Prima pubblicazione di una nuova collana che le Edizioni Bietti dedicano al cosiddetto pensiero “antimoderno”, il libro di Davide Bigalli rappresenta una disamina delle posizioni di diversi autori volta ad evidenziare, dietro le semplificazioni di una certa cultura interessata solo a tracciare rigidi spartiacque ed affibbiare facili etichette, la complessità e la poliedricità che caratterizzano tale tradizione di pensiero, la quale, ad una analisi più attenta, emerge come una delle varianti o direttrici alternative di marcia della stessa modernità, e non quale mero ed impotente canto di nostalgia volto a rimpiangere improbabili bei tempi andati. Un libro che non intende, [...]
Inarrivabile Cioran. Credevamo di aver toccato tutte le corde dell’anima sua, quando ne riappare una che non prevedevamo: la struggente e disincantata diagnosi, degna di un morfologo della civiltà, della crisi e del tramonto dell’Occidente. Appare, come per incanto, questo lacerto dell’opera dello scrittore romeno naturalizzato francese, dalle lettere inviate dal 1971 al 1990 all’editore e filosofo viennese Wolfgang Kraus. Dalle missive emerge una forza prorompente nel riversare su un mondo in via di estinzione tutto il suo disincanto e, come nelle maggiori raccolte di aforismi che lo hanno reso celebre, Cioran formula una sorta di “dottrina” della decadenza che collima con i [...]
«Il pensatore che sta mettendo per iscritto una pagina senza destinatario si crede l’arbitro del mondo. Scrive lettere? Allora, al contrario, vi esprime i suoi progetti, le sue debolezze e i suoi fallimenti». Così, nel 1933, Emil Cioran spiegava, in una lettera all’amico Mircea Eliade, l’importanza dei carteggi per la conoscenza della vita e dell’opera di uno scrittore. Riflessione meno apprezzabile oggi, visto che le mail elettroniche sono più facilmente destinate al cestino del computer che agli scaffali delle librerie, ma sicuramente valida per i letterati vissuti fino alle soglie del nuovo millennio, come dimostra la recente pubblicazione proprio di [...]
Più approfondisco la conoscenza di Emil Cioran (1911-1995), più mi rendo conto della necessità di un ripensamento dell’intero mondo editoriale.
Abbarbicato su se stesso, incapace di andar oltre i propri limiti o, peggio, di riconoscere i veri grandi autori, è alla continua ricerca di una stentata sopravvivenza economica con l’ostinato cieco utilizzo di metodi (commerciali in particolare) che lo porteranno inesorabilmente al suicidio, come ad esempio la scellerata scelta di puntare sui cosiddetti best sellers con la loro spasmodica aspirazione, tipicamente moderna, a ciò che non è prima ancora di essere.
Il rischio, ormai danno ampiamente realizzato, in sintesi, è di svilire i contenuti di qualità [...]
Dio stramaledica gli inglesi. “Ieri sera, alla Bbc, c’è stata una trasmissione sul rimpatrio forzato dei cosacchi in Russia” scrive Emil Cioran in “L’agonia dell’Occidente”, carteggio degli anni Settanta-Ottanta pubblicato da Bietti. “Raramente ho ascoltato qualcosa di così terribile. Per certi aspetti, peggio di Auschwitz. Lo ha ordinato Eden per accattivarsi Stalin. Ci furono innumerevoli suicidi e molte madri uccisero i propri figli”. Dio stramaledica gli inglesi salvo Nigel Farage e gli elettori di Nigel Farage, isolazionisti, non interventisti, fratelli in Pascal: loro lo sanno che l’infelicità dell’uomo deriva dalla sua incapacità di starsene tranquillo nel proprio pub.
(Camillo [...]
Sono di recente pubblicazione per i tipi di Bietti le lettere di Emil Cioran a Wolfgang Kraus, dal significativo titolo L’agonia dell’Occidente. Articolato in centocinquantotto missive, lo scambio epistolare si svolge fra il 1971 e il 1990: sono anni cruciali non solo per l’Europa post-1945 ma anche per il filosofo romeno, che assiste inerme alla decadenza di un Occidente spezzato in due blocchi contrapposti e al proprio declino fisico (si spegnerà, infatti, il 20 giugno del 1995, nella clinica Broca di Parigi).
Dopo essersi stabilito definitivamente a Parigi, Cioran guarda da straniero non solo la città in cui vive ma anche [...]
Pochi intellettuali sono riusciti a sviluppare una lucida capacità diagnostica sul corso della storia europea, quanto Emil Cioran. I lettori abituali delle sue pagine lo sanno bene. Esse sono eleganti sotto il profilo stilistico, scritte per lo più nella lingua d’adozione, un francese terso ed evocativo, e provocatorie nei contenuti. Una recente pubblicazione dimostra, al contrario, come l’esule romeno fosse abile anche nello scrivere in tedesco. È da poco nelle librerie, per la prima volta in italiano, il volume L’agonia dell’Occidente. Lettere a Wolfgang Kraus, edito nella collana Archeometro dalla Bietti. Il volume raccoglie 158 lettere di Cioran a Wolfgang Kraus, [...]
«Prima sorprende. Poi si manda giù». Lo slogan pubblicitario, coniato da Fernando Pessoa per la Coca Cola nel 1925, non ebbe molta fortuna. Preoccupati del fatto che la bevanda potesse avere effetti «stupefacenti», i burocrati del ministero della Sanità portoghese la misero al bando. Per colpa dell’infelice battuta del poeta portoghese la bibita gassata sarà introdotta nel Paese solo negli Anni Settanta del secolo scorso. Lo slogan sfortunato è solamente una delle tante disavventure (commerciali, politiche, letterarie) che segnarono la sua vita, puntualmente riportate nella monumentale biografia scritta dal poeta spagnolo Ángel Crespo nel 1988 e appena ripubblica da Bietti [...]
Per anni ci hanno venduto un Fernando Pessoa esclusivamente postumo, isolato e inascoltato dai suoi contemporanei. Sostanzialmente, un esule del proprio tempo, alla cui emarginazione fisica corrispondeva un esistenzialismo debole e malaticcio, fautore di un io lacerato e «post-moderno». Questa vulgata, particolarmente diffusa nel nostro Paese, è stata recentemente (e finalmente) minata da una serie di pubblicazioni, tutte tese a donare un’immagine diversa e ben più completa di Pessoa, rispetto a quella che certa critica ha «creato» – questo è il termine giusto – intorno alla sua figura.
Firmata da Àngel Crespo, La vita plurale di Fernando Pessoa viene ora ripubblicata [...]
Non è mai esistito un solo Fernando Pessoa. Segno evidente di pluralità sono i numerosi eteronimi con cui firmò la quasi totalità delle sue opere. Ma Pessoa fu anche astrologo e cultore dell’esoterismo, giornalista, impiegato in ditte di trasporti. Politicamente si schierò contro la democrazia e ogni forma di totalitarismo, con avversione particolare per comunismo e socialismo. Amò, insieme all’alcol, che gli fu fatale, una sola donna, Ophelia. Queste poche note rendono l’idea della sua complessità umana e intellettuale, per la prima volta analizzata a fondo nell’importante opera di Crespo.
(Luciano del Sette, «Il Manifesto», 27 dicembre 2014)