Christopher Nolan. Il tempo, la maschera, il labirinto

Massimo Zanichelli
2016-04-04 09:56:54
Christopher Nolan. Il tempo, la maschera, il labirinto

Massimo Zanichelli, classe 1970 è giornalista, docente di cinema e scrittore, e ha dato da qualche mese alle stampe un saggio su Christopher Nolan (Christopher Nolan. Il tempo, la maschera, il labirinto, Bietti Heterotopia 2015). Quale migliore occasione per tornare a parlare di un regista assolutamente centrale nella cinematografia fantastica e al quale dobbiamo una delle più belle trilogie su Batman?

Perché Nolan? Cos’è che a un certo punto le ha fatto venire la voglia di scrivere un libro su di lui?

Al di là del fatto che siamo coetanei, perché è un regista che mi ha sempre affascinato, perché i suoi film hanno temi (il doppio, la perdita, il tempo, la maschera, il labirinto) che da sempre mi vibrano dentro. E perché c’è qualcosa di intimo e personale che mi lega a uno dei suoi film più rivoluzionari, Il cavaliere oscuro. Lo racconto alla fine del volume e rimando senz’altro a quella pagina per capire di cosa stiamo parlando.

Partiamo con uno sguardo generale, lei pensa che lungo la cinematografia di Nolan ci sia un fil rouge che lega i suoi film, e se sì quale?

Il filo rosso che lega i vari film di Nolan è l’alterazione del tempo lineare, che rappresenta l’incombenza della morte. L’articolazione di narrazioni nonlineari (reversibili come in Memento, circolari come in Inception, disallineate come in The Prestige) lo esorcizza, proteggendo i protagonisti dal dolore della perdita (i personaggi dei film di Nolan sono generalmente vedovi che tentano di tornare a casa per riabbracciare i figli: The Prestige, Inception, Interstellar). A riguardo Interstellar rappresenta l’approdo finale: attraverso le tre età della figlia Murph (infanzia, giovinezza, vecchiaia), il tempo diventa eterno, perché il protagonista del film non invecchia.

Secondo lei la trilogia di Batman è un mondo a parte rispetto agli altri film oppure entra a pieno diritto nella poetica dei suoi film?

La trilogia del Cavaliere Oscuro rientra a pieno titolo nella poetica nolaniana. Perché è una Trilogia sul Doppio, ovvero i due “numeri tutelari” (come li ho chiamati nel libro) del cinema di Nolan: 3 e 2 (la trilogia si riconnette ad esempio ai tre atti di The Prestige, ai tre livelli onirici di Inception, alle tre età dell’essere di Interstellar). Perché Bruce Wayne è lacerato dal dolore della perdita (la morte dei genitori e di Rachel) e dovrà mettere in scena la morte di Batman per liberarsene. Perché condivide alcuni temi forti del cinema di Nolan: il doppio e la maschera, naturalmente, ma anche la lotta contro la gravità, presente in Inception e Interstellar, che ritroviamo nello scontro finale tra Joker e Batman in Il cavaliere oscuro o nell’impressionante incipit (scena dell’aereo) di Il cavaliere oscuro. Il ritorno. Perché anche nella trilogia Nolan ricorre alle fratture temporali, come i flashback di Batman Begins o il raffinato, ossessivo montaggio parallelo di Il cavaliere oscuro.

Le tematiche che Nolan inserisce nei suo film spingono a vedere e rivedere i suoi lavori, così come (ad esempio) può capitare con Kubrick. Cosa ne pensa dell’accostamento tra i due?

Ci sono delle analogie tra Nolan e Kubrick. Ad esempio il passaggio tra un esordio da filmaker ancora acerbo ma di talento (Following l’uno, Il bacio dell’assassino l’altro) e un film-capolavoro immediatamente successivo (Memento qui, Rapina a mano armata là). O i legami tra Interstellar e 2001: Odissea nello spazio, fonti di polemiche inutili e sterili. Interessanti a riguardo alcune varianti: in 2001 il computer ha una funzione negativa, esattamente il contrario di Interstellar; nel capolavoro di Kubrick le video-comunicazioni a distanza tra i familiari hanno una funzione positiva e rassicurante, mentre nel film di Nolan sono fonte di dolore. Infine, il perfezionismo nella scrittura e nella messa in scena accomuna di certo i due registi. Il libro analizza anche questi aspetti.

Quali sono le peculiarità del linguaggio cinematografico di Nolan?

A differenza degli intrecci dei film, particolarmente complessi ed elaborati, il linguaggio di Nolan è così semplice da poter essere definito “classico”: piani fissi, controcampi e inquadrature corrispondenti, soggettive, pochi movimenti di macchina.

Nolan con il suo Batman ha creato uno spartiacque sia con l’universo Marvel che con i precedenti Batman e Superman. Ora è stato affidato a Zack Snyder il testimone per la fondazione dell’universo DC Comic al cinema. Come giudica questa scelta?

Le decisioni manageriali della grandi major spesso prescindono, com’è noto, da questioni puramente qualitative. Snyder garantisce la commerciabilità del blockbuster, Nolan rappresentava un altro modo d’intendere e di fare cinema.

Anche se non l’abbiamo ancora visto (il film): Cristian Bale e Ben Affleck sono due Batman diversi oppure…?

Attendiamo di vedere il film di Zack Snyder, ma dalle premesse e dai trailer non mi aspetto granché…

I progetti futuri di Nolan prevedono Dunkirk…

C’è proprio Dunkirk nel futuro di Nolan. Un thriller bellico che racconta la storia di una liberazione. Così almeno a prima vista. L’uscita è prevista per il 21 luglio 2017. Attendiamo incuriositi.

Una nota su Nolan produttore cinematografico (Man of Steel) e televisivo (Person of Interest).

Su Person of Interest mi pare abbia svolto un ruolo centrale più Jonathan Nolan, il fratello di Christopher, con cui quest’ultimo ha peraltro condiviso la maggior parte dei suoi film a livello di script. In Man of Steel compaiono diversi elementi nolaniani, sia a livello di scrittura sia a livello produttivo, anche se il film è stilisticamente di Snyder (e si vede). Se non sono troppo sfacciato, rimando al libro per capire quali sono questi elementi (c’è proprio un capitolo dedicato alla questione dal titolo “Un intermezzo produttivo”), anche perché sarebbe troppo lungo trattarli in questa intervista.

Per concludere il sottotitolo del suo saggio è: Il tempo, la maschera e il labirinto. Ce ne dà una “criptica spiegazione”?

Più che criptico spero di essere chiaro e comprensibile. Il tempo è la variabile fondamentale del cinema di Nolan: il tempo della realtà (che è il tempo del dolore e della perdita) viene continuamente negato attraverso il tempo nonlineare con cui Nolan costruisce il sistema dei suoi racconti. La maschera rappresenta il tema del doppio (con tutto quello che contiene), centrale nella filmografia di Nolan, e trova nella Trilogia del Cavaliere Oscuro il proprio apice (ma non dimentichiamoci di Memento, The Prestige o lo stesso Inception…). Il labirinto è una delle figure ricorrenti della poetica nolaniana: quello psicologico e cognitivo in cui si perde Leonard Shelby in Memento, quello mentale e onirico dentro cui naviga Cobb in Inception, quello fisico e spaziale che si ritrova in Inception o nella prigione di Il cavaliere oscuro. Il ritorno. Perfino la Syncopy, la casa di produzione di Nolan e della moglie, ha come logo un labirinto.

In copertina, aggiungo io, c’è un Batman cupo e solitario. Il libro è disponibile anche in formato ebook. Buona lettura.

Arturo Fabra ©fantascienza.com

aprile 2016

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