Aggressivo, caustico, notturno. Fedele per lo più alle linee estetiche e culturali del cinema statunitense anni Ottanta (ma di quello sporco, finanche rozzo, orgogliosamente bis), lo sguardo di William Lustig è anzitutto questione di strade, inseguimenti, corpi in movimento. Che siano maniaci, giustizieri o ex poliziotti brutali deformati da forze soprannaturali, i protagonisti di questo cinema sono organismi maligni iniettati nelle arterie del tessuto urbano, marcescenze in circolo dentro città decadenti in cui si rovescia il destino della frontiera e si cede alla forza incontenibile della wilderness, della corruzione, della crisi morale. La New York raccontata da Maniac (1980), Vigilante [...]
Tratto da William Lustig n 13/2020