Chi vuol essere showrunner? Come scrivere per la televisione in cinque brevi lezioni di Neil Landau

Umberto Mentana
2021-08-30 15:35:28
Chi vuol essere showrunner? Come scrivere per la televisione in cinque brevi lezioni di Neil Landau

C’è qualcosa di magico nascosto dietro il bianco di un foglio vuoto, dietro quell’attesa di essere rivestito di parole battute con la forza di un pensiero creativo. E intanto la mente elabora, i concetti si slegano dalle catene dell’intuito per diventare qualcosa di nuovo, tangibile, reale. È l’incontro tra l’immaginazione e la pagina, un big bang immaginifico e creativo che dà vita a nuovi universi popolati da un microcosmo variegato di personaggi, ognuno libero di vivere, respirare, esistere con le proprie storie, tormenti, sentimenti ed emozioni.

Dietro queste magie nessun alchimista, ma mani che battono forti sulle tastiere. Sono i showrunner, burattinai di corpi in movimento, divinità generatrici di mondi pronti a inglobarci con le loro complessità, lacrime e sorrisi. Se nel mondo della Settima Arte è il regista a infondere vita ai propri personaggi con la propria macchina da presa, in quello del piccolo schermo è un’altra macchina, questa volta quella da scrivere, ad avere questo potere divino. Nascono, crescono e muoiono sulle pagine di queste mente alacri i personaggi della TV. Ma non tutti hanno la fortuna di compiere il proprio ciclo di vita sul piccolo schermo.
Affinché dall’argilla dell’inchiostro possano diventare uomini, donne, bambini, esseri viventi visibili e per questo reali, ci vuole un talento e una capacità di scrittura che sappia non solo creare, ma anche seguire – rompendole anche – le regole fondamentali del gioco, per potersi distinguere dagli altri.

Nessun essere mitologico dunque; lo showrunner ha tra le mani un potere inqualificabile; la sua fucina creativa è un laboratorio di Frankenstein dal quale usciranno non mostri, ma esseri simili a noi stessi. Copia carbone delle nostre esistenze, o perfetti contrapposti dei nostri valori sulla scia di un effetto paradossale, lo showrunner è una figura così imprescindibile alla buona resa di un’opera televisiva, eppure così poco conosciuta e studiata.

A dare una mano in questa gara in avanscoperta è Umberto Mentana che con il suo fotogramma edito da Bietti, intitolato Chi vuol essere showrunner? attraverso le lezioni di Neil Landau (sceneggiatore, produttore creativo, autore di successo e docente di sceneggiatura) si intrufola con abilità nei meandri più stretti di questo universo creativo, estrapolando con cura e attenzione ogni più piccolo concetto e segreto del mestiere, così da condividerlo con la propria schiera di lettori e – chissà – aspiranti showrunner.

Partendo dall’indagine sulla natura di questo ruolo, l’autore passa in rassegna i passaggi fondamentali che portano alla buona riuscita di una sceneggiatura televisiva. Dalla nascita, alla creazione dei personaggi, fino ai loro archi narrativi, alla tipologia di sviluppo che l’intreccio è chiamato ad affrontare, non vi è momento che Landau, e Mentana con lui, non affrontino.

Se per quelli del mestiere, molti di questi concetti possono risultare scontati nella loro disamina, in realtà la particolarità di questo breve testo è quello di offrire nuove terminologie e spunti di riflessioni su tale questione. Nella sua brevità, Chi vuol essere Showrunner? si eleva a testo essenziale per chiunque voglia non solo cimentarsi in questo ruolo, ma desideri investire il proprio futuro sul potere della parola.  Come ben sottolineato anche da Mentana, “Neil Landau ha messo bene in luce durante il suo corso specifiche terminologie dell’entertainment americano che mostrano un mondo, un atteggiamento nella scrittura e un modo di fare televisione molto diversi rispetto a quelli italiani”. A titolo di esempio si può citare  Hit the sweet spot . Un piccolo passo per lo sceneggiatore, un grande passo per la storia quello consigliato da Landau; già, perché affrontando questo ostacolo, si potrà stabilire il genere e il tono della serie, donando al proprio prodotto il cuore che gli permetta di vivere.

A giocare un punto di forza nell’opera di Mentana è dunque non solo la voglia di fornire un buon materiale teorico, quanto una vasta gamma di suggerimenti per diventare buoni showrunner. Si tratta non solo di suggerimenti sulla suddivisione della sceneggiatura in tre atti, (struttura, questa, che prende a modello quella cinematografica), ma anche sulla durata dei singoli episodi in base al tipo di formato prescelto e del numero di pagine di sceneggiatura prevista. Solitamente le sceneggiature di un episodio televisivo per le serie drama da un’ora a episodio sono costituite da 47-65  pagine (65 per le serie tv in streaming) mentre per le sitcom variano dalle 35 (singlecam sitcom) alle 50 pagine (multicamera sitcom).

Molto interessante l’aggiunta a ogni capitolo un codice QR che permette di visionare materiale extra una volta inquadrato. Una scelta azzeccata e coinvolgente, che rafforza il legame del lettore con le pagine da leggere e affrontare.

A donare un ulteriore preziosità al testo è il capitolo finale, una vera e propria chicca: l’intervista allo stesso Landau. Un viaggio approfondito a una terra già abilmente esplorata da Mentana con la riproposizione delle lezioni dello sceneggiatore, che si fa ancora più intimo, personale, diretto ai propri lettori. Un dialogo a tu per t, diretto, quasi personale, che aprirà le porte su un cielo fatto di parole e che solo i veri showrunner potranno dominare.
Non perdetevi dunque Chi vuole essere showrunner? di Umberto  Mentana, disponibile online in ebook e in versione stampabile su Amazon.

Elisa Torsiello ©cineavatar.it – luglio 2021

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