Body and Souls. Il corpo nero, #BlackLivesMatter e il cinema afrosurrealista
2021-03-18 14:21:34
Body and Souls è un saggio di critica cinematografica incentrato sul nuovo cinema afroamericano: una tendenza in forte crescita che riscuote sempre più successo, soprattutto capace di stimolare riflessioni innovative e mai banali sulle questioni razziali. Negli ultimi anni, le opere figlie del cinema afroamericano sono state ben accolte dalla critica di tutto il mondo e considerate di notevole spessore artistico.
Il saggio, scritto da Lapo Gesleri e pubblicato dalla casa editrice Bietti, si focalizza sull’analisi e l’approfondimento di tre film in particolare, collocabili nel filone nel cinema afroamericano surrealista: Scappa – Get Out, Noi (entrambi di Jordan Peele) e Sorry to Bother You di Boots Riley. Il surrealismo sfocia in particolar modo nel genere horror: uno dei più funzionali e utilizzati dai registi per realizzare efficaci metafore e per veicolare messaggi di critica sociale facilmente occultabili dietro gli stilemi del genere (pensiamo al cinema di George Romero), in grado di lasciare spazio allo spettatore di ricercare i contenuti interpretabili, nascosti dietro alla simbologia della messa in scena.
La prima parte del titolo, Body, rappresenta un corpo ancora oggi soggetto a linciaggi, soprusi, violenze derivate proprio dall’invidia dei bianchi che dopo aver compreso di non poter raggiungere la fisicità afroamericana ricorrono alla repressione di quest’ultima. L’autore non solo cerca di delineare l’aggressivo atteggiamento di una cultura che predomina sull’altra, bensì tratteggia lucidamente la tendenza contemporanea riguardo alla spettacolarizzazione della cultura black, poiché “va di moda”: l’elogio degli sportivi, dei cantanti e anche degli attori afroamericani ha raggiunto livelli impensabili. L’autore elabora questo pensiero scaturito dalle tematiche sulla mercificazione del corpo, presenti in particolar modo in Scappa – Get Out: “l’appropriazione e lo sfruttamento dei corpi neri per mano di bianchi, nel passato come nel presente, dalla schiavitù allo spettacolo e allo sport, oggetti esotici e idolatrati di una disumanizzante e contorta forma di razzismo”.
Souls, sta per l’anima ormai frammentata (concetto suggerito dall’uso del plurale), divisa e quindi difficilmente componibile, dell’intera comunità afroamericana costretta a conformarsi, negando sé stessa, alla comunità bianca: “L’esproprio dell’anima dal corpo diventa metafora di una passività non voluta ma subìta dall’afroamericano, impossibilitato ad affermarsi da sé per quello che è, sempre costretto a farlo passando dall’approvazione e dalla benevolenza dei bianchi”.
La scrittura, molto scorrevole ed elegante, è arricchita di approfondimenti dedicati a film caratterizzati da curiosità che sapranno sicuramente divertire i più cinefili. L’efficacia del saggio non risiede solo nella sua capacità (comunque eccezionale) di stimolare l’interesse degli appassionati di cinema, ma anche nel fatto che sappia accogliere un pubblico più ampio. L’esposizione dei contenuti (la perdita di identità della comunità afroamericana, lo sfaldamento dell’istituzione familiare nera, il ruolo della donna afroamericana) e l’analisi dei film sono la conferma di come il cinema riesca a suscitare dialoghi coinvolgenti ed educativi sulla realtà in cui viviamo. Il saggio in questione si pone come strumento utile per instaurare un dialogo collettivo o una riflessione individuale e per fare chiarezza su alcuni aspetti intrinseci al film non facilmente interpretabili.
Body and Souls è una lettura consigliatissima e la prova riuscitissima di come sia fondamentale abituarsi ad interpretare e ad analizzare un prodotto filmico, con il fine ultimo di accrescere le proprie capacità critiche, indispensabili per la formazione della persona. Non a caso lo stesso autore, fin dalla bellissima dedica iniziale, ci tiene a ribadire l’importanza di questo concetto: “A mio padre, che mi ha insegnato l’amore per l’arte e il pensiero critico”. A maggior ragione, in una contemporaneità invasa da una “cultura dell’immagine”, dove le giovani generazioni navigano in un caos mediatico, caratterizzato da una moltitudine di schermi, l’analisi e l’interpretazione filmica assumono ancor più valore affinché le visioni non si riducano a mero consumismo di prodotti d’intrattenimento, bensì a visioni utili e sensate, mirate allo sviluppo del pensiero critico e mirate a stimolare una partecipazione attiva da parte dei fruitori.
Matteo Malaisi © LongTake 17 marzo 2021