«Una corrente sottomarina gli spolpò l’ossa in sussurri. / Come affiorava e affondava / passò attraverso gli stadi della maturità / e della giovinezza procedendo nel vortice» (Terra desolata, T.S. Eliot)
Nel finale di Il gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, dal balcone dell’albergo Trinacria Fabrizio Salina scruta il mare di Palermo corteggiando un’ultima volta la morte, «creatura bramata da sempre che veniva a prenderlo». Nell’epilogo di Morte a Venezia di Thomas Mann e dell’omonimo adattamento cinematografico (1971) di Luchino Visconti, che vi recupera la memoria del finale di Tomasi tralasciato nel suo film del 1963, Gustav von Aschenbach, davanti all’Hôtel [...]
Tratto da François Ozon n 2/2016