
Esce il libro di Bruna Magi Marilyn, l’intervista impossibile, un doppio prezioso omaggio a due grandi donne protagoniste del Novecento: Oriana Fallaci e Marilyn Monroe. La giornalista di Libero con questo veloce, gustoso e simpatico volumetto estivo da tenere nella borsa del mare e da appoggiare sotto l’ombrellone (facendo attenzione alle cattive intenzioni dei vicini vista la piacevolezza del contenuto) si diverte a immaginare come sarebbe stato intervistare la più grande diva dello spettacolo di tutti i tempi se fosse ancora viva, in un gioco di rimandi al talento, all’eleganza formale e alla schiettezza della maestra del giornalismo Oriana Fallaci, che fra tutte le sue celebri personalità conosciute e raccontate proprio Marilyn ha mancato. Racconta Magi nell’introduzione del libro edito da Bietti (che verrà presentato in anteprima sulla pagina Facebook della casa editrice domani pomeriggio alle 18).
“Oriana Fallaci ha inseguito Marilyn Monroe a lungo, nonostante non fosse nota per la pazienza. Ma la sua perseveranza non è stata premiata. Marilyn è rimasta la sua grande intervista mancata. A parziale risarcimento giunge questa intervista impossibile. Impossibile perché l’intervistata non c’è più da un pezzo – nata il 1° giugno 1926, Marilyn morì il 5 agosto 1962. Impossibile perché inventata. Di Marilyn è stato detto e scritto tantissimo e oggi, sessant’anni esatti dopo la sua morte, che cos’altro si potrebbe raccontare di nuovo? Forse niente, forse tutto. Di certo Bruna Magi, l’intervistatrice impossibile, conosce bene la diva, per anni ha letto biografie, articoli, cronache del tempo e non, romanzi dedicati a lei. Più al suo mito che alla sua persona, però. Per anni ha visto film, documentari, servizi televisivi. E ne ha scritto. E ora che l’etere e Internet sono “scossi” dalla notizia del primo titolo Netflix “a luci rosse”, guarda caso dedicato alla bionda più esplosiva di sempre – Blonde (come l’omonimo romanzo sconvolgente che Joyce Carol Oates ha dedicato a Norma Jeane Mortenson Baker) con protagonista Ana De Armas, regista Andrew Dominik, così trash da essere stato respinto alla Mostra del Cinema di Venezia 2021, inutilmente aspirante
a Cannes 2022 – Magi ha sentito sgorgare naturalmente le domande che state per leggere, e anche le risposte. E ha voluto imprimerle, per dare voce alla “bambola” scolpita nell’immaginario e da sempre muta. O meglio zittita.
Come? Con un collegamento fantastico da un Limbo misterioso, una videochiamata da un mondo parallelo.
Ecco Marilyn: a te la parola, finalmente.”
Ed ecco un’anticipazione, in esclusiva, per gentile concessione dell’autrice e della casa editrice, con le prime domande (e risposte) che aprono il libro.
Signora Monroe, è immenso il piacere di essere in contatto con lei, ma non amo i percorsi scontati. Tanto meno il più abusato, quello cronologico. Quindi partiamo dal punto cruciale della sua vita. E poi a seguire ricominceremo dall’infanzia. Forse, se avesse funzionato il matrimonio con Arthur Miller, il suo percorso di vita non sarebbe finito in una tragedia. Nel 1961 avete divorziato. E dietro l’angolo c’era l’ombra potente del presidente John Fitzgerald Kennedy.
Lei aveva ottenuto ogni possibile successo, ma da quel momento in poi sarebbe iniziata la sua parabola discendente.
A quel punto della mia esistenza ero giunta a una convinzione: meglio non sopravvalutare gli uomini. Neppure i più intelligenti, i più famosi, i più potenti. Circolava una mia battuta, «Mai piangere per un uomo, ci si rovina il trucco, e il mio mascara vale più di loro». Ciononostante, mi innamorai del presidente. Impossibile non cascarci, era l’uomo più desiderato al mondo. Pure bello e simpatico.
Lo ammetta, sposare Arthur Miller, considerato un genio della cultura americana, fu un bel colpo. Lo fece per dimostrare di essere interessata alla cultura? Vi definivano il gufo e la gattina…
Uffa, guardi che anche Arthur sposando me aveva fatto una bella mossa per la sua carriera. Da allora attinse idee e pure luce riflessa dalla mia notorietà.
Pier Paolo Mocci ©lunedidicinema 27 giugno 2022