La vergine eterna, Game of Scores, Odio il cinema italiano, Vivere e morire a Santiago

Claudia Bertolé & Gabriele Niola & Massimo Privitera & Roberto Lasagna
2021-07-13 10:03:55
La vergine eterna, Game of Scores, Odio il cinema italiano, Vivere e morire a Santiago
Fotogrammi dell’editore Bietti è una nuova collana che vuole raccontare nuovi aspetti del cinema (e non solo), suggerire nuove visioni e interrogarsi sulla cinematografia di oggi. In un formato tascabile e pratico, gli autori illustrano le loro idee in modo semplice e immediato

L’editore Bietti è da sempre attento al mondo del cinema e alle sue declinazioni, mutazioni e contaminazioni. Nel panorama editoriale italiano già la collana Heterotopia si distingue per i suoi focus di analisi su registi, movimenti e cinematografie; da qualche mese, a partire dal 2020, la proposta dell’editore si è allargata con una collana denominata Fotogrammi, ideata e curata da Ilaria Floreano. Proprio come i piccoli istanti che vengono catturati nella pellicola e insieme compongono l’azione filmica, i libri di Fotogrammi inquadrano precisi aspetti, visioni, punti di vista del cinema contemporaneo, nazionale e internazionale. Al momento della scrittura di questa recensione la collana conta dodici titoli, disponibili a 4,99€ ciascuno (o 1,99€ in formato Kindle) direttamente su Amazon (che risulta anche stampatore della collana attraverso Amazon Italia Logistica s.r.l). La principale caratteristica esteriore della collana è la dimensione; i libri, infatti, sono dei supertascabili, esigui nella foliazione (di media non superiori alle 100 pagine) e si distinguono anche per la cromia accesa delle copertine, corredate da alcuni segni che ne percorrono la prima e la quarta. Internamente, i libri si compongono di apparati diversi a seconda del titolo, seppur sono di egual struttura nel testo. Dopo il frontespizio, è riportato un breve riassunto del libro (lo stesso testo che solitamente è posto nella quarta di copertina), una biografia dell’autore/autrice, indice, eventuali fotografie del soggetto in analisi, e poi il testo. Noi abbiamo, al momento, selezionato quattro titoli, scelti secondo i temi che più indaghiamo e approfondiamo nella nostra testata (cinema internazionale, asiatico, il problema del cinema italiano, linguaggio), e per ognuno di essi vi offriamo una recensione un po’ diversa. Partendo sempre dal libro, da come è scritto, da cosa dice e da come lo dice, vogliamo essere (quasi) istantanei, proprio come i fotogrammi del cinema che riescono a catturare ogni singolo movimento.

La vergine eterna. Breve storia di Hara Setsuko, musa di Ozu, di Claudia Bertolé. In circa 80 pagine, comprensive di bibliografia e filmografia, l’autrice, illustre conoscitrice e studiosa del cinema del Sol Levante, a cui si deve una delle poche, se non l’unica, analisi editoriale italiana del cinema di Sion Sono, ripercorre la vita di Hara Setsuko, “l’attrice che più di ogni altra del cinema classico giapponese divenne icona intramontabile” (dall’Introduzione). Definita anche la “Vergine eterna”, questa diede vita a molteplici personaggi del cinema giapponese. Un’icona, famosa e osannata, tanto quanto riservata, inafferrabile, come afferma l’autrice, e misteriosa. Nel dettaglio il libro della Bertolé si presenta inframezzato a inizio di ogni capitolo con delle foto dell’attrice, e ne ripercorre la carriera: gli esordi (1920-1948), l’incontro con Ozu (1949), i film degli anni Cinquanta e il ritiro dalle scene (1950-1963) e infine il capitolo finale che propone gli ultimi personaggi della Setsuko, fino al suo ritiro e alla consacrazione del suo mistero. È proprio questo il punto di vista dell’autrice, ossia raccontare il mistero della donna e attrice, cercare di scoprire qualcosa in più sui di lei, per quanto si possa sapere, riguardando i suoi film, rivivendo le sue interpretazioni, spiegando come lei si adattò alle esigenze del cinema, quello giapponese degli anni Cinquanta, e soprattutto a quelle del regista con cui Hara lavorò in film indimenticabili, Ozu. Il legame, filmico e umano, tra i due fu forte e prolifico, per quanto, come afferma la Bertolé, in realtà la loro relazione fu un enigma, soprattutto considerando che l’attrice non aveva una considerazione positiva dei ruoli da lui proposti perché non corrispondevano al suo ideale di donna. La loro unione, comunque, terminata solo con la morte del regista nel 1963, plasmò lei stessa e il suo modo di recitare, cambiando la sua carriera. Il libro, in conclusione, si propone come una piacevole lettura, profonda ed esaustiva, arricchita da citazioni, note e biografie di alcuni registi citati, come lo stesso Ozu. Risponde, inoltre, alla domanda di conoscenza su Setsuko Hara, soddisfacendo e incuriosendo soprattutto chi non la conosce e non ha mai approfondito nemmeno il cinema giapponese di riferimento.

Game of scores. Le migliori colonne sonore tv degli anni Duemila, di Massimo Privitera. L’intento di Privitera, conoscitore del mondo delle colonne sonore del cinema, è arduo: selezionare e analizzare, secondo uno schema definito, le migliori o meglio le più significative colonne sonore della serialità italiana e internazionale degli ultimi vent’anni. Considerando la mole di serie tv uscite in questo ampio lasso di tempo, trovare un criterio di selezione valevole non è affare da poco. L’autore, così, compie una suddivisione di genere: animazione, avventura/azione, commedia/comico, drammatico/sentimentale, fantasy/fantascienza, horror, musical, thriller/poliziesco, western e poi le migliori sigle, oltre a una discografia, ascoltabile tramite un QRcode, e la sitografia. Per ogni scelta Privitera propone la trama, il profilo del compositore, una sua breve analisi all’interno del paragrafo “Score” e i temi topici. Con colonna sonora, Privitera, come afferma nell’Introduzione, considera le musiche originali appositamente scritte per la serialità televisiva, tralasciando canzoni o brani strumentali preesistenti. Perché dedicarsi a questo preciso elemento linguistico? Perché come l’autore afferma sempre in questo paragrafo, la colonna sonora di alcune serie tv resta nella mente e nella memoria di ognuno di noi, anche perché siamo noi a scegliere quali ci impressionano, secondo un criterio di soggettività, lo stesso che l’autore ha utilizzato per definire la sua partitura testuale. Ecco quindi che sfogliando le categorie si legge delle colonne sonore di GomorraDownton AbbeyHouse of CardsLa regina degli scacchiThe CrownThe Young Pope e The New PopeFringeLostStranger ThingsThe Walking DeadGleeIl commisario Montalbano per ognuna delle quali in particolare nel paragrafo “Score” è spiegato in che modo la musica ha reso celebre la serie tv. La parte finale del libro, inoltre, propone 13 sigle che meglio identificano una serie tv, come nel caso de La casa di cartaThe Big Bang TheoryNip/TuckTrue Detective e Orange is the New Black. In generale il libro di Privitera è piacevole. Funge da antologia della musica delle serie tv, eppure il criterio di selezione basato sulla soggettività non è esaustivo. Proprio perché così personale, non può essere una discriminante di selezione valevole per una pubblicazione. Avrebbe funzionato meglio, magari, concentrarsi su un genere in particolare, delimitare gli anni di riferimento, come anche le produzioni (Italia? Stati Uniti? Europa?), così da avere un libro antologico e di maggiore riferimento per le colonne sonore.

Odio il cinema italiano. 7 ragioni per sostenerlo con successo in ogni conversazione, di Gabriele Niola. Se ne leggono tante e se ne dicono tante sul cinema italiano del XXI secolo. Troppo frivolo, poco impegnato, fossilizzato su temi e comicità retorici e poco innovativi. Forse non è del tutto sbagliato pensare cosi e a confermare ciò ci pensa il critico cinematografico Gabriele Niola in questa sua pubblicazione. Il libro, infatti, propone ben 7 motivi per confermare questi pensieri i quali sono spiegati più specificamente nell’indice accompagnati da una breve sintesi e tutti rispondenti alla domanda: “Perché odiare il cinema italiano?”. Numero 1. perché gli attori sono sempre gli stessi (il sistema divistico italiano e la sovraproduzione di film porta all’utilizzo di sempre gli stessi attori, intensi allo stesso modo che poco riescono nel dono dell’immedesimazione); n. 2, perché tutti devono essere un autore italiano (tutti i registi inseguono il modello dell’autore raccontando se stessi, manifestando idee politiche esplicite, seppur tutti i film iniziano e finiscono allo stesso modo). N. 3, perché è nemico del presente e amico del passato (nei film italiani le novità sono cacciate e la modernità crea problemi); problema n. 4, perché piuttosto che innovare (si) ripete (il cinema italiano vive di schemi narrativi che si ripetono e duplicano, privi di un vero e proprio senso); n. 5, perché il cinema per ragazzi non esiste (i registi italiani hanno un problema con l’infanzia e il cinema non riesce a inventare storie che piacciono a chi ha meno di trent’anni). N. 6, perché ha appaltato la formazione degli attori alla tv (in Italia conduttori e comici diventano attori se non addirittura autori da più di trent’anni, lasciando pochissimo spazio agli attori veri); n. 7, perché tutti fanno il regista (sceneggiatori, attori, direttori della fotografia, in Italia tutti fanno i registi, portando alla creazione di film diretti malissimo). Il libro di Niola è scorrevole e puntuale. Nelle sue risposte propone esempi e citazioni, senza mai scadere nel soggettivo, bensì prestando sempre esemplificazioni oggettive che avvalorano la sua tesi.

Vivere e morire a Santiago. Introduzione al nuovo cinema cileno, di Roberto Lasagna. In Italia pochissime pubblicazioni hanno indagato il cinema cileno che invece grazie ai suoi registi e alle sue idee trionfa e raccoglie consensi di critica e pubblico nei festival internazionali. Questo, infatti, ha moltissimo da dire e da raccontare sul proprio tempo e sulla propria nazione, sulle proprie inquietudini sociali, partendo proprio dalla volontà di affrontare e capire gli anni del terrore della dittatura di PinochetRoberto Lasagna, studioso di cinema, parlando di Ema di Pablo Larrain e di Sebastián Lelio ripercorre gli ultimi anni del cinema cileno partendo con GuzmànRuiz per giungere agli autori di oggi e completando l’analisi con tre conversazioni/interviste con Alfredo CastroAntonia ZegersAmparo Noguera, nel capitolo “La voce dei protagonisti”. L’analisi di Lasagna, quindi, inizia con i padri del cinema cileno contemporaneo quali Miguel LittínRaúl RuizAlejandro Jodorowsky, spiegando le loro posizioni e i loro film, per proseguire, sempre facendo riferimenti alla storia (anche cinematografica) del paese, a Pablo Larrain, a cui passa “il testimone del bisogno di documentare la storia moderna del Cile“. Da Tony Manero, fino a Post mortem, a Jackie (l’unico film che non parla direttamente del Cile, seppur sia presente il tema dell’identità vera soffocata da quella creata, già presente in altri suoi film), ed Eva in cui il cineasta presenta un Cile “frastornato e trasformato” (p. 41). Il libro si conclude con una prospettiva che travalica le Ande, la colonna vertebrale del Cile. Garage Olimpo di Marcho Bechis racconta l’Argentina dei desaparecidos, mentre la visione delle storie di Sebastián Lelio proietta il suo cinema a livello internazionale. La lettura del cinema cileno di Lasagna è completa ed esaustiva, e si spiega come una linea che si interseca nelle idee dei vari registi citati, nelle loro opere e nella società e storia della nazione sudamericana. In questo modo l’autore porta in evidenza come per tutti gli interpreti di oggi di questa cinematografia, quanto questi elementi siano indispensabili per il proprio racconto.

Davide Parpinel ©Linkinmovies – luglio 2021

 

Ultimi post dal blog

Fabrizio Fogliato è un esperto di cinema e in particolare del cinema dei generi. Da anni pubblica regolarmente saggi e analisi che diventano punti di riferimento per il mondo del cinema. Lo scorso anno ha mandato in stampa un nuovo importante volume intitolato Con la rabbia agli occhi. Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano. Lo abbiamo intervistato per farci spiegare di che cosa si tratta e in che modo ha analizzato il cinema criminale della Penisola. Partiamo dal titolo. Come mai ha scelto Con la rabbia agli occhi, che è anche il titolo di un film degli anni 70? Con la rabbia [...]
Benedetta Pallavidino ha raccontato un attore molto controverso nel suo Helmut Berger. Ritratto su pellicola, edito da Bietti Edizioni nella collana Fotogrammi. L’abbiamo intervistata. L’attore classe 1944 è scomparso il maggio scorso ed è stato interprete di tanti capolavori tra cui diversi film di Luchino Visconti con cui ebbe anche una relazione. Ecco le sue parole sull’artista: Come nasce la tua voglia di andare a raccontare un personaggio controverso come Helmut Berger? Nasce dal fatto che l’ho sempre trovato un attore molto sottovalutato, ricordato solo per essere stato il divo e il compagno di Visconti. È sicuramente vero che diretto da [...]
“Non vendere i tuoi sogni, mai” è il romanzo di esordio di Umberto Lucarelli, recentemente ripubblicato e parte di una trilogia sugli anni Settanta – Il ricordo, il passato come una tortura, sofferenza. Ora lo scacci, ora lo sogni, lo desideri, lo abbracci: ti culli nell’ombra nera e cupa del pensiero che t’insegue e ti morde, ti riempie gli occhi languidi di malinconia: lascia il passato! Lascialo! – Perché? Il passato sono io, sono io il futuro, perché nascondere ciò che vive in me? Far rivivere il passato, a distanza di dieci o di quarant’anni, per fare i conti con il [...]

Ultime uscite

François Ozon

François Ozon

Inland n. 2/2016
Il secondo numero di INLAND è il primo volume dedicato in Italia a François Ozon. Regista tra i generi, firma sfuggente all’etichetta d’autore, nei suoi film Ozon fa riverberare echi [...]
Fiume Diciannove - Il Fuoco sacro della Città di Vita
1919-2019. Un secolo fa Gabriele d’Annunzio entrava in Fiume d’Italia, dando vita a quella che sarebbe stata una rivoluzione durata cinquecento giorni. Un’atmosfera febbricitante e festosa, ma anzitutto sacra, qui [...]
Aldo Lado

Aldo Lado

Inland n. 9/2019
Quello che stringete tra le mani è il numero più complesso, stratificato, polisemantico del nostro – vostro – INLAND. Quaderni di cinema. Lo è innanzitutto grazie al parco autori, mai [...]
Dylan Dog - Nostro orrore quotidiano
Detective dell’Occulto, Indagatore dell’Incubo, Esploratore di Pluriversi: come definire altrimenti Dylan Dog, dal 1986 residente al n. 7 della londinese Craven Road? Le sue avventure – che affrontano tutti gli [...]
Dino Buzzati - Nostro fantastico quotidiano
Vi sono autori, come disse una volta Conan Doyle, che «hanno varcato una porta magica». Tra questi spicca Dino Buzzati, che ha condotto il fantastico nel cuore pulsante della materia. [...]
William Lustig

William Lustig

Inland n. 13/2020
Gennaio 2015, riunone di redazione: si discute a proposito della nascita di INLAND. Quaderni di cinema. A chi dedicare i primi tre numeri? Idee tante, unanimità poca. Restano quattro progetti, [...]
Jorge Luis Borges - Il Bibliotecario di Babele
Jorge Luis Borges è un autore oceanico, un crocevia di esperienze, storie, civiltà e piani dell’essere, un caleido­scopio nel quale il passato si fa futuro e il futuro si rispecchia [...]
Antonio Bido

Antonio Bido

Inland n. 11/2019
Girata la boa del decimo numero, INLAND. Quaderni di cinema compie altri due significativi passi in avanti. Innanzitutto ottiene il passaporto. A rilasciarlo è stato il Paradies Film Festival di Jena [...]
Carlo & Enrico Vanzina

Carlo & Enrico Vanzina

Inland n. 7/2018
INLAND. Quaderni di cinema numero #7 nasce nell’ormai lontano dicembre 2017, in un bar di Milano dove, di fronte al sottoscritto, siede Rocco Moccagatta, firma di punta di tutto quel [...]
Lav Diaz

Lav Diaz

Inland n. 3/2017
È da tempo che noi di INLAND pensiamo a una monografia dedicata a Lav Diaz. Doveva essere il numero #1, l’avevamo poi annunciato come #2, l’abbiamo rimandato in entrambe le [...]
Mike Flanagan

Mike Flanagan

Inland n. 16/2023
Lo specchio è un simbolo polisemantico. Investe la sfera delle apparenze, ma anche quella dei significa(n)ti. Chiama in causa l’estetica, la filosofia e, insieme, la psichiatria. È l’uno che contiene [...]
Manetti Bros.

Manetti Bros.

Inland n. 14/2022
Febbraio 2020. Inland. Quaderni di cinema numero #13 va in stampa con una nuova veste. Brossura, dorso rigido, grammatura della copertina aumentata. Il numero è dedicato a William Lustig, alfiere [...]
Lune d'Acciaio - I miti della fantascienza
Considerata da un punto di vista non solo letterario, la fantascienza può assumere oggi la funzione un tempo ricoperta dai miti. I viaggi nello spazio profondo, le avventure in galassie [...]
Rob Zombie

Rob Zombie

Inland n. 1/2015
Con la parola inland si intende letteralmente ciò che è all’interno. Nel suo capolavoro INLAND EMPIRE, David Lynch ha esteso la semantica terminologica a una dimensione più concettuale, espansa e [...]
Pupi Avati

Pupi Avati

Inland n. 10/2019
Numero #10. Stiamo diventando grandi. Era da tempo che pensavamo a come festeggiare adeguatamente questa ricorrenza tonda, questo traguardo tagliato in un crescendo di sperimentazioni editoriali, collaborazioni, pubblicazioni sempre più [...]
Philip K. Dick - Lui è vivo, noi siamo morti
Celebrato in film, fumetti e serie tv, Philip K. Dick ha stregato gli ultimi decenni del XX secolo. Ma il suo immaginario era talmente prodigioso che, a furia di sondare [...]
Sergio Martino

Sergio Martino

Inland n. 5/2017
Giunto al quinto numero, INLAND. Quaderni di cinema affronta uno snodo cruciale, fatto di significative ed emblematiche svolte che segnano uno scarto, un’apertura rispetto alla precedente linea editoriale. Innanzitutto la scelta del [...]
Carlo Verdone

Carlo Verdone

Inland n. 12/2019
"Vi ho chiesto di mettere la mia moto Honda Nighthawk in copertina perché su quella moto c'è passato il cinema italiano. Su quella moto io sono andato e tornato da [...]
Rob Zombie Reloaded

Rob Zombie Reloaded

Inland n. 8/2019
Giunto all’ottavo fascicolo, INLAND. Quaderni di cinema riavvolge per un attimo la pellicola della sua breve ma significativa storia, tornando a percorrere i passi compiuti nel 2015 quando aveva aperto [...]
America! America? - Sguardi sull'Impero antimoderno
L’impero statunitense ha sempre generato nella cultura italiana reazioni contrastanti, che spaziano da un’esaltazione semi-isterica a una condanna a priori, altrettanto paranoica. Sembra sia pressoché impossibile, per chi si confronta [...]
Dario Argento

Dario Argento

Inland n. 15/2022
Tutto è nato da Occhiali neri (2022). Dalla sua visione, certo, ma anche dal dibattito che il film ha riaperto a proposito di Dario Argento e di tutto ciò che [...]
Walt Disney - Il mago di Hollywood
«Credo che dopo una tempesta venga l’arcobaleno: che la tempesta sia il prezzo dell’arcobaleno. La gente ha bisogno dell’arcobaleno e ne ho bisogno anch’io, e perciò glielo do». Solo un [...]
4-4-2 - Calciatori, tifosi, uomini
Nel calcio s’intrecciano oggi le linee di forza del nostro tempo; talvolta vi si palesano le sue fratture, i suoi non-detti. Ecco perché il quattordicesimo fascicolo di «Antarès» è dedicato [...]
Nicolas Winding Refn

Nicolas Winding Refn

Inland n. 4/2017
Perché Nicolas Winding Refn? La risposta è semplice: perché, piaccia o no, è un autore che, più di altri, oggi ha qualcosa da dire. Sebbene sempre più distante dalle logiche [...]
Michele Soavi

Michele Soavi

Inland n. 6/2018
Il nuovo corso di INLAND. Quaderni di cinema, inaugurato dal numero #5, dedicato a Sergio Martino, è contraddistinto da aperture al cinema italiano, al passato, a trattazioni che possano anche [...]

Best seller

Autobiografia involontaria
Maurizio Nichetti è famoso come regista di Ratataplan, Ho fatto splash, Ladri di saponette, Volere volare, che sono stati visti [...]

Articoli piu' letti