"Suspiria". Sospiri di antropologia fantastica

Paolo Bottazzini
Dario Argento n. 15/2022

Insecta
Ho sempre odiato gli scarafaggi. So bene che sono innocui, ma la loro apparizione denuncia un’incrinatura profonda nell’universo: ricoprono l’immensità della notte, brulicando innumerevoli nel sottosuolo della terra e dell’anima. David Hume ha consegnato ai Dialoghi sulla religione naturale uno sciame di pensieri altrettanto tenebrosi, e per questa ragione si è preoccupato che fossero pubblicati solo dopo la sua morte. L’argomentazione confuta la possibilità di una causa prima della natura, o anche solo di un architetto dell’armonia del mondo. La perfezione del cosmo può essere celebrata solo da menti servili, che sperano Dio sia all’ascolto mentre formulano l’elogio, e le ricompensi per il pensiero gentile. Se il gusto di spezzare i legami simbolici tra uomo, creatore, natura, definisce il carattere diabolico, quello di Hume si iscrive a pieno titolo in questa progenie di cattivi soggetti: il mondo viene abbandonato al sospetto dell’assenza di senso, alla tentazione del caos, alla sedizione dell’amoralità.
Gli scarafaggi sono la prova del disordine presentito da Hume, o almeno lo sono per me: l’abisso del male si espande sull’universo non appena si scosti la tenda sbagliata. In Suspiria di Dario Argento l’incongruenza tra la verità malvagia dell’universo e l’apparenza quotidiana trapela nell’infestazione di larve che tormenta la scuola di danza di Friburgo: l’Accademia diventa un incubatore per insetti che ora strisciano e gocciolano da soffitti, ora sono impiantiti sulle ragazze, sugli insegnanti, sulla quiete della vita domestica. La scena denuncia l’orrore che deturpa il collegio, senza che nessuno o nulla nell’intreccio del film si preoccupi di spiegarne cause o conseguenze. Il disagio esistenziale, il mondo come male e angoscia, sono il sostrato e la giustificazione dell’episodio. Tocca al professor Hans Milius illustrare il senso dell’esperienza che la protagonista Susy Benner ha dovuto superare all’Accademia: il docente universitario le chiarisce che le streghe usano la magia per realizzare i loro «interessi privati» e possono pervenire a questo risultato «solo attraverso il male».

Naturalia
L’Accademia selezionata da Susy è infestata da streghe più ancora che da insetti, e la piega che il mondo assume in loro prossimità è anche più deformante di quanto già capiti di regola. Il volto della realtà appare persino più distorto di quello che si affaccia nella mia cantina. Nella radicalità del professor Milius si avverte un’eco di Georges Bataille: la letteratura che tenta di cogliere la natura delle streghe entra in commercio con il Male più di ogni altra. Tutto deriva da una violenza originaria comune, consumata nei riti religiosi; poi il Medioevo impone la separazione delle carriere. Da una parte la chiesa e la cultura ufficiale praticano il sacrificio, di cui beneficia la comunità e che è approvato dal canone sociale; dall’altra parte le streghe consumano il maleficio, che si articola in un dominio privato ed è, di conseguenza, stigmatizzato dalle istituzioni e dalle loro leggi.
Le streghe non sono sempre state brutte e cattive, come le dipingono il Concilio di Trento e la predicazione che ha accompagnato i roghi dell’Inquisizione. In La strega, lo storico Jules Michelet proclama la simpatia per le sue fattucchiere fino a renderle eroine epiche. Il Dio dei papi e della Chiesa si schiera sempre a difesa dei potenti, degli oppressori che legano nei ceppi della schiavitù il popolo degli agricoltori e degli artigiani, prima attraverso la forza delle armi, poi attraverso l’arroganza dell’oro: Gesù, e la religione ufficiale che lo osanna, tutelano la gerarchia esistente e i soprusi che la violenza del potere esercita sulle famiglie del contado e dei villaggi sottoposti al controllo di castelli e abbazie. Sopprimono la tradizione di piccole divinità della terra e della casa, che soccorrono gli individui nelle fatiche di tutti i giorni; accettano la dissoluzione dei rapporti di protezione del clan, per convertire ogni genere di relazione in un sistema di valutazioni commerciali e di scambi di denaro. In questo quadro la strega ripristina i saperi pagani della natura, raccoglie erbe medicinali, prepara pozioni per la salute e la bellezza, distilla filtri per il sollievo dalle vessazioni delle autorità e della sorte. Nella sua figura risorge la solidarietà ancestrale che riarticola la comunità degli uomini e l’abbraccio confidente con le potenze del cosmo; ma si prepara anche la via che conduce alla contestazione dei dogmi religiosi e alla nascita delle scienze, attraverso l’osservazione empirica e il rispetto dell’apprendimento dall’esperienza.

Maleficia
Fin qui tutto bene: la scordatura dell’universo sospettata da Hume viene addirittura scongiurata dalla strega, che ricuce l’armonia del cosmo ergendosi a medico dei poveri, patrona degli oppressi, alfiere dell’innovazione scientifica. Ma nella natura che le sue arti frequentano e dominano, si estendono anche i sentieri degli scarafaggi e le tane delle larve – e il loro tramestio non promette nulla di buono. A distillati e pomate si affiancano veleni e droghe per stordire gli avversari, ammaliarli, menomarli, e quando necessario sterminarli. L’insegnante di botanica, aiutante e consigliere, è Satana: le sue radici affondano nel politeismo pagano, ma il suo carattere turbina tra fulmini, fiamme e fiele.
Anche in Suspiria le streghe sembrano nutrire un’ostilità ideologica verso l’opulenza delle loro allieve. Nelle conversazioni tra le ragazze indugia l’onnipresenza del tema economico: ogni forma di interazione si converte in un’occasione commerciale, persino gli individui si pesano in denaro. L’ospitalità che Susy riceve dalla compagna di corso Olga all’arrivo a Friburgo viene misurata nel prezzo dell’affitto; le scarpine per gli esercizi di danza le sono proposte in vendita prima che in prestito; il valore di Mark, il ragazzo che la circonda di attenzioni galanti, viene calibrato sul piatto delle sue scarse risorse finanziarie. Il genocidio è il piano delle streghe che governano l’Accademia per contrastare la superbia delle giovani affidate alle loro cure: il modus operandi ammette qualunque mezzo, purché crudele. Susy viene drogata con il vino e i pasti, ma in generale le matrone prediligono armi e strumenti da taglio come coltelli, frammenti di vetro, filo spinato.
Come previsto da Milius e prescritto dal patto con il demonio, l’obiettivo viene raggiunto solo tramite il male; ma l’interesse privato che dovrebbe essere garantito dai delitti appare poco chiaro. Cosa vogliono le streghe? L’eliminazione di ragazze che pagano l’iscrizione ai corsi non può contribuire al vantaggio dell’Accademia, che con la perdita di clienti incorre in scarsità di materia prima per le fatture (sia finanziarie, sia esoteriche). Forse si potrebbe invocare un principio di determinismo comportamentale, in forza del quale gli individui che ricevono la chiamata stregonesca non possono sottrarsi all’attuazione della lotta di classe contro la ricca borghesia tedesca e americana, anche in caso di conflitto con la teoria della decisione razionale. Certo, non si può pretendere che la consorteria fattucchiera sia versata nel calcolo degli Equilibri di Nash. Inoltre, lo storico Carlo Ginzburg ha collezionato un archivio di prove che certificano il carattere costrittivo della chiamata al sabba. Questa elezione spetta a chi nasce con il corpo avvolto nella membrana amniotica in uno dei quattro periodi di equinozio o di solstizio: la “camicia” è percepita come un’anima esterna, che mostra l’affinità del neonato con i morti, e lo arruola nelle schiere che assaltano il mondo dell’aldilà per tornare con i semi delle prossime messi e gli animali da allevare o catturare. Richella, Erodiade, Diana, Perchta, Helda, Oriente sono i nomi delle divinità riconducibili a riti pagani di propiziazione del raccolto e della venagione, che gli inquisitori hanno confuso con declinazioni di Satana. L’eletto viene reclamato nel loro passaggio notturno: nessuno può marinare l’appello. L’anima esce dal corpo in forma di animale, o vola in groppa a bestie domestiche e selvatiche, un po’ come i rapaci notturni e i pipistrelli che irrompono nelle stanze delle studentesse di Suspiria, o che attraversano la Königsplatz in cui il pianista cieco Daniel viene sbranato dal suo cane.
I bestiari sono ciarlieri, e basta interrogarli per sapere tutto sulle paranoie dei loro compilatori. Hume odia le zanzare e le cita sul banco dei testimoni contro la pessima qualità di fabbricazione dell’universo; Orwell alleva topi nella stanza 101 di 1984, per scatenare un terrore che annulla la personalità della vittima. Suspiria predilige larve e civette: d’altronde l’etimo strix allude a uccelli notturni o alle loro grida. Ginzburg riferisce che nella tradizione sacrificale siberiana venivano divorate le carni dell’animale immolato, poi gli sciamani riempivano la sua pelle con le ossa e la paglia per assicurarne la rinascita e il ritorno alla prossima battuta di caccia. Spesso gli inquisitori hanno accusato le streghe di uccidere bambini non battezzati (ma anche uomini adulti) per consegnare la loro anima al demonio, e riattivarli dopo averli riempiti di paglia. Nell’ultima sequenza di Suspiria, la direttrice dell’Accademia rianima il cadavere di Sarah per armarlo di pugnale e avventarlo contro Susy.

Sadica

Ma più che il sabba e le congreghe stregonesche, il modello dell’Accademia di Suspiria sembra essere il cenacolo di Sade: la scuola non sa nulla di feste o di battaglie magiche, ma traveste tutti i caratteri delle riunioni celebrate dai libertini del Divin Marchese. L’istituto è isolato dal mondo: per raggiungerlo occorre attraversare una foresta regolarmente squassata da vento e tempesta. Le insegnanti rinchiudono le ragazze tra le mura dell’Accademia, e impediscono anche a Susy di vivere in città. Dentro il perimetro del convitto sono sospese le regole della vita consueta; l’aula con il pianoforte, la palestra convertita in dormitorio, la piscina, le stanze singole, si trasformano in altrettante istituzioni che esercitano la loro pressione sui corpi delle allieve, li piegano, li torturano e li rimodellano, con una finalità pedagogica i cui destinatari non sono né le vittime né le loro compagne, ma gli spettatori del film (come in Sade lo è il lettore). La lezione che viene loro impartita è che tutto l’universo è male: larve, scarafaggi e zanzare sono l’essenza ultima del mondo, non incidenti occasionali. L’armonia è l’episodio fortuito, la tranquillità quotidiana è l’allucinazione che rinnega una realtà in cui la Provvidenza – se esiste – soccorre i malvagi e punisce gli innocenti. Hume è ancora troppo ottimista nell’affidare il cosmo al caso, perché il progetto divino esiste, ma il suo ideale è il delitto, la sua prassi è la tortura, la sua atmosfera è l’ansia.

Suspiria
Le streghe che immergono Sade nella cultura dei nostri giorni ci costringono però a constatare quanto il Male abbia perso in genio e capacità creativa. Le matrone di Suspiria sono assassine e torturatrici prive di qualunque talento: procedono senza ordine, agiscono senza un disegno preciso, non hanno alcuna sensibilità per la sintassi delle malvagità, soccombono al loro compito senza aspirazioni e senza inventiva. In Sade il movente concettuale è il motore della foga cumulatrice di efferatezza: bisogna orchestrare un abominio così enorme da offendere per sempre la natura, da rendere orgoglioso il dio o il demiurgo che hanno forgiato questo mondo malvagio.
Le streghe di Argento ci fanno sospirare di fronte a tanta grandezza andata perduta: non siamo più all’altezza delle nostre perversioni. Anche il male si infastidisce per le larve e chiama d’urgenza l’agenzia di disinfestazione. Oggi Suspiria accoglierebbe agenzie ecologiche che ripuliscono scarafaggi, larve e zanzare, con le civette e i pipistrelli delle streghe, senza più alcun ricorso a chimica e derivati dal petrolio. L’ansia che emana dagli orrori dell’Accademia di Danza insegna che il cosmo è male, ma che trecento anni di carriera da Sade lo hanno lasciato senza speranza e senza immaginazione.

CAST & CREDITS
Regia: Dario Argento; soggetto: Dario Argento, Daria Nicolodi; sceneggiatura: Dario Argento, Daria Nicolodi; fotografia: Luciano Tovoli; scenografia: Giuseppe Bassan; costumi: Pierangelo Cicoletti; montaggio: Franco Fraticelli; musiche: Goblin, Dario Argento; interpreti: Jessica Harper (Susy Benner), Stefania Casini (Sarah), Flavio Bucci (Daniel), Miguel Bosé (Mark), Alida Valli (miss Tanner), Joan Bennett (madame Blanche), Barbara Magnolfi (Olga), Susanna Javicoli (Sonia), Eva Axén (Patricia Ingle), Renato Scarpa (professor Verdegast), Franca Scagnetti (cuoca); produzione: Claudio Argento per Seda Spettacoli; origine: Italia, 1977; durata: 99’; home video: Blu-ray Videa, dvd Videa; colonna sonora: Cinevox Records.

[Vai all'indice]

Scarica il pdf

Ultime uscite

François Ozon

François Ozon

Inland n. 2/2016
Il secondo numero di INLAND è il primo volume dedicato in Italia a François Ozon. Regista tra i generi, firma sfuggente all’etichetta d’autore, nei suoi film Ozon fa riverberare echi [...]
Fiume Diciannove - Il Fuoco sacro della Città di Vita
1919-2019. Un secolo fa Gabriele d’Annunzio entrava in Fiume d’Italia, dando vita a quella che sarebbe stata una rivoluzione durata cinquecento giorni. Un’atmosfera febbricitante e festosa, ma anzitutto sacra, qui [...]
Aldo Lado

Aldo Lado

Inland n. 9/2019
Quello che stringete tra le mani è il numero più complesso, stratificato, polisemantico del nostro – vostro – INLAND. Quaderni di cinema. Lo è innanzitutto grazie al parco autori, mai [...]
Dylan Dog - Nostro orrore quotidiano
Detective dell’Occulto, Indagatore dell’Incubo, Esploratore di Pluriversi: come definire altrimenti Dylan Dog, dal 1986 residente al n. 7 della londinese Craven Road? Le sue avventure – che affrontano tutti gli [...]
Dino Buzzati - Nostro fantastico quotidiano
Vi sono autori, come disse una volta Conan Doyle, che «hanno varcato una porta magica». Tra questi spicca Dino Buzzati, che ha condotto il fantastico nel cuore pulsante della materia. [...]
William Lustig

William Lustig

Inland n. 13/2020
Gennaio 2015, riunone di redazione: si discute a proposito della nascita di INLAND. Quaderni di cinema. A chi dedicare i primi tre numeri? Idee tante, unanimità poca. Restano quattro progetti, [...]
Jorge Luis Borges - Il Bibliotecario di Babele
Jorge Luis Borges è un autore oceanico, un crocevia di esperienze, storie, civiltà e piani dell’essere, un caleido­scopio nel quale il passato si fa futuro e il futuro si rispecchia [...]
Antonio Bido

Antonio Bido

Inland n. 11/2019
Girata la boa del decimo numero, INLAND. Quaderni di cinema compie altri due significativi passi in avanti. Innanzitutto ottiene il passaporto. A rilasciarlo è stato il Paradies Film Festival di Jena [...]
Carlo & Enrico Vanzina

Carlo & Enrico Vanzina

Inland n. 7/2018
INLAND. Quaderni di cinema numero #7 nasce nell’ormai lontano dicembre 2017, in un bar di Milano dove, di fronte al sottoscritto, siede Rocco Moccagatta, firma di punta di tutto quel [...]
Lav Diaz

Lav Diaz

Inland n. 3/2017
È da tempo che noi di INLAND pensiamo a una monografia dedicata a Lav Diaz. Doveva essere il numero #1, l’avevamo poi annunciato come #2, l’abbiamo rimandato in entrambe le [...]
Mike Flanagan

Mike Flanagan

Inland n. 16/2023
Lo specchio è un simbolo polisemantico. Investe la sfera delle apparenze, ma anche quella dei significa(n)ti. Chiama in causa l’estetica, la filosofia e, insieme, la psichiatria. È l’uno che contiene [...]
Manetti Bros.

Manetti Bros.

Inland n. 14/2022
Febbraio 2020. Inland. Quaderni di cinema numero #13 va in stampa con una nuova veste. Brossura, dorso rigido, grammatura della copertina aumentata. Il numero è dedicato a William Lustig, alfiere [...]
Lune d'Acciaio - I miti della fantascienza
Considerata da un punto di vista non solo letterario, la fantascienza può assumere oggi la funzione un tempo ricoperta dai miti. I viaggi nello spazio profondo, le avventure in galassie [...]
Rob Zombie

Rob Zombie

Inland n. 1/2015
Con la parola inland si intende letteralmente ciò che è all’interno. Nel suo capolavoro INLAND EMPIRE, David Lynch ha esteso la semantica terminologica a una dimensione più concettuale, espansa e [...]
Pupi Avati

Pupi Avati

Inland n. 10/2019
Numero #10. Stiamo diventando grandi. Era da tempo che pensavamo a come festeggiare adeguatamente questa ricorrenza tonda, questo traguardo tagliato in un crescendo di sperimentazioni editoriali, collaborazioni, pubblicazioni sempre più [...]
Philip K. Dick - Lui è vivo, noi siamo morti
Celebrato in film, fumetti e serie tv, Philip K. Dick ha stregato gli ultimi decenni del XX secolo. Ma il suo immaginario era talmente prodigioso che, a furia di sondare [...]
Sergio Martino

Sergio Martino

Inland n. 5/2017
Giunto al quinto numero, INLAND. Quaderni di cinema affronta uno snodo cruciale, fatto di significative ed emblematiche svolte che segnano uno scarto, un’apertura rispetto alla precedente linea editoriale. Innanzitutto la scelta del [...]
Carlo Verdone

Carlo Verdone

Inland n. 12/2019
"Vi ho chiesto di mettere la mia moto Honda Nighthawk in copertina perché su quella moto c'è passato il cinema italiano. Su quella moto io sono andato e tornato da [...]
Rob Zombie Reloaded

Rob Zombie Reloaded

Inland n. 8/2019
Giunto all’ottavo fascicolo, INLAND. Quaderni di cinema riavvolge per un attimo la pellicola della sua breve ma significativa storia, tornando a percorrere i passi compiuti nel 2015 quando aveva aperto [...]
America! America? - Sguardi sull'Impero antimoderno
L’impero statunitense ha sempre generato nella cultura italiana reazioni contrastanti, che spaziano da un’esaltazione semi-isterica a una condanna a priori, altrettanto paranoica. Sembra sia pressoché impossibile, per chi si confronta [...]
Dario Argento

Dario Argento

Inland n. 15/2022
Tutto è nato da Occhiali neri (2022). Dalla sua visione, certo, ma anche dal dibattito che il film ha riaperto a proposito di Dario Argento e di tutto ciò che [...]
Walt Disney - Il mago di Hollywood
«Credo che dopo una tempesta venga l’arcobaleno: che la tempesta sia il prezzo dell’arcobaleno. La gente ha bisogno dell’arcobaleno e ne ho bisogno anch’io, e perciò glielo do». Solo un [...]
4-4-2 - Calciatori, tifosi, uomini
Nel calcio s’intrecciano oggi le linee di forza del nostro tempo; talvolta vi si palesano le sue fratture, i suoi non-detti. Ecco perché il quattordicesimo fascicolo di «Antarès» è dedicato [...]
Nicolas Winding Refn

Nicolas Winding Refn

Inland n. 4/2017
Perché Nicolas Winding Refn? La risposta è semplice: perché, piaccia o no, è un autore che, più di altri, oggi ha qualcosa da dire. Sebbene sempre più distante dalle logiche [...]
Michele Soavi

Michele Soavi

Inland n. 6/2018
Il nuovo corso di INLAND. Quaderni di cinema, inaugurato dal numero #5, dedicato a Sergio Martino, è contraddistinto da aperture al cinema italiano, al passato, a trattazioni che possano anche [...]

Ultimi post dal blog

Fabrizio Fogliato è un esperto di cinema e in particolare del cinema dei generi. Da anni pubblica regolarmente saggi e analisi che diventano punti di riferimento per il mondo del cinema. Lo scorso anno ha mandato in stampa un nuovo importante volume intitolato Con la rabbia agli occhi. Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano. Lo abbiamo intervistato per farci spiegare di che cosa si tratta e in che modo ha analizzato il cinema criminale della Penisola. Partiamo dal titolo. Come mai ha scelto Con la rabbia agli occhi, che è anche il titolo di un film degli anni 70? Con la rabbia [...]
Benedetta Pallavidino ha raccontato un attore molto controverso nel suo Helmut Berger. Ritratto su pellicola, edito da Bietti Edizioni nella collana Fotogrammi. L’abbiamo intervistata. L’attore classe 1944 è scomparso il maggio scorso ed è stato interprete di tanti capolavori tra cui diversi film di Luchino Visconti con cui ebbe anche una relazione. Ecco le sue parole sull’artista: Come nasce la tua voglia di andare a raccontare un personaggio controverso come Helmut Berger? Nasce dal fatto che l’ho sempre trovato un attore molto sottovalutato, ricordato solo per essere stato il divo e il compagno di Visconti. È sicuramente vero che diretto da [...]