Dragoncelli di fuoco. Il primo (non) film di Paolo Sorrentino

Stefano Loparco
2025-01-08 13:26:49
Dragoncelli di fuoco. Il primo (non) film di Paolo Sorrentino

«Il Centro Culturale Giovanile di Via Caldieri 66, nel quartiere Vomero, tappa imprescindibile per gli appassionati di cinema dei primi anni 90. A livello artistico il Centro ha dato origine ad una piccola Nouvelle Vague Vomerese, cullando abilità e ingegno di molta gioventù […] Paolo, Stefano, Gianluca e io, sempre insieme. Il saggio di Loparco sui cortometraggi di Paolo Sorrentino, in particolare sui suoi lavori giovanili, esce in occasione del trentennale della realizzazione di Dragoncelli di fuoco(ottobre 1994) – da un soggetto di Paolo, autore della sceneggiatura, assieme a me e all’amico fraterno Giacomo Matturro –, che segna anche la mia prima volta davanti alla videocamera […] Di quei giorni, ricordo il divertimento, la paura, la fatica, l’attesa, l’emozione ma soprattutto, la gioia esaltante e un po’ fanatica di vedere realizzato il film – un mediometraggio di genere grottesco – e, in fondo, la magia di sempre davanti alle immagini che scorrono sullo schermo». Bruno Grillo, prefazione al volume Paolo Sorrentino. Via Caldieri 66, di Stefano Loparco, Edizioni Il Foglio.
«Dragoncelli di fuoco fu presentato il 27 novembre 1994 durante Le giornate del cinema invisibile del Centro Culturale Giovanile, all’Università Federico II di Napoli, Monte S. Angelo, Fuorigrotta (la locandina realizzata per l’occasione è di Renata Cagno) e al Bellaria Film Festival ’95. Trama: Il napoletano Peplo Palatone è un uomo di talento: economista, scacchista, cineasta, musicista, ma soprattutto chef di fama mondiale. Deciso a vincere il Grembiule di Platino – il prestigioso concorso gastronomico che ogni quattro anni celebra la migliore cucina al mondo –, Palatone invita nella sua villa alcuni tra i critici più influenti del momento, prospettandogli la realizzazione di un piatto sorprendente: i dragoncelli di fuoco, un’antica pietanza egizia che, secondo la maledizione, porterebbe chi li prepara alla morte. Così si arriva al giorno del concorso: tutto è pronto, gli esperti sono a tavola. E Palatone? Tra un tiro di cocaina e l’altro, il piatto è servito…»
Sorrentiniano praecox, fin dai lontani tempi de L’uomo in più  – il suo esordio ufficiale nel lungometraggio ammirato alla Mostra del Cinema 2001 che elogiai su Positif -, debbo riconoscere un debito di gratitudine verso l’amico udinese Stefano Loparco. Grazie infatti ai suoi DUE libri dedicati all’adolescenza irrequieta e alle prime esperienze cinematografiche di Paolo Sorrentino, ho scoperto tantissime radici dei suoi capolavori a venire. Via Caldieri 66, il secondo libro, appena uscito, rappresenta una guida filologica illustrata e documentatissima. Ammirate ad esempio le foto ingrigite di quell’anonimo portone al Vomero, o le istantanee del ricciolutissimo Paolo in action, godetevi gli aneddoti sulle lavorazioni avventurose del gruppetto di amiconi.
Nel 2020 per le Edizioni Bietti Loparco – jacopettiano doc, tra l’altro, proprio come il sottoscritto – aveva pubblicato Dragoncelli di fuoco. Il primo (non) film di Paolo Sorrentino.  Su Cinecittà News lo avevo descritto “scarlatto, denso, ironico, spesso redatto in napoletano verace”. Una raccolta esilarante di souvenirs e ispirazioni creative ormai adottata nelle scuole di ogni ordine e grado del Regno di Napoli.

Lorenzo Codelli © Cinemazero.it, gennaio 2025

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