Cinema dell'assurdo. I film di Martin McDonagh

Francesco Cianciarelli
2025-10-27 08:00:59
Cinema dell'assurdo. I film di Martin McDonagh

Quando, nell’ormai lontano 2008, vede In Bruges. La coscienza dell’assassino, il lungometraggio con cui il drammaturgo anglo-irlandese Martin McDonagh esordisce al cinema, Francesco Cianciarelli è uno studente di cinema a Milano. Affascinato da quel primo lungometraggio, seguirà con entusiasmo anche gli altri film del regista tanto che, nel 2024, decide di prendersi l’estate per scrivere un saggio proprio su McDonagh, il quale, nel frattempo, si è conquistato grande notorietà anche al cinema. Negli anni che intercorrono fra quella prima scoperta cinematografica e la decisione di scrivere un saggio, Cianciarelli si è laureato e si è trasferito in Ticino dove vive e insegna italiano alle scuole medie, e dove coltiva la sua passione per il cinema scrivendo regolarmente per «La Rivista del Cinematografo», «Cinemany», FataMorganaWeb.it, SpecchioScuro.it e OndaCinema.it.

Oltre che il risultato di un interesse per un regista che si conferma e si rafforza nel tempo, e di un’intensa attività di critico cinematografico portata avanti nel corso degli anni, il saggio di Cianciarelli, intitolato Cinema dell’assurdo (Bietti, 2025), è anche il primo studio in lingua italiana dedicato interamente alla filmografia di McDonagh. Lungometraggi come Three Billboards Outside Ebbing, Missouri (Tre manifesti a Ebbing, Missouri), In Bruges The Banshees of Inisherin (Gli spiriti dell’isola) rappresentano in maniera assolutamente originale – grazie alla loro miscela di black humor, ironia spiazzante e tematiche profonde – la tragicità che si annida nell’esistenza di ognuno di noi. L’uscita di uno studio in italiano su un regista del calibro di Martin McDonagh è, dunque, non solo apprezzata, ma anche decisamente tempestiva.

Cinema dell’assurdo delinea l’intera filmografia del regista anglo-irlandese, partendo dal cortometraggio d’esordio Six Shooters, vicintore dell’Oscar nel 2006, e terminando con l’ultimo film e con un accenno a quello in lavorazione, Wild Horse Nine. Il termine «assurdo» presente nel titolo e usato per scandagliare l’universo cinematografico di McDonagh, esprime con precisione la particolare manipolazione della visione spettatoriale da parte del regista. Nelle sue prove più convincenti, McDonagh è infatti capace di indurre nel pubblico una serie di aspettative che poi vengono scompaginate, generando piccoli shock cognitivi tali da innescare dei cortocircuiti narrativi che tendono tanto a spiazzare quanto a divertire. Assurde sono, per esempio, le improvvise e inattese svolte di genere e relative alla trama, gli scoppi di violenza ingiustificati e il loro contrario, oppure l’uso estensivo del black humor e del grottesco in contesti inappropriati.

Leggendo Cinema dell’assurdo si intuisce che, in fondo, qualsiasi film di McDonagh è adatto all’ingresso nel suo universo cinematografico. Vale però la pena di considerare con un certo favore Tre manifesti a Ebbing, Missouri poiché, come spiega Cianciarelli, si tratta del lungometraggio più maturo del regista e, come tale, è stato in grado di coniugare la sua poetica filmica a tematiche di grande impoertanza, come la tragicità dell’esistenza e il problema della giustizia sulla Terra.

L’agile ma ben documentato saggio, inoltre, è strutturato in modo tale da proporre un percorso cronologico alla scoperta dell’opera filmica di McDonagh e, in questo senso, può essere letto come introduzione ai film. La visione di questi ultimi, invece, può essere accompagnata dalla lettura dei singoli capitoli a essi dedicati, ma nulla impedisce di leggere i singoli capitoli senza aver visto i film. Dipende tutto dal desiderio e dall’aspettativa del lettore. In fin dei conti, l’importante è che il libro faciliti l’apprezzamento di questo interessante e brillante regista.

Sebastiano Caroni ©Azione @MigrosTicino ottobre 13 2025

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