Cinema dell'assurdo. I film di Martin McDonagh

Francesco Cianciarelli
2025-05-28 09:45:36
Cinema dell'assurdo. I film di Martin McDonagh

A volte possono bastare un poker di lungometraggi e i nervi saldi, per costruirsi un’aura da regista cult. Certo, esordire con un corto da Oscar aiuta. È quanto accaduto a Martin McDonagh, acclamato in particolare per In Bruges (2008) e Tre manifesti a Ebbing, Missouri (2017). Senza fretta e con sguardo autoriale intenso, in vent’anni e 4 film il cineasta e drammaturgo inglese con origini irlandesi è diventato una figura leggendaria nel panorama internazionale.
Ne ripercorre la parabola artistica il saggio Cinema dell’assurdo. I film di Martin McDonagh (Bietti, 94 pp., 4,99 euro) a firma del critico cinematografico Francesco Cianciarelli. Orceano di stanza a Bellinzona, in Svizzera, da oltre un decennio, sarà a Brescia venerdì 30 maggio per presentare il libro in dialogo con il collega Matteo Asti, nell’evento organizzato da Piccolo Cinema Paradiso e Teatro Idra (ore 20.30 al Mo.Ca di Via Moretto 78), che prevede anche la proiezione del cortometraggio Six Shooters, che nel 2004 valse la statuetta d’oro hollywoodiana al regista e ne lanciò la carriera.
Il breve film d’esordio (27 minuti) prefigura in nuce l’alchimia di elementi destinati a divenire la formula magica dell’autore, che Cianciarelli svela nel suo testo, analizzandone la poetica: “McDonagh costruisce i suoi film su una sapiente manipolazione della loro fruizione da parte dello spettatore: portando quest’ultimo a nutrire una serie di aspettative che vengono poi disattese, generando piccoli shock cognitivi e un senso di assurdità che minaccia la sospensione dell’incredulità narrativa”. Ecco così spiegato anche “l’assurdo” evocato nel titolo del saggio. Un’esperienza straniante, portata al culmine nell’ultima opera del regista. Gli spiriti dell’isola (del 2022, candidato a nove Oscar senza poi andare oltre alle nomination in alcun caso) sulla quale pareva riflettere lo stesso McDonagh tramite un personaggio di 7 psicopatici (definito da Cianciarelli “atipico” rispetto agli altri tre in filmografia, in quanto metacinematografico), quel tormentato Marty di professione sceneggiatore, interpretato dal fidato Colin Farrell, attore feticcio del cineasta, tanto quanto Brendan Gleeson.

Paolo Fossati © Il giornale di Brescia, 28 maggio 2025

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