La cura del cinema. MUBI e l'esperienza audiovisiva on demand

Matteo Berardini
2023-05-12 07:17:55
La cura del cinema. MUBI e l'esperienza audiovisiva on demand

Il mondo visibile non è una realtà, e il mondo invisibile non più un sogno. (William Butler Yeats)
Correva l’anno 1933. Jakob von Uexküll, biologo e fondatore dell’etologia contemporanea, rivoluzionava il concetto di “ambiente” con un breve saggio intitolato Ambienti animali e ambienti umani. Heidegger avrebbe scritto: «Il confronto con le ricerche di Uexküll è una delle cose più fruttuose che oggi la filosofia possa far propria dalla biologia»; Deleuze lo avrebbe studiato, annoverando il biologo estone fra gli spinozisti della contemporaneità, per il suo caratterizzante approccio allo studio della materia vivente – un florilegio di interrogativi, mai pensati per descrivere in maniera obiettiva il soggetto e l’oggetto, bensì per posizionarlo all’interno del suo ambiente di riferimento, e per individuarne le relazioni interne ed esterne.
La «struttura ontologica» di un essere vivente è definibile in relazione al suo «essere-nel-(rispettivo)-ambiente»: quindi, e qui ci prestiamo a qualche semplificazione, la “struttura ontologica” di una formica è definibile in relazione al suo essere formica all’interno di un formicaio. Alla base di questa lettura, è riscontrabile la nozione di un ambiente concepito come istanza “comunicativa”, come luogo di mediazione, e quindi come luogo di trasmissione di informazioni e di influenze che operano dall’esterno verso l’interno, e viceversa, in un dialogo con l’uomo/animale che diventa sinonimo di un processo identitario.
Ma se applicassimo lo stesso ragionamento alle piattaforme di streaming? In che modo un film caricato su una piattaforma OTT si relaziona con l’ambiente (a maggior ragione mediale, perché digitalizzato) in cui viene calato? E quindi, di conseguenza: in che modo le piattaforme streaming (i media) influenzano la percezione dei film presenti nei loro archivi online (l’informazione veicolata)?
In La cura del cinema. Mubi e l’esperienza audiovisiva on demand, uscito per i Fotogrammi di Bietti Editore nel gennaio 2023, Matteo Berardini ci porta a riflettere intorno a questi interrogativi e non solo, in un’analisi sui nuovi orizzonti epistemologici del cinema digitalizzato che si avvale di una commistione di cultura cinematografica, sociologia dei media e filosofia del postmoderno contemporaneo. Per farlo, sceglie come oggetto di indagine MUBI, quella che forse oggi è la più peculiare e su generis delle piattaforme.
A partire dal concetto di digitalizzazione dell’immagine, e quindi a partire dalla trasformazione dell’oggetto-film in un golem composto da miliardi di byte compressi ed esportabili, Berardini si immerge nel flusso dell’infosfera con l’aiuto di un parterre di Caronti della mediologia: da McLuhan a Baudrillard, da Lyotard a Benjamin, fino a Horkeimer, Adorno, Jenkins, Bolter. Ed è anche attraverso le loro parole che Berardini sorvola il primo Novecento, il Novecento dell’analogico, per giungere fino all’indagine della soglia di un digitale spesso percepito come sinonimo di uno svuotamento di senso, o come backroom dei tecnosupporti; come supporto alieno della nuova civiltà, a sua volta aliena perché non più riconoscibile.
«In 2049 l’iconosfera analogica del Novecento sopravvive in rovina nelle forme del feticcio e del frammento, ipostatizzata da una Las Vegas deserta, corrosa dal tempo e dalle radiazioni, nella quale schegge di immaginario si remixano in loop mediali svuotati di senso»: il cinema, insomma, che prende le forme di uno strumento di metadiscorso. Ma Berardini, nonostante la brevità del saggio, non si limita a rimuginare sul valore contenutistico del medium filmico nell’epoca della (post)riproducibilità tecnica, nell’epoca dell’affordance: a dare spessore a La cura del cinema, infatti, è la ciclica interrogazione e messa in discussione del cinema on demand e dello streaming domestico, e quindi del neo-apparato cinematografico del nuovo millennio, senza scadere nella tentazione veterotestamentaria di parlare di “morte del cinema”; senza parlare (solamente) di un digitale grande e cattivo che ha fatto la festa al cinema d’arte, e al cinema in generale.
Questo non significa che si debbano sacrificare i propri figli al Dio algoritmo. Sulla base di questo proposito, Berardini sceglie come caso di studio la piattaforma che si posiziona nella fascia più alta della “scala cinefiliaca”: MUBI. Come gli abbonati di questo servizio di streaming già sanno, MUBI non fa uso di algoritmi per consigliare i film del suo catalogo allo user: il concetto che sottende l’intera operazione artistica e commerciale della piattaforma poggia invece su una logica relazionale, sulla dimensione umana della curatela, e sul concetto di community dei fruitori: un intento meraviglioso, ma talvolta completamente fuori fuoco. Tornando all’interrogativo mediale che ci eravamo posti più sopra (che relazione si instaura fra il singolo film e l’ambiente-piattaforma in cui viene uploadato? in che modo il singolo film dialoga e muta sulla base del suo contenitore?), MUBI risponde in maniera diversa dalla gran parte delle OTT presenti sul mercato. In un contesto in cui il cinema on demand diventa sinonimo di un “simulacro culturale” sempre più opaco, sempre più manipolabile e mediato, MUBI risponde al motto mediale della contemporaneità (everything, everytime, everywhere) con un approccio festivaliero, mosaicizzato, che punta idealmente sull’agency del fruitore, e quindi sull’operabilità della piattaforma stessa da parte degli abbonati. Certo, è pur sempre una OTT – ma c’è un motivo se il nome originale di MUBI, ai tempi della sua fondazione nel 2007, era The Auteurs: un omaggio alla politique des auteurs, e allo stesso tempo la dichiarazione di un focus imprenditoriale e cinematografico diverso, “di nicchia”.
Usando le parole di Irene Klein Musumeci, MUBI opera «più come un festival o un grande cinema d’essai online». Perché la forza di La cura del cinema, d’altra parte, risiede anche nel suo impianto dialogico: Berardini intervista la Klein Musumeci, responsabile marketing per l’Europa di MUBI, nel tentativo (apprezzato) di aprire la soglia del discorso critico per lasciar trasparire anche l’aspetto più materico del lavoro di costruzione, curatela e manutenzione: l’aspetto del “fare”. Da quest’apertura dialogica emergono temi che rimbalzano curiosamente fra l’etico e il politico, fra il local e il glocal, finendo per tornare congiunti nell’epicentro dell’intera questione: il cinema, e soprattutto il cinema digitalizzato delle piattaforme. MUBI, d’altronde, opera su scala mondiale, ed è in questa prospettiva che vanno lette le sue politiche di distribuzione – che, ad oggi, cominciano a coinvolgere sempre più la diffusione theatrical (e quindi, in sala) dei singoli film: si pensi al caso recente più sottolineato dai mass media, e cioè l’acclamatissimo Aftersun di Charlotte Wells.
Di fatto, Berardini ci offre uno sguardo (breve, e in parte mistificato da questa stessa brevità) degli interni in mogano di MUBI-piattaforma, cercando di delineare i processi interni e i ragionamenti “umani” di una OTT ritenuta dai più come “cinefila”. E va detto: a conti fatti, ci riesce bene.

Pietro Bocca ©Birdmen Magazine 3 maggio 2023

Ultimi post dal blog

Quali sono le idee o le tesi principali che sostieni nel libro? Prendendo in considerazione oltre 200 film e 85 opere letterarie, e accumulando trame, battute di sceneggiatura, stralci di romanzi o verbali della polizia, resoconti psicanalitici, dichiarazioni di giudici e commissari (veri e finzionali) ho assemblato un tomo definitivo e caleidoscopico sulla Storia del nostro Paese, così come si è originato da una “scena primaria” felice e insidiosa: il boom del benessere ha creato mostri che ancora imperversano. Il cinema criminale consente libero accesso al subconscio della realtà, dà visibilità alla Storia mediata dal filtro della rappresentazione e rilegge modelli [...]
Fabrizio Fogliato è un esperto di cinema e in particolare del cinema dei generi. Da anni pubblica regolarmente saggi e analisi che diventano punti di riferimento per il mondo del cinema. Lo scorso anno ha mandato in stampa un nuovo importante volume intitolato Con la rabbia agli occhi. Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano. Lo abbiamo intervistato per farci spiegare di che cosa si tratta e in che modo ha analizzato il cinema criminale della Penisola. Partiamo dal titolo. Come mai ha scelto Con la rabbia agli occhi, che è anche il titolo di un film degli anni 70? Con la rabbia [...]
Benedetta Pallavidino ha raccontato un attore molto controverso nel suo Helmut Berger. Ritratto su pellicola, edito da Bietti Edizioni nella collana Fotogrammi. L’abbiamo intervistata. L’attore classe 1944 è scomparso il maggio scorso ed è stato interprete di tanti capolavori tra cui diversi film di Luchino Visconti con cui ebbe anche una relazione. Ecco le sue parole sull’artista: Come nasce la tua voglia di andare a raccontare un personaggio controverso come Helmut Berger? Nasce dal fatto che l’ho sempre trovato un attore molto sottovalutato, ricordato solo per essere stato il divo e il compagno di Visconti. È sicuramente vero che diretto da [...]

Ultime uscite

François Ozon

François Ozon

Inland n. 2/2016
Il secondo numero di INLAND è il primo volume dedicato in Italia a François Ozon. Regista tra i generi, firma sfuggente all’etichetta d’autore, nei suoi film Ozon fa riverberare echi [...]
Fiume Diciannove - Il Fuoco sacro della Città di Vita
1919-2019. Un secolo fa Gabriele d’Annunzio entrava in Fiume d’Italia, dando vita a quella che sarebbe stata una rivoluzione durata cinquecento giorni. Un’atmosfera febbricitante e festosa, ma anzitutto sacra, qui [...]
Aldo Lado

Aldo Lado

Inland n. 9/2019
Quello che stringete tra le mani è il numero più complesso, stratificato, polisemantico del nostro – vostro – INLAND. Quaderni di cinema. Lo è innanzitutto grazie al parco autori, mai [...]
Dylan Dog - Nostro orrore quotidiano
Detective dell’Occulto, Indagatore dell’Incubo, Esploratore di Pluriversi: come definire altrimenti Dylan Dog, dal 1986 residente al n. 7 della londinese Craven Road? Le sue avventure – che affrontano tutti gli [...]
Dino Buzzati - Nostro fantastico quotidiano
Vi sono autori, come disse una volta Conan Doyle, che «hanno varcato una porta magica». Tra questi spicca Dino Buzzati, che ha condotto il fantastico nel cuore pulsante della materia. [...]
William Lustig

William Lustig

Inland n. 13/2020
Gennaio 2015, riunone di redazione: si discute a proposito della nascita di INLAND. Quaderni di cinema. A chi dedicare i primi tre numeri? Idee tante, unanimità poca. Restano quattro progetti, [...]
Jorge Luis Borges - Il Bibliotecario di Babele
Jorge Luis Borges è un autore oceanico, un crocevia di esperienze, storie, civiltà e piani dell’essere, un caleido­scopio nel quale il passato si fa futuro e il futuro si rispecchia [...]
Rote Armee Fraktion

Rote Armee Fraktion

Inland n. 18/2024
GRATUITO PER I NOSTRI LETTORI UN ESTRATTO DELLA COPIA DIGITALE DI QUESTO NUOVO INLAND E ALCUNI TESTI DA LEGGERE ONLINE Due anni fa, nel concepire il nuovo corso di INLAND, con [...]
Antonio Bido

Antonio Bido

Inland n. 11/2019
Girata la boa del decimo numero, INLAND. Quaderni di cinema compie altri due significativi passi in avanti. Innanzitutto ottiene il passaporto. A rilasciarlo è stato il Paradies Film Festival di Jena [...]
Carlo & Enrico Vanzina

Carlo & Enrico Vanzina

Inland n. 7/2018
INLAND. Quaderni di cinema numero #7 nasce nell’ormai lontano dicembre 2017, in un bar di Milano dove, di fronte al sottoscritto, siede Rocco Moccagatta, firma di punta di tutto quel [...]
Lav Diaz

Lav Diaz

Inland n. 3/2017
È da tempo che noi di INLAND pensiamo a una monografia dedicata a Lav Diaz. Doveva essere il numero #1, l’avevamo poi annunciato come #2, l’abbiamo rimandato in entrambe le [...]
Mike Flanagan

Mike Flanagan

Inland n. 16/2023
Lo specchio è un simbolo polisemantico. Investe la sfera delle apparenze, ma anche quella dei significa(n)ti. Chiama in causa l’estetica, la filosofia e, insieme, la psichiatria. È l’uno che contiene [...]
Manetti Bros.

Manetti Bros.

Inland n. 14/2022
Febbraio 2020. Inland. Quaderni di cinema numero #13 va in stampa con una nuova veste. Brossura, dorso rigido, grammatura della copertina aumentata. Il numero è dedicato a William Lustig, alfiere [...]
Lune d'Acciaio - I miti della fantascienza
Considerata da un punto di vista non solo letterario, la fantascienza può assumere oggi la funzione un tempo ricoperta dai miti. I viaggi nello spazio profondo, le avventure in galassie [...]
Rob Zombie

Rob Zombie

Inland n. 1/2015
Con la parola inland si intende letteralmente ciò che è all’interno. Nel suo capolavoro INLAND EMPIRE, David Lynch ha esteso la semantica terminologica a una dimensione più concettuale, espansa e [...]
Pupi Avati

Pupi Avati

Inland n. 10/2019
Numero #10. Stiamo diventando grandi. Era da tempo che pensavamo a come festeggiare adeguatamente questa ricorrenza tonda, questo traguardo tagliato in un crescendo di sperimentazioni editoriali, collaborazioni, pubblicazioni sempre più [...]
Philip K. Dick - Lui è vivo, noi siamo morti
Celebrato in film, fumetti e serie tv, Philip K. Dick ha stregato gli ultimi decenni del XX secolo. Ma il suo immaginario era talmente prodigioso che, a furia di sondare [...]
Sergio Martino

Sergio Martino

Inland n. 5/2017
Giunto al quinto numero, INLAND. Quaderni di cinema affronta uno snodo cruciale, fatto di significative ed emblematiche svolte che segnano uno scarto, un’apertura rispetto alla precedente linea editoriale. Innanzitutto la scelta del [...]
Carlo Verdone

Carlo Verdone

Inland n. 12/2019
"Vi ho chiesto di mettere la mia moto Honda Nighthawk in copertina perché su quella moto c'è passato il cinema italiano. Su quella moto io sono andato e tornato da [...]
Rob Zombie Reloaded

Rob Zombie Reloaded

Inland n. 8/2019
Giunto all’ottavo fascicolo, INLAND. Quaderni di cinema riavvolge per un attimo la pellicola della sua breve ma significativa storia, tornando a percorrere i passi compiuti nel 2015 quando aveva aperto [...]
America! America? - Sguardi sull'Impero antimoderno
L’impero statunitense ha sempre generato nella cultura italiana reazioni contrastanti, che spaziano da un’esaltazione semi-isterica a una condanna a priori, altrettanto paranoica. Sembra sia pressoché impossibile, per chi si confronta [...]
Dario Argento

Dario Argento

Inland n. 15/2022
Tutto è nato da Occhiali neri (2022). Dalla sua visione, certo, ma anche dal dibattito che il film ha riaperto a proposito di Dario Argento e di tutto ciò che [...]
Walt Disney - Il mago di Hollywood
«Credo che dopo una tempesta venga l’arcobaleno: che la tempesta sia il prezzo dell’arcobaleno. La gente ha bisogno dell’arcobaleno e ne ho bisogno anch’io, e perciò glielo do». Solo un [...]
4-4-2 - Calciatori, tifosi, uomini
Nel calcio s’intrecciano oggi le linee di forza del nostro tempo; talvolta vi si palesano le sue fratture, i suoi non-detti. Ecco perché il quattordicesimo fascicolo di «Antarès» è dedicato [...]
Nicolas Winding Refn

Nicolas Winding Refn

Inland n. 4/2017
Perché Nicolas Winding Refn? La risposta è semplice: perché, piaccia o no, è un autore che, più di altri, oggi ha qualcosa da dire. Sebbene sempre più distante dalle logiche [...]
Michele Soavi

Michele Soavi

Inland n. 6/2018
Il nuovo corso di INLAND. Quaderni di cinema, inaugurato dal numero #5, dedicato a Sergio Martino, è contraddistinto da aperture al cinema italiano, al passato, a trattazioni che possano anche [...]

Best seller

Autobiografia involontaria
Maurizio Nichetti è famoso come regista di Ratataplan, Ho fatto splash, Ladri di saponette, Volere volare, che sono stati visti [...]

Articoli piu' letti