“Così tutto a un tratto l’avevano incolpato di una cosa tremenda e si era sentito precipitare nel vuoto senza poter afferrarsi a nulla, era venuto subito e immediatamente da me e mi aveva raccontato l’accadimento e più precisamente l’ingiustizia a cui era stato sottoposto, l’ingiustizia è un sopruso dissi subito ricordo…”.
Inizia in questo modo Ingiustizia!, un percorso nei boschi fisici e interiori, lungo il crinale della solitudine, dell’amarezza e della disperazione di un professore ingiustamente accusato di “molestie sessuali” nei confronti dei suoi alunni, un dialogo con un interlocutore attento e paziente – il narratore – che, nel tentativo di lenire la sofferenza dell’insegnante, scopre la sua stessa solitudine, il senso di appartenere a un mondo che ha ormai bandito un modo di essere con l’altro, una comunità che ha ormai paura anche dei più elementari gesti di affetto, una mano sulla spalla, una carezza, un abbraccio… Un libro che trasmette in pieno l’angoscia e il senso di impotenza che coglie chi si trova improvvisamente quanto ingiustamente additato all’opinione pubblica come “mostro” perché spesso ci si dimentica che tra le vittime da tutelare ci dovrebbero essere anche i calunniati da una falsa accusa, tanto ignominiosa quanto incancellabile.