«L'Intellettuale Dissidente»: Lo spleen di Charles Baudelaire

Charles Asselineau
2016-11-03 11:34:03
«L'Intellettuale Dissidente»: Lo spleen di Charles Baudelaire

Ogni grandissimo autore, capace di sconvolgere il proprio tempo e di segnare un punto di rottura nella sua arte in maniera tale da imprimere il suo nome con una traccia indelebile nella memoria condivisa, avrebbe sempre bisogno di un grande biografo. Perché ogni grande divide i contemporanei ma è nella posterità, sempre, che trova finalmente quel consenso unanime, quella venerazione quasi sacrale che gli sarebbe spettata in vita. Ma la fortuna di questi autori è spesso inficiata o corrotta anche da quanti si accostano alla loro opera superficialmente, a quanti ne delineano un profilo vago e spesso menzognero. Non è un caso che Nietzsche scrivesse che “la sua maggiore paura era che lo facessero santo”. Si potrebbe perfino dire che uno capisce di essere diventato un autore di culto quando comincia ad essere citato a sproposito.

Uno dei nomi più inflazionati, mitizzati e mistificati di questa particolare storia dei geni della letteratura è senz’altro Charles Baudelaire, il poeta francese che ha fatto entrare la poesia nella modernità ed il proprio nome nel mito. Oggi di Baudelaire, di ciò che fu davvero la sua vita ed il suo pensiero, si sa veramente poco: tutto è stato assimilato in una confusa mitologia che ce lo fa immaginare come un poeta squattrinato ed indebitato, stordito dall’alcool e dagli oppiacei, inesausto provocatore e seduttore di donne, spirito dissacrante e sinistro, col gusto dello sberleffo e della blasfemia. In realtà, Baudelaire fu ben altro, ed a restituirci la sua parabola esistenziale ed artistica si offre una bellissima biografia uscita ultimamente per la Bietti, Charles Baudelaire, la vita, l’opera, il genio, scritta dal migliore amico e maggior confidente di Baudelaire, Charles Asselineau. Il libro è un piccolo gioiello, non solo perché ci restituisce un Baudelaire finalmente umano ed autentico, vivo e quotidiano, non più solo inchiodato nel personaggio che i suoi esegeti gli hanno, più o meno legittimamente, costruito attorno; ma anche perché, oltre alla biografia, troviamo anche un ricco epistolario di Asselineau con il geniale amico e con la madre del grande poeta, ed infine una raccolta gustosa di aneddoti ed un corredo di ritratti e fotografie dei due amici ad impreziosire l’edizione.

La biografia di Asselineau è però certamente la parte più densa, bella e significativa del testo. Molti delle convinzioni sul poeta francese sono messe in discussione, alcune vengono ridimensionate, mentre si scoprono caratteristiche e particolari misconosciuti dalla vulgata ufficiale ed espunti da molte antologie critiche. La ricostruzione biografica percorre, senza curarsi di flirt e pettegolezzi su cui “se n’è parlato anche troppo”, tutta la vicenda umana ed artistica del poeta, delineando una viva “biografia di uno spirito”. Si parla della vita e dell’opera, passando frequentemente da racconti esistenziali a considerazioni poetiche. Baudelaire, in questo senso, è un autore straordinario, un caso eccezionale nella storia della letteratura: infatti in lui la musa non prevarica ed esclude la vita, come accade in molti letterati tutti assorbiti nella loro opera e nello studio rigoroso al chiuso delle proprie stanze. Al contrario, in Baudelaire la vita è una condizione necessaria per poter scrivere, creare, verseggiare.

Egli non canta il mondo interiore, le sue battaglia o le sue rivolte; grida l’esistenza vera e concreta che si consuma nelle strade, nei vicoli, nell’ombra. Il suo odio per la borghesia non ha origine politica, di derivazione pauperista o socialisteggiante, bensì si sviluppa quale odio morale, etico ed estetico: l’esistenza dei borghesi è ripetitiva, tranquilla e sicura ma per ciò stesso anche terribilmente noiosa; mentre è solo arrischiandosi nella strada, lontano dalle case comode e dai sicuri rifugi, che si può cogliere quel poco di bellezza che il Destino ogni giorno offre, sia pur tra tante brutture. In Baudelaire la vita è vissuta secondo l’opera; i precetti morali, politici ed esistenziali non vengono dettati da norme astratte o considerazioni vaghe, ma da un’esigenza artistica. L’etica non è sconfessata in nome dell’estetica, come in Oscar Wilde; bensì l’estetica fonda e precede l’etica. Così Baudelaire è affascinato più dai poveri che dai borghesi, più dai rivoluzionari che dai conservatori: lo stesso Robespierre è “apprezzabile solo per aver detto qualche bella frase”. Non esiste un altro autore in cui la grandezza poetica si sposi con un’esistenza così varia, energica, continuamente rinfocolata da quella “elettricità” ricercata dappertutto, nelle donne, nei viaggi, nelle folle. In Baudelaire c’è una simbiosi quasi mistica tra pensiero ed azione, predicazione e prassi, letteratura e vita. Baudelaire vive poesie e scrive episodi di vita vissuta. Scrive Asselineau nel più bel tributo che si possa fare dell’amico: “Non appena sentiva che quello che stava facendo non era alla Baudelaire, si fermava; e nessuna considerazione, vantaggio, denaro, favore o pubblicità gli avrebbe fatto fare un passo in più. È rimasto integro ed intatto. Mai scrittore è stato più interamente assorbito dalla propria opera, né opera è stata il più esatto riflesso del suo autore”.

Asselineau procede a raccontare tutta la vita dell’amico fraterno e poeta: racconta della giovinezza e del precocissimo successo letterario; dell’infatuazione per Poe e l’opera di traduzione che ebbe il plauso di filologi e studiosi; del farsesco processo ai Fiori del Male risoltosi in burla piccoloborghese. Baudelaire fu condannato dal tribunale e assolto dalla Storia, e più ancora dalla poesia. Si legge Asselineau e, più della sua prosa e del suo stile, lascia ammirati la grandiosa gratuità della sua amicizia, la sincera devozione che attribuì a Baudelaire, la stessa virile amicizia che gli permise d’essergli vicino negli ultimi terribili anni, in cui l’autore, ormai riabilitato ed incensato dalla società letteraria francese, fu vittima del tremendo esilio belga tra debiti e malattia, che lo costrinse a passare gli ultimi giorni in uno stato straziante di agonizzante afasia. Il biografo non abbandonerà mai l’infermo, rimanendo accanto a Baudelaire nei giorni finali e severi dell’agonia e del decesso, salutato con uno splendido discorso funebre, e poi ancora dopo la morte, allontanando opportunisti ed avvoltoi e restituendo al mondo la più grande opera dell’amico: la sua vita.

 

(Luca Gritti, «L’Intellettuale Dissidente», 26 ottobre 2016)

Ultimi post dal blog

Lo psicopatico Alex De Large (Arancia meccanica, 1971), i compositori Franz Liszt (Lisztomania, 1975) e Wolfgang Amadeus Mozart (Amadeus, 1984), l’attore Wilbur (Fitzcarraldo, 1982), Iago nell’Otello (mai realizzato) di Roman Polański e persino Lucifero stesso (Lucifer Rising, 1972). Sono alcuni dei ruoli che Mick Jagger avrebbe voluto o dovuto interpretare sul grande schermo. Occasioni perdute che, nel saggio di Alberto Pallotta Le labbra sulla celluloide. MickJagger e il cinema (Fotogrammi Bietti, 106 pp., € 4,99), contano tanto quanto le parti effettivamente recitate per raccontare il bizzarro rapporto fra la Settima arte e il leader dei Rolling Stones, tanto influente nell’immaginario cinefilo quanto [...]
Quali sono le idee o le tesi principali che sostieni nel libro? Prendendo in considerazione oltre 200 film e 85 opere letterarie, e accumulando trame, battute di sceneggiatura, stralci di romanzi o verbali della polizia, resoconti psicanalitici, dichiarazioni di giudici e commissari (veri e finzionali) ho assemblato un tomo definitivo e caleidoscopico sulla Storia del nostro Paese, così come si è originato da una “scena primaria” felice e insidiosa: il boom del benessere ha creato mostri che ancora imperversano. Il cinema criminale consente libero accesso al subconscio della realtà, dà visibilità alla Storia mediata dal filtro della rappresentazione e rilegge modelli [...]
Fabrizio Fogliato è un esperto di cinema e in particolare del cinema dei generi. Da anni pubblica regolarmente saggi e analisi che diventano punti di riferimento per il mondo del cinema. Lo scorso anno ha mandato in stampa un nuovo importante volume intitolato Con la rabbia agli occhi. Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano. Lo abbiamo intervistato per farci spiegare di che cosa si tratta e in che modo ha analizzato il cinema criminale della Penisola. Partiamo dal titolo. Come mai ha scelto Con la rabbia agli occhi, che è anche il titolo di un film degli anni 70? Con la rabbia [...]

Ultime uscite

François Ozon

François Ozon

Inland n. 2/2016
Il secondo numero di INLAND è il primo volume dedicato in Italia a François Ozon. Regista tra i generi, firma sfuggente all’etichetta d’autore, nei suoi film Ozon fa riverberare echi [...]
Fiume Diciannove - Il Fuoco sacro della Città di Vita
1919-2019. Un secolo fa Gabriele d’Annunzio entrava in Fiume d’Italia, dando vita a quella che sarebbe stata una rivoluzione durata cinquecento giorni. Un’atmosfera febbricitante e festosa, ma anzitutto sacra, qui [...]
Aldo Lado

Aldo Lado

Inland n. 9/2019
Quello che stringete tra le mani è il numero più complesso, stratificato, polisemantico del nostro – vostro – INLAND. Quaderni di cinema. Lo è innanzitutto grazie al parco autori, mai [...]
Dylan Dog - Nostro orrore quotidiano
Detective dell’Occulto, Indagatore dell’Incubo, Esploratore di Pluriversi: come definire altrimenti Dylan Dog, dal 1986 residente al n. 7 della londinese Craven Road? Le sue avventure – che affrontano tutti gli [...]
Dino Buzzati - Nostro fantastico quotidiano
Vi sono autori, come disse una volta Conan Doyle, che «hanno varcato una porta magica». Tra questi spicca Dino Buzzati, che ha condotto il fantastico nel cuore pulsante della materia. [...]
William Lustig

William Lustig

Inland n. 13/2020
Gennaio 2015, riunone di redazione: si discute a proposito della nascita di INLAND. Quaderni di cinema. A chi dedicare i primi tre numeri? Idee tante, unanimità poca. Restano quattro progetti, [...]
Jorge Luis Borges - Il Bibliotecario di Babele
Jorge Luis Borges è un autore oceanico, un crocevia di esperienze, storie, civiltà e piani dell’essere, un caleido­scopio nel quale il passato si fa futuro e il futuro si rispecchia [...]
Rote Armee Fraktion

Rote Armee Fraktion

Inland n. 18/2024
GRATUITO PER I NOSTRI LETTORI UN ESTRATTO DELLA COPIA DIGITALE DI QUESTO NUOVO INLAND E ALCUNI TESTI DA LEGGERE ONLINE Due anni fa, nel concepire il nuovo corso di INLAND, con [...]
Antonio Bido

Antonio Bido

Inland n. 11/2019
Girata la boa del decimo numero, INLAND. Quaderni di cinema compie altri due significativi passi in avanti. Innanzitutto ottiene il passaporto. A rilasciarlo è stato il Paradies Film Festival di Jena [...]
Carlo & Enrico Vanzina

Carlo & Enrico Vanzina

Inland n. 7/2018
INLAND. Quaderni di cinema numero #7 nasce nell’ormai lontano dicembre 2017, in un bar di Milano dove, di fronte al sottoscritto, siede Rocco Moccagatta, firma di punta di tutto quel [...]
Lav Diaz

Lav Diaz

Inland n. 3/2017
È da tempo che noi di INLAND pensiamo a una monografia dedicata a Lav Diaz. Doveva essere il numero #1, l’avevamo poi annunciato come #2, l’abbiamo rimandato in entrambe le [...]
Mike Flanagan

Mike Flanagan

Inland n. 16/2023
Lo specchio è un simbolo polisemantico. Investe la sfera delle apparenze, ma anche quella dei significa(n)ti. Chiama in causa l’estetica, la filosofia e, insieme, la psichiatria. È l’uno che contiene [...]
Manetti Bros.

Manetti Bros.

Inland n. 14/2022
Febbraio 2020. Inland. Quaderni di cinema numero #13 va in stampa con una nuova veste. Brossura, dorso rigido, grammatura della copertina aumentata. Il numero è dedicato a William Lustig, alfiere [...]
Lune d'Acciaio - I miti della fantascienza
Considerata da un punto di vista non solo letterario, la fantascienza può assumere oggi la funzione un tempo ricoperta dai miti. I viaggi nello spazio profondo, le avventure in galassie [...]
Rob Zombie

Rob Zombie

Inland n. 1/2015
Con la parola inland si intende letteralmente ciò che è all’interno. Nel suo capolavoro INLAND EMPIRE, David Lynch ha esteso la semantica terminologica a una dimensione più concettuale, espansa e [...]
Pupi Avati

Pupi Avati

Inland n. 10/2019
Numero #10. Stiamo diventando grandi. Era da tempo che pensavamo a come festeggiare adeguatamente questa ricorrenza tonda, questo traguardo tagliato in un crescendo di sperimentazioni editoriali, collaborazioni, pubblicazioni sempre più [...]
Philip K. Dick - Lui è vivo, noi siamo morti
Celebrato in film, fumetti e serie tv, Philip K. Dick ha stregato gli ultimi decenni del XX secolo. Ma il suo immaginario era talmente prodigioso che, a furia di sondare [...]
Sergio Martino

Sergio Martino

Inland n. 5/2017
Giunto al quinto numero, INLAND. Quaderni di cinema affronta uno snodo cruciale, fatto di significative ed emblematiche svolte che segnano uno scarto, un’apertura rispetto alla precedente linea editoriale. Innanzitutto la scelta del [...]
Carlo Verdone

Carlo Verdone

Inland n. 12/2019
"Vi ho chiesto di mettere la mia moto Honda Nighthawk in copertina perché su quella moto c'è passato il cinema italiano. Su quella moto io sono andato e tornato da [...]
Rob Zombie Reloaded

Rob Zombie Reloaded

Inland n. 8/2019
Giunto all’ottavo fascicolo, INLAND. Quaderni di cinema riavvolge per un attimo la pellicola della sua breve ma significativa storia, tornando a percorrere i passi compiuti nel 2015 quando aveva aperto [...]
America! America? - Sguardi sull'Impero antimoderno
L’impero statunitense ha sempre generato nella cultura italiana reazioni contrastanti, che spaziano da un’esaltazione semi-isterica a una condanna a priori, altrettanto paranoica. Sembra sia pressoché impossibile, per chi si confronta [...]
Dario Argento

Dario Argento

Inland n. 15/2022
Tutto è nato da Occhiali neri (2022). Dalla sua visione, certo, ma anche dal dibattito che il film ha riaperto a proposito di Dario Argento e di tutto ciò che [...]
Walt Disney - Il mago di Hollywood
«Credo che dopo una tempesta venga l’arcobaleno: che la tempesta sia il prezzo dell’arcobaleno. La gente ha bisogno dell’arcobaleno e ne ho bisogno anch’io, e perciò glielo do». Solo un [...]
4-4-2 - Calciatori, tifosi, uomini
Nel calcio s’intrecciano oggi le linee di forza del nostro tempo; talvolta vi si palesano le sue fratture, i suoi non-detti. Ecco perché il quattordicesimo fascicolo di «Antarès» è dedicato [...]
Nicolas Winding Refn

Nicolas Winding Refn

Inland n. 4/2017
Perché Nicolas Winding Refn? La risposta è semplice: perché, piaccia o no, è un autore che, più di altri, oggi ha qualcosa da dire. Sebbene sempre più distante dalle logiche [...]
Michele Soavi

Michele Soavi

Inland n. 6/2018
Il nuovo corso di INLAND. Quaderni di cinema, inaugurato dal numero #5, dedicato a Sergio Martino, è contraddistinto da aperture al cinema italiano, al passato, a trattazioni che possano anche [...]

Best seller

Autobiografia involontaria
Maurizio Nichetti è famoso come regista di Ratataplan, Ho fatto splash, Ladri di saponette, Volere volare, che sono stati visti [...]

Articoli piu' letti