Julius Evola: storia di un’equazione personale

Luca Siniscalco
Il paradosso romeno – Eliade, Cioran e la «giovane generazione» n. 7/2014
Julius Evola: storia di un’equazione personale

È da poco in libreria la nuova edizione di un libro che manca all’appello da più di quattro decenni, la cui precedente pubblicazione risale al 1972. Si tratta dell’autobiografia spirituale di Julius Evola, Il cammino del cinabro, in una nuova edizione dotata di un corposo apparato di note esplicative – in tutto più di cinquecento –, bibliografie per i singoli capitoli, una gran quantità di documenti inediti, una bibliografia completa di tutte le opere evoliane, includente le edizioni straniere, nonché un apparato di fotografie provenienti dagli archivi della Fondazione Julius Evola. A spiegarci la struttura di questo volume è Gianfranco de Turris, segretario della Fondazione dedicata al filosofo romano: «Il libro venne pensato da Evola come una guida postuma alle sue opere. Fu il suo editore, Vanni Scheiwiller, a chiedergli di pubblicarlo in vita, per chiarire numerosi equivoci nati da Cavalcare la tigre». Alla prima edizione del 1963 ne seguì una accresciuta, nove anni dopo: la terza «utilizza molti dei materiali emersi negli ultimi quarant’anni, per completare quanto detto nella biografia e colmare le lacune del libro, dovute a dimenticanze – o ad altri motivi, che non conosciamo». Si tratta, continua de Turris, di un libro che in qualche modo ricapitola le varie attività del filosofo romano: «Trattandosi di domini molto vari, che vanno dalla tradizione ermetica alla metafisica del sesso, dalla critica – quanto mai attuale – al neospiritualismo alla riflessione politica, dalla filosofia alle dottrine orientali, ognuno può scegliere di quale occuparsi, secondo la propria, come la chiamò Evola stesso, equazione personale». Da qui la sua collocazione nella storica collana “Opere di Julius Evola”, all’interno della quale Il cammino del cinabro occupa una posizione molto particolare: «Ho pensato a questo libro come a un’opera propedeutica, che andrebbe letta prima degli altri libri, di modo da avere una panoramica generale dei suoi studi. Un libro per i nuovi lettori, dunque, ma anche per i veterani, che troveranno in queste pagine molti materiali completamente sconosciuti, provenienti dagli Archivi Generali dello Stato, da fondi privati e dalla Fondazione J. Evola». Quali i nuovi progetti della collana in questione, che compie vent’anni? Anzitutto, continua de Turris, «una nuova edizione de L’individuo e il divenire del mondo ricca di documenti e di apparati, poi la riedizione di Ricognizioni». Infine, un’ultima chicca: «Vorrei approntare un libro per ricapitolare le attività del filosofo romano, dell’Evola artista, comprendente tutto: pittura, poesia, saggistica e via dicendo». Quale, gli chiediamo in conclusione, l’attualità della riflessione evoliana? «Il suo messaggio è la necessità di un processo di ricostruzione interiore in un mondo che ha perso qualsiasi riferimento valoriale. La catastrofe della politica, del vivere comune, della morale e la disgregazione di quelli che sembravano punti di riferimento immodificabili sono lì a dimostrarlo». Una sapienza assai preziosa per affrontare la crisi che stiamo vivendo, dunque, di cui le pagine evoliane de Il cammino del cinabro sono importante e imprescindibile breviario. Julius Evola, Il cammino del cinabro, terza edizione corretta e aumentata, saggio introduttivo di Geminello Alvi, revisione, bibliografie, documenti e note a cura di Gianfranco de Turris, Andrea Scarabelli e Giovanni Sessa, Edizioni Mediterranee, Roma 2014, pp. 439, € 32,50.

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