmotiv che si dipana dall’esordio di Nido familiare alla pellicola, per il momento – almeno si spera – d’addio, Il cavallo di Torino. La collettività operaia è invece un altro monito del suo cinema, che rappresenta in particolare la politica del suo Paese negli anni Settanta – i suoi anni di formazione.  Eppure l’elemento politico non sembra essere la prima preoccupazione dei protagonisti di Nido familiare, però possiamo osservare i loro [...]
Il mucchio selvaggio: «Béla Tarr. Il tempo del dopo»
Quando si vuol fare facile ironia sulla cinefilia, finisce per saltar fuori il nome di Béla Tarr. Del resto parlare di un regista ungherese che ha realizzato film di sette ore in bianco e nero non può che far venire in mente il famigerato “film cecoslovacco con sottotitoli in tedesco” di fantozziana memoria. Ma quanti tra coloro che scherzano sul cineasta magiaro hanno visto una delle sue pellicole? Suppongo non molti, giusto qualche spettatore casuale della programmazione di Fuori orario. Eppure Tarr è tra i pochi registi ad aver realmente innovato la forma cinematografica negli ultimi decenni. Il suo lavoro [...]
L'Occidentale: «La politica è in crisi anche perché non ha fatto (quasi) niente per la cultura»
La grave crisi elettorale, di consenso e d’identità che colpisce tutta la politica italiana ha una causa, fra le tante, che ci appare lampante: la scarsa attenzione alle risorse culturali, il risicato investimento economico nei laboratori di idee. Gli effetti sono ancora più evidenti nel campo del centro-destra, quello che, in teoria, per le sue stesse radici, dovrebbe equilibrare i danni del progressismo spinto. Ma il momento è ormai duro, i soldi non ci sono, o se ci sono vanno ad altri beni più o meno primari. Gli organi di informazione stanno chiudendo, talvolta con debiti, a sinistra e a destra; [...]
Il Giornale: «Su Antarès i giovani si scoprono antimoderni»
Quando sulla scena editoriale fa il suo ingresso una nuova iniziativa, viene aprioristicamente salutata con favore e investita di un senso per il solo fatto di essere in circolazione. Occorre però riconoscere che la pubblicazione della rivista Antarès. Prospettive antimoderne che fa, appunto, della critica alla modernità il proprio oggetto di studio, appare insolita e potrebbe sin da subito suscitare un più che naturale scetticismo. Eppure è una ventata di aria fresca e di anticonformismo laddove appare evidente la sua alterità rispetto al panorama generale. Innanzitutto perché i redattori non sono canuti reazionari o nostalgici depressi – come sarebbe logico aspettarsi [...]
Barbadillo: «La rivista Antarès come uno sguardo sull’(anti)modernità»
Al Salone del libro di Torino dello scorso maggio è stato presentato l’ultimo fascicolo della rivista «Antarès – prospettive antimoderne», giunta all’ottavo numero e al quarto anno di attività. L’attenzione, come sanno i lettori della rivista, è focalizzata su argomenti di largo interesse, i quali, però, nel panorama culturale italiano sono trattati solo parzialmente oppure da una cerchia ristretta di intellettuali, perché definiti “scomodi”. «Antarès», per superare quest’impasse – non si sa bene se teoretica o ideologica – si richiama alla storia delle idee, lasciando spazio a studiosi di vario genere, di diverso orientamento e spesso anche di generazioni molto [...]
Metapolitics: «La rivista della settimana: Antarès. Prospettive antimoderne»
Può esistere una modernità senza progresso? Non è facile rispondere perché è come indagare sul futuro di un’automobile priva di ruote… Che farsene di una Ferrari con le quattro gomme fuori uso? Che attendersi da una modernità incapace di progredire? Del resto, gli stessi apologeti della modernità, preoccupati quanto i denigratori, oggi preferiscono parlare di post-modernità, ossia di una realtà né moderna né antimoderna, assai simile a un inutile e malinconico deposito di vecchie automobili in attesa di demolizione. Il nostro giro di parole ha un senso preciso, e spieghiamo subito quale: “Antarès”, rivista diretta e pensata da Andrea Scarabelli e da un gruppo, altrettanto giovane, di [...]
Il Borghese: «Antarès – moderno e antimoderno»
È uscito il secondo fascicolo di Antarès-prospettive antimoderne, rivista di filosofia, letteratura, estetica ed esoterismo nata l’autunno scorso presso la facoltà di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano, per iniziativa di Andrea Scarabelli, Emanuele Guarnieri e Rita Catania Marrone, e ora distribuita dall’editore milanese Bietti, a scansione trimestrale e in forma interamente gratuita. Il progetto editoriale, che si avvale della collaborazione di Gianfranco de Turris in veste di direttore responsabile, ha come fulcro ideale il pensiero dei cosiddetti antimoderni – intellettuali del novero di Jünger, Evola, Spengler, Simmel, Pessoa, Lovecraft, Guénon, de Giorgio e Tolkien. Autori sottoposti a censure parziali o integrali [...]

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“CREDETEMI, LARS non è un uomo che si priva di solleticamenti o curiosità, intellettualmente, artisticamente o socialmente. A volte viene accusato di essere misogino – e il suo comportamento di allora non sarebbe stato del tutto in linea con l’atmosfera odierna del MeToo e della cancel culture –, ma posso dirvi che ai miei occhi è sempre stato protettivo e si è identificato più con i personaggi femminili che con quelli maschili, più con le attrici che con gli attori. Il fatto è che sfida le donne allo stesso modo con cui sfida sé stesso. E può essere dolce e generoso, [...]
Nel libro intenso e struggente di Stefano Loparco, introdotto con passione e competenza da Ilaria Floreano e accompagnato dalle parole commosse della figlia Giovanna, riviviamo la parabola umana e artistica di Gian Maria Volonté. Un viaggio poetico, profondo e dolorosamente autentico, tra cinema, impegno civile e l'inesauribile sete di verità di un attore irripetibile, scomparso improvvisamente mentre cercava un'ultima, impossibile autenticità. L’ordinario rimorchiatore di banalità non attraversa mai le pagine del libro L’ultimo sguardo - Vita e morte di Gian Maria Volonté. D’altronde, Stefano Loparco è da sempre un capitano coraggioso, un autore mai omologato e sempre sorprendente. Sicché il saggio, [...]
Non aprite quella porta, il libro di Corvino racconta Leatherface e l'America cannibale. Leatherface, la motosega e l'America cannibale: Non aprite quella porta diventa un saggio appassionante firmato da Niccolò Corvino e pubblicato da Bietti Edizioni. Un voliume che tra Freud, Jung, Bataille e le fiabe nere  racconta perché l'horror di Tobe Hooper non smette di parlarci. Un viaggio allucinato tra cinema, filosofia e il clangore delle porte che si chiudono. Parigi val bene una porta Il mio primo incontro con il cult horror griffato Tobe Hooper avvenne proprio sotto la Torre Eiffel, nei primi anni Ottanta. In gita con la mia famiglia [...]

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François Ozon

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Inland n. 2/2016
Il secondo numero di INLAND è il primo volume dedicato in Italia a François Ozon. Regista tra i generi, firma sfuggente all’etichetta d’autore, nei suoi film Ozon fa riverberare echi [...]
Fiume Diciannove - Il Fuoco sacro della Città di Vita
1919-2019. Un secolo fa Gabriele d’Annunzio entrava in Fiume d’Italia, dando vita a quella che sarebbe stata una rivoluzione durata cinquecento giorni. Un’atmosfera febbricitante e festosa, ma anzitutto sacra, qui [...]
Aldo Lado

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Inland n. 9/2019
Quello che stringete tra le mani è il numero più complesso, stratificato, polisemantico del nostro – vostro – INLAND. Quaderni di cinema. Lo è innanzitutto grazie al parco autori, mai [...]
Dylan Dog - Nostro orrore quotidiano
Detective dell’Occulto, Indagatore dell’Incubo, Esploratore di Pluriversi: come definire altrimenti Dylan Dog, dal 1986 residente al n. 7 della londinese Craven Road? Le sue avventure – che affrontano tutti gli [...]
Dino Buzzati - Nostro fantastico quotidiano
Vi sono autori, come disse una volta Conan Doyle, che «hanno varcato una porta magica». Tra questi spicca Dino Buzzati, che ha condotto il fantastico nel cuore pulsante della materia. [...]
William Lustig

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Inland n. 13/2020
Gennaio 2015, riunone di redazione: si discute a proposito della nascita di INLAND. Quaderni di cinema. A chi dedicare i primi tre numeri? Idee tante, unanimità poca. Restano quattro progetti, [...]
Jorge Luis Borges - Il Bibliotecario di Babele
Jorge Luis Borges è un autore oceanico, un crocevia di esperienze, storie, civiltà e piani dell’essere, un caleido­scopio nel quale il passato si fa futuro e il futuro si rispecchia [...]
Rote Armee Fraktion

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Inland n. 18/2024
GRATUITO PER I NOSTRI LETTORI UN ESTRATTO DELLA COPIA DIGITALE DI QUESTO NUOVO INLAND E ALCUNI TESTI DA LEGGERE ONLINE Due anni fa, nel concepire il nuovo corso di INLAND, con [...]
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Inland n. 11/2019
Girata la boa del decimo numero, INLAND. Quaderni di cinema compie altri due significativi passi in avanti. Innanzitutto ottiene il passaporto. A rilasciarlo è stato il Paradies Film Festival di Jena [...]
Carlo & Enrico Vanzina

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Inland n. 7/2018
INLAND. Quaderni di cinema numero #7 nasce nell’ormai lontano dicembre 2017, in un bar di Milano dove, di fronte al sottoscritto, siede Rocco Moccagatta, firma di punta di tutto quel [...]
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Inland n. 3/2017
È da tempo che noi di INLAND pensiamo a una monografia dedicata a Lav Diaz. Doveva essere il numero #1, l’avevamo poi annunciato come #2, l’abbiamo rimandato in entrambe le [...]
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Inland n. 16/2023
Lo specchio è un simbolo polisemantico. Investe la sfera delle apparenze, ma anche quella dei significa(n)ti. Chiama in causa l’estetica, la filosofia e, insieme, la psichiatria. È l’uno che contiene [...]
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Inland n. 14/2022
Febbraio 2020. Inland. Quaderni di cinema numero #13 va in stampa con una nuova veste. Brossura, dorso rigido, grammatura della copertina aumentata. Il numero è dedicato a William Lustig, alfiere [...]
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Considerata da un punto di vista non solo letterario, la fantascienza può assumere oggi la funzione un tempo ricoperta dai miti. I viaggi nello spazio profondo, le avventure in galassie [...]
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Inland n. 1/2015
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Inland n. 10/2019
Numero #10. Stiamo diventando grandi. Era da tempo che pensavamo a come festeggiare adeguatamente questa ricorrenza tonda, questo traguardo tagliato in un crescendo di sperimentazioni editoriali, collaborazioni, pubblicazioni sempre più [...]
Philip K. Dick - Lui è vivo, noi siamo morti
Celebrato in film, fumetti e serie tv, Philip K. Dick ha stregato gli ultimi decenni del XX secolo. Ma il suo immaginario era talmente prodigioso che, a furia di sondare [...]
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Inland n. 5/2017
Giunto al quinto numero, INLAND. Quaderni di cinema affronta uno snodo cruciale, fatto di significative ed emblematiche svolte che segnano uno scarto, un’apertura rispetto alla precedente linea editoriale. Innanzitutto la scelta del [...]
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Inland n. 8/2019
Giunto all’ottavo fascicolo, INLAND. Quaderni di cinema riavvolge per un attimo la pellicola della sua breve ma significativa storia, tornando a percorrere i passi compiuti nel 2015 quando aveva aperto [...]
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L’impero statunitense ha sempre generato nella cultura italiana reazioni contrastanti, che spaziano da un’esaltazione semi-isterica a una condanna a priori, altrettanto paranoica. Sembra sia pressoché impossibile, per chi si confronta [...]
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Inland n. 15/2022
Tutto è nato da Occhiali neri (2022). Dalla sua visione, certo, ma anche dal dibattito che il film ha riaperto a proposito di Dario Argento e di tutto ciò che [...]
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«Credo che dopo una tempesta venga l’arcobaleno: che la tempesta sia il prezzo dell’arcobaleno. La gente ha bisogno dell’arcobaleno e ne ho bisogno anch’io, e perciò glielo do». Solo un [...]
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Perché Nicolas Winding Refn? La risposta è semplice: perché, piaccia o no, è un autore che, più di altri, oggi ha qualcosa da dire. Sebbene sempre più distante dalle logiche [...]
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