Editoriale

Claudio Bartolini
Michele Soavi n. 6/2018
Editoriale

Una creatura editoriale mutevole, che sia capace di riformularsi di continuo per ottemperare alle esigenze di materie e materiali sempre diversi. Un format morbido, che pur non rinnegando mai se stesso e i suoi presupposti – (icono)grafici, di lettering, ma anche di eterogeneità in quanto a contenuti e tagli – sappia cogliere l’anima estetico-filosofica dell’oggetto di cui si occupa, instaurando con essa un legame simbiotico. Uno strumento dalle infinite potenzialità, dalle quali di volta in volta prelevare ciò che può essere utile al discorso sull’autore e, quindi, al lettore che tale autore desidera approcciare, approfondire, scandagliare nei meandri misteriosi e talvolta tortuosi della sua visione del mondo, restituita al solito tramite l’alternanza tra letture di natura centrifuga (sezione Confluenze) e centripeta (sezione Audiovisivi).

Il nuovo corso di INLAND. Quaderni di cinema vuole essere tutto questo. Inaugurato dal numero #5, dedicato a Sergio Martino, è contraddistinto da aperture al cinema italiano, al passato, a trattazioni che possano anche sconfinare dai focus su registi chiave dell’immaginario contemporaneo internazionale, per imbucarsi tra le pieghe meno esplorate della nostra settima arte. Sia chiaro: non per questo non torneremo a guardare oltreconfine – in testa ci frullano idee su Pablo Larraín, Christian Petzold e Ulrich Seidl, per esempio – ma l’esigenza che ha guidato questa sesta pubblicazione ci ha di nuovo indirizzati al cinema popolare italiano. Merito anche di FI PI LI Horror Festival, che ha scelto la nostra creatura per accompagnare l’omaggio a Michele Soavi proposto nell’edizione 2018. Continuano quindi le collaborazioni – resta in essere quella, preziosa, con il mensile «Nocturno» – e INLAND continua a espandere il proprio dialogo con realtà festivaliere che eleggono la ricerca a punto cardinale. A partire da questo numero, inoltre, ai nostri monografici si affiancano le pubblicazioni di una nuova collana edita da Bietti: HI, che sin dall’enigmatica testata permette a INLAND di legarsi alla collana di saggi cinematografici Heterotopia costituendone, finalmente, un reale spin-off contenutistico. Dunque, al fascicolo che avete tra le mani (o sullo schermo) si potrà affiancare Michele Soavi. Cinema e televisione di Ilaria Feole, per una panoramica completa ed esaustiva sul regista.

Esplorare l’opera di Soavi, inoltre, ci fornisce la possibilità di mettere in dialogo grande e piccolo schermo, poiché l’artista in questione è stato alfiere della new wave della paura cinematografica tricolore anni Ottanta e Novanta (la factory-Argento) e, attualmente, è regista-chiave nel panorama della fiction prodotta dalla tv pubblica italiana. Un artista eterogeneo in quanto a canali espressivi – film, miniserie, serie, tv movie – ma euclideo nella formulazione di costanti espressive che rendono la sua library audiovisiva un oggetto compatto, coerente e coeso. Un corpo d’analisi affascinante e complesso, riflesso di un’industria che negli ultimi quattro decenni ha letteralmente cambiato pelle e, soprattutto, specchio di un Paese che tramite registi come il nostro continua a raccontare inquietudini sociali, romanzi criminali, pagine di cronaca e storia, frammenti di angoscia e paura.

Michele Soavi è artista a tutto tondo e le firme di questo numero, al solito di prim’ordine, si incaricano di esplorarne il patrimonio stilistico, il percorso produttivo e i nuclei tematici. A corredo del fascicolo, la sezione centrale propone per la prima volta – a proposito di scarti e innovazioni – un portfolio fotografico d’eccezione, con scatti dai set e dai backstage.

Buona lettura e buona visione, dunque. E un benvenuto tra le nostre pagine a Corrado Colombo, Donato Dallavalle, Fabrizio Fogliato, Marcella Leonardi, Giovanni Modica e Andrea Scarabelli, valori aggiunti a un’offerta culturale sempre più ricca e variegata.

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