Narrativa: Cenerentola

Ugo Ciaccio
Walt Disney – Il mago di Hollywood n. 10/2015
Narrativa: Cenerentola

Molto tempo fa, in una regione lontana che oggi non esiste più, viveva un mercante di stoffe preziose con sua moglie, una sarta talmente abile che, quando il re si maritò, le fu chiesto di confezionare gli abiti per il corredo della regina.

I compaesani non videro di buon occhio la rapida ascesa della sarta e presto le malelingue cominciarono a chiamarla strega; secondo alcuni era dal demonio che aveva imparato l’arte di confezionare vestiti con tessuti intinti nella magia più spaventosa.

Il vociare del popolino andò rafforzandosi quando la regina partorì una femmina al posto dell’atteso erede maschio. Fu l’anno successivo, alla nascita della seconda figlia, che le voci arrivarono alle orecchie del re. Quando la regina rimase incinta per la terza volta, il sovrano diede ordine di bruciare tutti gli abiti del corredo e d’imprigionare la sarta, promettendo che, se a seguito di questa decisione fosse nato un maschio, la donna sarebbe stata condotta al rogo come strega.

Qualche settimana dopo, il mercante venne a sapere che anche sua moglie era incinta e chiese udienza a corte per implorare misericordia.

«Tua moglie sarà liberata solo quando sarà provata la sua innocenza, ovvero se la regina partorirà ancora una femmina; in caso contrario, avremo la conferma che i vestiti imbastiti da tua moglie sono maledetti» fu la risposta del sovrano.

Nove mesi dopo nacque l’erede maschio.

Il giorno stesso fu allestita la pira. Ognuno fece la propria parte: i contadini dei dintorni pensarono alla legna, i carpentieri sollevarono il palo, gli spazzacamini portarono cento sacchi di cenere sui quali allestire il rogo e il fabbro forgiò lacci di ferro con i quali immobilizzare la strega. Tutto questo fu fatto in un sol giorno e alla sera iniziò il martirio.

Tutto sembrava andare nel migliore dei modi quando avvenne qualcosa di miracoloso: prima che le fiamme lambissero i piedi della sarta, dal suo ventre sgusciò fuori una bambina che cadde sul letto di cenere, dando al sarto il tempo di prenderla e portarla in salvo. Fu per questo motivo che egli la chiamò Cenerentola.

Un giorno il mercante conobbe una vedova con due figlie: avevano nobili origini ma erano successivamente cadute in disgrazia. Intravedendo in quella famiglia un futuro più sicuro per sé e per Cenerentola, la sposò.

Le cose andarono bene finché il mercante non cadde da cavallo rimanendo gravemente menomato, incapace di parlare e di muoversi; fu allora che le tre donne presero il sopravvento su Cenerentola, con l’obiettivo di mandarla in convento per poi accaparrarsi la sua eredità. Fintanto che la giovane non avesse accettato di prendere i voti, sarebbe stata costretta a espiare i suoi peccati facendo la sguattera.

Cenerentola sopportò le ingiustizie con rassegnazione per evitare al genitore ulteriori sofferenze e umiliazioni.

La matrigna e le due figlie erano molto determinate nel volersi impossessare dell’eredità, ma la ragazza era più forte del previsto e il rischio che resistesse fino al momento di entrare in possesso dei beni del padre era reale. La soluzione si presentò quando un banditore si fermò nella piazza del paese per annunciare un evento eccezionale: il re aveva concesso al principe di scegliere la ragazza da sposare; per questo motivo, aveva organizzato un ballo a corte al quale si sarebbero dovute presentare tutte le giovani spasimanti del reame.

«È un’occasione che non dobbiamo perdere» disse la matrigna.

«Il principe è mio» fece la prima figlia.

«No!» urlò la sorella dando una spinta a Cenerentola, che cadde a terra; entrambe la presero a calci, come fosse lei la causa del litigio. Gli occhi del padre fissavano increduli la scena; fu in quel momento che decise di aiutarla.

Nelle quattro settimane che mancavano al ballo Cenerentola fu dispensata da ogni dovere domestico: aveva diverse costole rotte, sputava sangue e non riusciva a stare in piedi. Non avevano più bisogno di lei: belle com’erano, le due sorellastre erano sicure che il principe avrebbe scelto una di loro.

Dopo tre settimane, Cenerentola era in fin di vita, ma una notte il padre andò a farle visita.

«Sei tu?»

«Sono proprio io, tesoro mio, sono qui per aiutarti».

Lei si mise a singhiozzare.

«Non piangere» fece lui, asciugandole le lacrime con un soffio, «presto starai bene e sposerai il principe.»

Lei tese una mano ma la abbassò subito per la stanchezza.

«Ascoltami» fece il mercante, dandole un bacio sul petto e facendo svanire il suo dolore. «In un angolo della stalla c’è una botola ben nascosta: lì sotto troverai le stoffe che donai a tua madre quando me ne innamorai; sono di tre fatture differenti, una sottile e trasparente, l’altra morbida e calda, l’ultima rigida e inamidata. Usa la prima per fare un velo che copra il tuo volto: ti renderà invisibile e desiderabile. La seconda è per il vestito: basterà un solo ballo per accendere nel principe un fuoco inestinguibile. La terza, infine, è per le scarpe, che terranno vivo in lui il ricordo della passione provata per te. Sono venuto in questo paese perché amavo tua madre e ora lo lascio perché amo te.» Detta quest’ultima frase, voltò le spalle e uscì dalla stanza.

L’indomani, la ragazza corse nella camera del padre: il corpo dell’uomo giaceva sul letto, senza vita.

Dopo la sepoltura, si ricordò di quanto le aveva detto e andò a cercare la botola nella stalla.

 

Quando arrivò la notte del ballo, Cenerentola non aveva ancora finito il suo abito. Il principe avrebbe dovuto necessariamente indicare la sua sposa entro la mezzanotte: se non lo avesse fatto, sarebbe stato il re a scegliere la moglie giusta per lui, destinata a regnare.

Alle sei di sera il castello era già tutto illuminato; ogni torre e ogni merlo era attrezzato di torce contornate da specchi che diffondevano una luce magica visibile per chilometri.

Il ballo iniziò alle sette; le sorellastre furono tra le prime ad arrivare, per attirare l’attenzione del principe. Le ore passarono velocemente e le danze interminabili stancarono il rampollo prima di quanto egli avesse immaginato.

Cenerentola, recatasi a piedi al castello, arrivò alle undici passate. Fece il suo ingresso nella sala con il viso nascosto da un velo azzurro, ma il suo sguardo raggiunse il principe e lo scosse, benché di spalle; questi lasciò la ragazza con la quale stava ballando e si diresse verso la misteriosa giovane.

Abbracciarsi e iniziare a ballare fu un’unica cosa: la prese per la vita, accarezzando la seta del corpetto; gli sembrò di sentire il calore della sua pelle. Rimaneva meno di un’ora alla fine del ballo, ma lui aveva già scelto: era quella la donna con cui avrebbe diviso il regno.

A mezzanotte il re scese dal trono e attraversò la sala: «Figliolo, hai scelto la donna da prendere in sposa?».

«Sì, padre, è lei» disse, sollevando la mano di Cenerentola.

Fu in quel momento che il re s’immobilizzò: «Questi vestiti» balbettò. «Conosco questo tessuto» disse il re, sfiorandola. Provò a parlare ancora ma la saliva gli si fermò in gola, soffocandolo; divenne blu e cadde a terra. Il principe tentò di aiutarlo ma era troppo tardi; quando si rialzò, lei era scomparsa tra la folla. Provò a rincorrerla: l’unica cosa che trovò fu una delle sue scarpette d’oro e broccato.

Il giorno dopo fu dichiarato il lutto in tutto il reame; al fastoso funerale intervenne l’intera popolazione e i regnanti delle regioni circostanti. L’unico assente, almeno con la mente, fu il principe. Aveva trascorso la notte in adorazione della scarpetta. Ne aveva imparato alla perfezione le forme ma soprattutto l’odore; sembrava che il tessuto fosse stato fatto apposta per assorbire l’essenza della misteriosa dama. Un profumo inconfondibile, un misto di sapore animale, spezie e fiori; e la morbidezza era tale che baciandola gli sembrava di essere ancora in sua compagnia.

Due giorni dopo decise che l’avrebbe trovata a qualsiasi costo e mandò in giro dei banditori ad annunciare che la proprietaria della scarpa sarebbe stata la prossima regina. Uno dei suoi consiglieri gli fece presente che l’odore è un elemento distintivo che i cani sanno distinguere meglio degli uomini; per questo fu addestrata una muta da caccia per cercare quel profumo in tutti i villaggi del regno.

Molte ragazze si presentarono come proprietarie della scarpetta ma il fiuto degli animali era così fino che non fu possibile ingannarli.

Giunsero infine nella casa di Cenerentola. Le sorellastre erano pronte ad accogliere i cani del principe con uno stratagemma suggerito dalla madre: una delle due figlie, quella con maggiori probabilità di successo, aveva cosparso le proprie estremità con un velo di strutto. I cani, golosi dell’alimento, si sarebbero soffermati entusiasti, indicando quella come la prescelta al trono. E così fecero: due grossi mastini annusarono i piedi della prima figlia, scartandola subito; quando passarono all’altra, l’odore di grasso li mandò in estasi e cominciarono a scodinzolare; tuttavia, addestrati a non mangiare né leccare nulla senza aver avuto l’ordine dal loro padrone, non la sfiorarono.

Subito fu chiamato il principe, che arrivò alla villa qualche ora dopo, con la scarpa.

«Maestà» disse il consigliere, soddisfatto del proprio lavoro, «ecco la ragazza.»

Il giovane s’inginocchiò e le prese il piede; appena lo portò al naso e sentì l’orrendo odore di grasso, si allontanò, spostandolo verso i cani. Un segnale che le bestie interpretarono come un invito: vi si avventarono sopra, azzannandolo e sbranandolo fino alla caviglia. Quando ebbero finito di spolpare l’appetitoso boccone, uno di loro si voltò verso la porta della cantina, fiutando una nuova traccia: in pochi secondi furono tutti nella stanza di Cenerentola.

Il principe capì subito chi fosse quella ragazzetta timida e scialba ma tanto seducente, lanciò via la scarpa e si gettò ai suoi piedi, rimanendovi per molto tempo.

Qualche mese dopo, Cenerentola divenne la nuova regina e non passò un anno che prese in mano le redini del regno e di quel popolino che tanto male le aveva fatto.

E iniziarono i roghi.

[Vai all'indice]

Scarica il pdf

Ultime uscite

François Ozon

François Ozon

Inland n. 2/2016
Il secondo numero di INLAND è il primo volume dedicato in Italia a François Ozon. Regista tra i generi, firma sfuggente all’etichetta d’autore, nei suoi film Ozon fa riverberare echi [...]
Fiume Diciannove - Il Fuoco sacro della Città di Vita
1919-2019. Un secolo fa Gabriele d’Annunzio entrava in Fiume d’Italia, dando vita a quella che sarebbe stata una rivoluzione durata cinquecento giorni. Un’atmosfera febbricitante e festosa, ma anzitutto sacra, qui [...]
Aldo Lado

Aldo Lado

Inland n. 9/2019
Quello che stringete tra le mani è il numero più complesso, stratificato, polisemantico del nostro – vostro – INLAND. Quaderni di cinema. Lo è innanzitutto grazie al parco autori, mai [...]
Dylan Dog - Nostro orrore quotidiano
Detective dell’Occulto, Indagatore dell’Incubo, Esploratore di Pluriversi: come definire altrimenti Dylan Dog, dal 1986 residente al n. 7 della londinese Craven Road? Le sue avventure – che affrontano tutti gli [...]
Dino Buzzati - Nostro fantastico quotidiano
Vi sono autori, come disse una volta Conan Doyle, che «hanno varcato una porta magica». Tra questi spicca Dino Buzzati, che ha condotto il fantastico nel cuore pulsante della materia. [...]
William Lustig

William Lustig

Inland n. 13/2020
Gennaio 2015, riunone di redazione: si discute a proposito della nascita di INLAND. Quaderni di cinema. A chi dedicare i primi tre numeri? Idee tante, unanimità poca. Restano quattro progetti, [...]
Jorge Luis Borges - Il Bibliotecario di Babele
Jorge Luis Borges è un autore oceanico, un crocevia di esperienze, storie, civiltà e piani dell’essere, un caleido­scopio nel quale il passato si fa futuro e il futuro si rispecchia [...]
Antonio Bido

Antonio Bido

Inland n. 11/2019
Girata la boa del decimo numero, INLAND. Quaderni di cinema compie altri due significativi passi in avanti. Innanzitutto ottiene il passaporto. A rilasciarlo è stato il Paradies Film Festival di Jena [...]
Carlo & Enrico Vanzina

Carlo & Enrico Vanzina

Inland n. 7/2018
INLAND. Quaderni di cinema numero #7 nasce nell’ormai lontano dicembre 2017, in un bar di Milano dove, di fronte al sottoscritto, siede Rocco Moccagatta, firma di punta di tutto quel [...]
Lav Diaz

Lav Diaz

Inland n. 3/2017
È da tempo che noi di INLAND pensiamo a una monografia dedicata a Lav Diaz. Doveva essere il numero #1, l’avevamo poi annunciato come #2, l’abbiamo rimandato in entrambe le [...]
Mike Flanagan

Mike Flanagan

Inland n. 16/2023
Lo specchio è un simbolo polisemantico. Investe la sfera delle apparenze, ma anche quella dei significa(n)ti. Chiama in causa l’estetica, la filosofia e, insieme, la psichiatria. È l’uno che contiene [...]
Manetti Bros.

Manetti Bros.

Inland n. 14/2022
Febbraio 2020. Inland. Quaderni di cinema numero #13 va in stampa con una nuova veste. Brossura, dorso rigido, grammatura della copertina aumentata. Il numero è dedicato a William Lustig, alfiere [...]
Lune d'Acciaio - I miti della fantascienza
Considerata da un punto di vista non solo letterario, la fantascienza può assumere oggi la funzione un tempo ricoperta dai miti. I viaggi nello spazio profondo, le avventure in galassie [...]
Rob Zombie

Rob Zombie

Inland n. 1/2015
Con la parola inland si intende letteralmente ciò che è all’interno. Nel suo capolavoro INLAND EMPIRE, David Lynch ha esteso la semantica terminologica a una dimensione più concettuale, espansa e [...]
Pupi Avati

Pupi Avati

Inland n. 10/2019
Numero #10. Stiamo diventando grandi. Era da tempo che pensavamo a come festeggiare adeguatamente questa ricorrenza tonda, questo traguardo tagliato in un crescendo di sperimentazioni editoriali, collaborazioni, pubblicazioni sempre più [...]
Philip K. Dick - Lui è vivo, noi siamo morti
Celebrato in film, fumetti e serie tv, Philip K. Dick ha stregato gli ultimi decenni del XX secolo. Ma il suo immaginario era talmente prodigioso che, a furia di sondare [...]
Sergio Martino

Sergio Martino

Inland n. 5/2017
Giunto al quinto numero, INLAND. Quaderni di cinema affronta uno snodo cruciale, fatto di significative ed emblematiche svolte che segnano uno scarto, un’apertura rispetto alla precedente linea editoriale. Innanzitutto la scelta del [...]
Carlo Verdone

Carlo Verdone

Inland n. 12/2019
"Vi ho chiesto di mettere la mia moto Honda Nighthawk in copertina perché su quella moto c'è passato il cinema italiano. Su quella moto io sono andato e tornato da [...]
Rob Zombie Reloaded

Rob Zombie Reloaded

Inland n. 8/2019
Giunto all’ottavo fascicolo, INLAND. Quaderni di cinema riavvolge per un attimo la pellicola della sua breve ma significativa storia, tornando a percorrere i passi compiuti nel 2015 quando aveva aperto [...]
America! America? - Sguardi sull'Impero antimoderno
L’impero statunitense ha sempre generato nella cultura italiana reazioni contrastanti, che spaziano da un’esaltazione semi-isterica a una condanna a priori, altrettanto paranoica. Sembra sia pressoché impossibile, per chi si confronta [...]
Dario Argento

Dario Argento

Inland n. 15/2022
Tutto è nato da Occhiali neri (2022). Dalla sua visione, certo, ma anche dal dibattito che il film ha riaperto a proposito di Dario Argento e di tutto ciò che [...]
Walt Disney - Il mago di Hollywood
«Credo che dopo una tempesta venga l’arcobaleno: che la tempesta sia il prezzo dell’arcobaleno. La gente ha bisogno dell’arcobaleno e ne ho bisogno anch’io, e perciò glielo do». Solo un [...]
4-4-2 - Calciatori, tifosi, uomini
Nel calcio s’intrecciano oggi le linee di forza del nostro tempo; talvolta vi si palesano le sue fratture, i suoi non-detti. Ecco perché il quattordicesimo fascicolo di «Antarès» è dedicato [...]
Nicolas Winding Refn

Nicolas Winding Refn

Inland n. 4/2017
Perché Nicolas Winding Refn? La risposta è semplice: perché, piaccia o no, è un autore che, più di altri, oggi ha qualcosa da dire. Sebbene sempre più distante dalle logiche [...]
Michele Soavi

Michele Soavi

Inland n. 6/2018
Il nuovo corso di INLAND. Quaderni di cinema, inaugurato dal numero #5, dedicato a Sergio Martino, è contraddistinto da aperture al cinema italiano, al passato, a trattazioni che possano anche [...]

Ultimi post dal blog

Fabrizio Fogliato è un esperto di cinema e in particolare del cinema dei generi. Da anni pubblica regolarmente saggi e analisi che diventano punti di riferimento per il mondo del cinema. Lo scorso anno ha mandato in stampa un nuovo importante volume intitolato Con la rabbia agli occhi. Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano. Lo abbiamo intervistato per farci spiegare di che cosa si tratta e in che modo ha analizzato il cinema criminale della Penisola. Partiamo dal titolo. Come mai ha scelto Con la rabbia agli occhi, che è anche il titolo di un film degli anni 70? Con la rabbia [...]
Benedetta Pallavidino ha raccontato un attore molto controverso nel suo Helmut Berger. Ritratto su pellicola, edito da Bietti Edizioni nella collana Fotogrammi. L’abbiamo intervistata. L’attore classe 1944 è scomparso il maggio scorso ed è stato interprete di tanti capolavori tra cui diversi film di Luchino Visconti con cui ebbe anche una relazione. Ecco le sue parole sull’artista: Come nasce la tua voglia di andare a raccontare un personaggio controverso come Helmut Berger? Nasce dal fatto che l’ho sempre trovato un attore molto sottovalutato, ricordato solo per essere stato il divo e il compagno di Visconti. È sicuramente vero che diretto da [...]