«La Confederazione Italiana»: Se la giovinezza è uno stato invincibile

Riccardo Paradisi
2016-09-27 09:47:41
«La Confederazione Italiana»: Se la giovinezza è uno stato invincibile

Il recensore ammette un poco di imbarazzo quando deve scrivere di un libro che avrebbe voluto firmare lui stesso. Accade raramente ma è il caso di Un’estate invincibile di Riccardo Paradisi (Bietti edizioni) e il motivo dell’accadere è da cercarsi soprattutto nella comune appartenenza generazionale.

Ancora non esiste un grande romanzo incentrato sui maschi italici nati negli anni ‘70 del ventesimo secolo, se esiste non ce ne siamo accorti.  Paradisi ha però colmato il vuoto con un saggio che si legge come un romanzo in virtù dell’ispirata fusione di ricordi personali, cronaca degli ultimi decenni e incursioni, veri e propri segnavia, di numi tutelari fra i quali troviamo Jung, Castaneda, Heidegger, Jünger ed eroi prossimi nel tempo come Adriano Olivetti e il martire della “Germania segreta” Von Stauffenberg che osò attentare alla vita di Hitler. Son nomi che Paradisi evoca per indicare una cura a se stesso, ai coetanei, a tutti i preoccupati per le sorti future dell’Occidente e dei suoi abitanti. Parliamo di cura, perché la diagnosi del male presente e dei possibili futuri non manca nelle pagine del saggio.

Partiamo appunto dalla catastrofe generazionale. Paradisi cita il Wall Street  Journal che annunciò la mancanza di scampo dalla crisi economica per i nati nei ‘70 in Italia; gente costretta a pagare il 50 % di tasse in più rispetto ai genitori, schiacciati dall’euro che ha raddoppiato i prezzi al consumo appena entrato in vigore. Era l’alba del nuovo millennio, i trentenni si affacciavano o tentavano l’impresa di affacciarsi ad un mondo del lavoro  in eccesso di  settore terziario. Per giunta la rivoluzione informatica, il superamento del confine fra mondo analogico e digitale, l’aumento esponenziale di informazioni e segnali. E poi i sismi geopolitici, le guerre più o meno apertamente guerreggiate con attori in campo non ancora facilmente inquadrabili.

Si era cresciuti nell’ottimismo degli anni ‘80, con ricordi vaghi e immagini in bianco e nero della violenza ideologica del decennio precedente. Ma era arrivata finalmente la tv a colori, i salari dei genitori aumentavano grazie alla spesa pubblica sconsiderata e al congelamento del mondo in due blocchi. Con effetto domino è poi crollato il Muro di Berlino, ci si è scannati nei Balcani, son cadute le Torri di New York e un certo Islam ha dichiarato guerra ad un Occidente esausto e nichilista.

Il paradosso è che la generazione dei nati nei ‘70, proletari dell’era dell’informazione, possono trovarsi in difficoltà nell’acquisto di strumenti (libri, viaggi, giornali, connessione alla Rete) utili per capire ciò che sta succedendo soprattutto alle loro vite. Eccola la vera “generazione perduta”, come scrisse appunto il Wall Street Journal; possiamo considerarci tali con più legittimità di un Hemingway e di un Fitzgerald A loro era ancora concessa qualche soluzione politica o qualche paradiso artificiale. Noi siamo sulla linea di rottura fra due epoche, poco visibili nel marasma di crolli e ricostruzioni. Né millennial né uomini del Novecento, siamo blade runners, in corsa sul filo del rasoio. Il capolavoro di Ridley Scott, ispirato dal romanzo di Philip K. Dick, viene opportunamente tirato in ballo da Paradisi, e con esso Fight club, Matrix, Un mercoledì da leoni; pellicole che mettono in scena situazioni limite, di attraversamento del meridiano zero, del porsi al di là del nichilismo.

Tale è infatti la situazione: la precarietà, il disorientamento sociale ed esistenziale appaiono in fine come facce di una stessa medaglia. La vittoria sul mostro bifronte non può che essere unica, non può che partire dall’interiorità.

Serbatoio di energie per la lotta è la giovinezza, anch’essa frontiera fra l’infanzia ancora in parte metafisica e il disincanto necessario nella maturità. Paradisi ci invita a vedere la giovinezza non come una mera fase anagrafica ma come un assoluto, un orizzonte di possibilità sempre presenti, sempre pronte a venir afferrate dall’atto maturo, dalla coscienza individualizzata.

Viviamo sì incarnati, un poco intrappolati nel relativo, nello spazio-tempo limitato, ma abbiamo il dono di intravedere un brandello di assoluto, di aggrapparci ad esso, forse di infrangere la barriera fra le due dimensioni.  Allora la precarietà esistenziale, il disorientamento, possono trasvalutarsi   e diventare armi; cifre specifiche della giovinezza, della vertigine estiva, sono sempre promesse di eventi e realizzazioni.

Tornare spesso alla spregiudicatezza degli anni giovanili sarà un’ottima cura contro le paralisi dell’arido vero, sarà un lavacro rituale, un pasto   vitaminico per affrontare autunni e inverni rigidi, implacabilmente responsabilizzanti.

Perché il tornare alla giovinezza arricchiti dal bagaglio, dal raccolto di vittorie e delusioni dell’età matura, è sempre immagine del ritorno a casa, del ritorno all’Uno cantato da Novalis.

La generazione perduta può ritrovar se stessa e il senso della sua missione storica solo cercando, scavando, braccando in quel territorio sempre vergine e generosamente caotico che è la giovinezza dell’anima, la forza dello Spirito che soffia dove vuole.

(Luca Negri, «La Confederazione Italiana», 27 settembre 2016)       

Ultimi post dal blog

Uno studio approfondito, in italiano, sul cinema di Martin McDonagh non era ancora stato pubblicato e nel proporlo (per le Edizioni Bietti) Francesco Cianciarelli ha scelto un titolo sicuramente di richiamo, ma non di certo per mere ragioni di marketing editoriale "Cinema dell’assurdo" è infatti un’etichetta che ben si può adattare alla filmografia di Martin McDonagh, regista londinese di origini irlandesi che ha al suo attivo un cortometraggio premiato con l’Oscar e quattro lungometraggi di cui si è parlato a volontà, nel male e – soprattutto – nel bene. La cifra di McDonagh è infatti quella di affrontare situazioni assurde e paradossali con uno [...]
È il 7 aprile del 1977, una Mercedes blu è ferma al semaforo rosso sulla strada per la Corte di cassazione di Karlsruher. Appostata in una stazione di servizio, una moto di grossa cilindrata scatta sull’asfalto. I due passeggeri sconosciuti indossano tute da biker ed il volto celato da caschi integrali. Non appena l’auto riprende la sua corsa, la Suzuki si affianca: una raffica di colpi trapassa le lamiere, i proiettili scuotono l’aria e strappano carne. L’auto, colpita, rantola agonizzante sul palo di una vicina recinzione. Il procuratore generale federale della Germania Ovest, Siegfried Buback, apre la portiera ed esce dall’auto per [...]
SE SI VEDONO, uno dopo l’altro, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Sacco e Vanzetti, La classe operaia va in paradiso e Il caso Mattei, “non ci si sottrae al dubbio di trovarsi ancora di fronte a quel fenomeno molto italiano del mostro che viene dal nulla, di quello molto bravo [...] con alle spalle non una schiera di concorrenti battuti ma semplicemente il deserto”. Lo affermava Corrado Augias già nel 1971 e vale ancora oggi, a trent’anni dalla scomparsa, per Gian Maria Volonté, l’attore che avrebbe voluto saper raccontare il vento e che Tullio Kezich definiva [...]

Ultime uscite

François Ozon

François Ozon

Inland n. 2/2016
Il secondo numero di INLAND è il primo volume dedicato in Italia a François Ozon. Regista tra i generi, firma sfuggente all’etichetta d’autore, nei suoi film Ozon fa riverberare echi [...]
Fiume Diciannove - Il Fuoco sacro della Città di Vita
1919-2019. Un secolo fa Gabriele d’Annunzio entrava in Fiume d’Italia, dando vita a quella che sarebbe stata una rivoluzione durata cinquecento giorni. Un’atmosfera febbricitante e festosa, ma anzitutto sacra, qui [...]
Aldo Lado

Aldo Lado

Inland n. 9/2019
Quello che stringete tra le mani è il numero più complesso, stratificato, polisemantico del nostro – vostro – INLAND. Quaderni di cinema. Lo è innanzitutto grazie al parco autori, mai [...]
Dylan Dog - Nostro orrore quotidiano
Detective dell’Occulto, Indagatore dell’Incubo, Esploratore di Pluriversi: come definire altrimenti Dylan Dog, dal 1986 residente al n. 7 della londinese Craven Road? Le sue avventure – che affrontano tutti gli [...]
Dino Buzzati - Nostro fantastico quotidiano
Vi sono autori, come disse una volta Conan Doyle, che «hanno varcato una porta magica». Tra questi spicca Dino Buzzati, che ha condotto il fantastico nel cuore pulsante della materia. [...]
William Lustig

William Lustig

Inland n. 13/2020
Gennaio 2015, riunone di redazione: si discute a proposito della nascita di INLAND. Quaderni di cinema. A chi dedicare i primi tre numeri? Idee tante, unanimità poca. Restano quattro progetti, [...]
Jorge Luis Borges - Il Bibliotecario di Babele
Jorge Luis Borges è un autore oceanico, un crocevia di esperienze, storie, civiltà e piani dell’essere, un caleido­scopio nel quale il passato si fa futuro e il futuro si rispecchia [...]
Rote Armee Fraktion

Rote Armee Fraktion

Inland n. 18/2024
GRATUITO PER I NOSTRI LETTORI UN ESTRATTO DELLA COPIA DIGITALE DI QUESTO NUOVO INLAND E ALCUNI TESTI DA LEGGERE ONLINE Due anni fa, nel concepire il nuovo corso di INLAND, con [...]
Antonio Bido

Antonio Bido

Inland n. 11/2019
Girata la boa del decimo numero, INLAND. Quaderni di cinema compie altri due significativi passi in avanti. Innanzitutto ottiene il passaporto. A rilasciarlo è stato il Paradies Film Festival di Jena [...]
Carlo & Enrico Vanzina

Carlo & Enrico Vanzina

Inland n. 7/2018
INLAND. Quaderni di cinema numero #7 nasce nell’ormai lontano dicembre 2017, in un bar di Milano dove, di fronte al sottoscritto, siede Rocco Moccagatta, firma di punta di tutto quel [...]
Lav Diaz

Lav Diaz

Inland n. 3/2017
È da tempo che noi di INLAND pensiamo a una monografia dedicata a Lav Diaz. Doveva essere il numero #1, l’avevamo poi annunciato come #2, l’abbiamo rimandato in entrambe le [...]
Mike Flanagan

Mike Flanagan

Inland n. 16/2023
Lo specchio è un simbolo polisemantico. Investe la sfera delle apparenze, ma anche quella dei significa(n)ti. Chiama in causa l’estetica, la filosofia e, insieme, la psichiatria. È l’uno che contiene [...]
Manetti Bros.

Manetti Bros.

Inland n. 14/2022
Febbraio 2020. Inland. Quaderni di cinema numero #13 va in stampa con una nuova veste. Brossura, dorso rigido, grammatura della copertina aumentata. Il numero è dedicato a William Lustig, alfiere [...]
Lune d'Acciaio - I miti della fantascienza
Considerata da un punto di vista non solo letterario, la fantascienza può assumere oggi la funzione un tempo ricoperta dai miti. I viaggi nello spazio profondo, le avventure in galassie [...]
Rob Zombie

Rob Zombie

Inland n. 1/2015
Con la parola inland si intende letteralmente ciò che è all’interno. Nel suo capolavoro INLAND EMPIRE, David Lynch ha esteso la semantica terminologica a una dimensione più concettuale, espansa e [...]
Pupi Avati

Pupi Avati

Inland n. 10/2019
Numero #10. Stiamo diventando grandi. Era da tempo che pensavamo a come festeggiare adeguatamente questa ricorrenza tonda, questo traguardo tagliato in un crescendo di sperimentazioni editoriali, collaborazioni, pubblicazioni sempre più [...]
Philip K. Dick - Lui è vivo, noi siamo morti
Celebrato in film, fumetti e serie tv, Philip K. Dick ha stregato gli ultimi decenni del XX secolo. Ma il suo immaginario era talmente prodigioso che, a furia di sondare [...]
Sergio Martino

Sergio Martino

Inland n. 5/2017
Giunto al quinto numero, INLAND. Quaderni di cinema affronta uno snodo cruciale, fatto di significative ed emblematiche svolte che segnano uno scarto, un’apertura rispetto alla precedente linea editoriale. Innanzitutto la scelta del [...]
Carlo Verdone

Carlo Verdone

Inland n. 12/2019
"Vi ho chiesto di mettere la mia moto Honda Nighthawk in copertina perché su quella moto c'è passato il cinema italiano. Su quella moto io sono andato e tornato da [...]
Rob Zombie Reloaded

Rob Zombie Reloaded

Inland n. 8/2019
Giunto all’ottavo fascicolo, INLAND. Quaderni di cinema riavvolge per un attimo la pellicola della sua breve ma significativa storia, tornando a percorrere i passi compiuti nel 2015 quando aveva aperto [...]
America! America? - Sguardi sull'Impero antimoderno
L’impero statunitense ha sempre generato nella cultura italiana reazioni contrastanti, che spaziano da un’esaltazione semi-isterica a una condanna a priori, altrettanto paranoica. Sembra sia pressoché impossibile, per chi si confronta [...]
Dario Argento

Dario Argento

Inland n. 15/2022
Tutto è nato da Occhiali neri (2022). Dalla sua visione, certo, ma anche dal dibattito che il film ha riaperto a proposito di Dario Argento e di tutto ciò che [...]
Walt Disney - Il mago di Hollywood
«Credo che dopo una tempesta venga l’arcobaleno: che la tempesta sia il prezzo dell’arcobaleno. La gente ha bisogno dell’arcobaleno e ne ho bisogno anch’io, e perciò glielo do». Solo un [...]
4-4-2 - Calciatori, tifosi, uomini
Nel calcio s’intrecciano oggi le linee di forza del nostro tempo; talvolta vi si palesano le sue fratture, i suoi non-detti. Ecco perché il quattordicesimo fascicolo di «Antarès» è dedicato [...]
Nicolas Winding Refn

Nicolas Winding Refn

Inland n. 4/2017
Perché Nicolas Winding Refn? La risposta è semplice: perché, piaccia o no, è un autore che, più di altri, oggi ha qualcosa da dire. Sebbene sempre più distante dalle logiche [...]
Michele Soavi

Michele Soavi

Inland n. 6/2018
Il nuovo corso di INLAND. Quaderni di cinema, inaugurato dal numero #5, dedicato a Sergio Martino, è contraddistinto da aperture al cinema italiano, al passato, a trattazioni che possano anche [...]

Best seller

Autobiografia involontaria
Maurizio Nichetti è famoso come regista di Ratataplan, Ho fatto splash, Ladri di saponette, Volere volare, che sono stati visti [...]

Articoli piu' letti