Barbadillo: «La rivista Antarès come uno sguardo sull’(anti)modernità»

Antarès Prospettive Antimoderne
2015-04-14 15:08:37
Barbadillo: «La rivista Antarès come uno sguardo sull’(anti)modernità»

Al Salone del libro di Torino dello scorso maggio è stato presentato l’ultimo fascicolo della rivista «Antarès – prospettive antimoderne», giunta all’ottavo numero e al quarto anno di attività. L’attenzione, come sanno i lettori della rivista, è focalizzata su argomenti di largo interesse, i quali, però, nel panorama culturale italiano sono trattati solo parzialmente oppure da una cerchia ristretta di intellettuali, perché definiti “scomodi”. «Antarès», per superare quest’impasse – non si sa bene se teoretica o ideologica – si richiama alla storia delle idee, lasciando spazio a studiosi di vario genere, di diverso orientamento e spesso anche di generazioni molto distanti fra loro.

Durante il suo cammino, «Antarès» ha toccato varie problematiche, la cui eterogeneità potrebbe lasciare sconcertato chi non sappia come a legarle vi sia un timone ben preciso: la critica alla modernità, mossa tuttavia da chi non è intenzionato a porsi illusoriamente al di fuori del proprio tempo, preferendo piuttosto cercare di ritrovare quel filo di Arianna smarrito dall’Occidente. Dal numero “pilota”, dedicato a un H. P. Lovecraft “antimoderno”, si è passati ad analizzare le possibilità di un “pensiero in cammino”, per poi approdare ad argomenti come l’attuale crisi economica e l’(anti)americanismo, oppure ad altri importanti personaggi del nostro tempo, come J. R. R. Tolkien, fino a questioni quali la presenza di tematiche esoteriche e tradizionali all’interno della letteratura contemporanea.

Sotto la sapiente guida di Gianfranco de Turris (direttore responsabile) e di Andrea Scarabelli (direttore editoriale), «Antarès» è giunto a uno dei fascicoli più impegnativi. Si tratta di un numero dedicato al “Paradosso romeno”, nel quale si prende le mosse da figure di livello internazionale come Emil Cioran e Mircea Eliade, per far conoscere un’intera schiera di validi intellettuali, nati nella Romania del secolo scorso.

A introdurre l’argomento è Adolfo Morganti, Console Onorario di Romania a San Marino e attivo promotore della cultura romena in Italia. «Antarès» si concentra su una generazione che ha compiuto quello che Morganti definisce un autentico miracolo: a partire da una condizione di esilio – tanto intellettuale quanto esistenziale – questi intellettuali hanno gettato in Europa i semi di una cultura nuova: «Il pensiero della generazione romena dell’esilio fu, fin dal principio, europeo, capace di mantenersi profondamente radicato nel proprio tessuto storico, antropologico e spirituale, e proprio per questo in grado di “essere ponte” con il mondo intero, dentro e fuori dall’Europa.»

All’interno del numero, Giovanni Rotiroti ci parla di Eugène Ionesco, padre in Francia del teatro dell’assurdo, che porta la questione dei Balcani sulla scena europea; Radu Motoca riflette invece su Gherasim Luca, il quale da poeta si pone il problema del doversi esprimere in una lingua che non è la propria – dando vita, come afferma Deleuze, a nuove e sconosciute possibilità; Luca Bistolfi propone invece una riflessione critica sulla figura di Dracula. Ecco comparire, di seguito, Nae Ionescu, maestro socratico di questa “giovane generazione”, lo storico delle religioni Ioan Petru Culianu, il filosofo Costantin Noica e gli immancabili Emil Cioran e Mircea Eliade.

Ma è la sezione dei documenti il “piatto forte”: oltre a un estratto del carteggio fra Cioran e Wolfgang Kraus (pubblicato di recente per i tipi di Bietti, con il titolo de L’agonia dell’Occidente), troviamo un articolo di Eliade dedicato alla mistica indiana (L’India e l’Occidente) e un saggio di Cioran su Lucian Blaga, nonché una testimonianza del filosofo contemporaneo Andrei Pleşu su I. P. Culianu. Il dossier Eliade-Papini, invece, arricchito da un’esaustiva introduzione di Liviu Bordaş, raccoglie per la prima volta l’intero carteggio fra i due intellettuali (con una lettera inedita di Papini e altre pubblicate su rivista). Le sorprese, tuttavia, non finiscono qui: chiudono il numero due racconti inediti di Mircea Eliade e Ioan Petru Culianu, capolavori della letteratura del mistero.

La rivista, gratuita – rara eccezione, che mostra anche nei fatti la sua controtendenza rispetto ai tempi che corrono – è distribuita in librerie che hanno deciso di supportare il progetto, mentre tutti i numeri sono liberamente scaricabili in formato pdf dal sito www.antaresrivista.it. Questo fascicolo, come il progetto nella sua interezza, non può che farci riflettere su quanto lavoro ci sia ancora da fare in Italia per diffondere un certo tipo di cultura, in modo scientifico e libero da pregiudizi.

 

(Rita Catania Marrone, «Barbadillo», 20 luglio 2014)

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