Una bocca. Il rossetto, passato gentilmente sulle labbra. Il nome di Romain Duris, l’attore protagonista, sovraimpresso (come a suggerire, per un istante, «il travestito», fingendo di soddisfare subito la prurigine accesa nello spettatore dai paratesti pubblicitari). E poi il nome di Anaïs Demoustier, mentre un eye-liner abbellisce un occhio celeste, e quello di tutti i protagonisti, mentre si susseguono particolari di corpo1, dettagli di una persona che si veste, o viene vestita, da sposa. In ultimo una mano, che le chiude le palpebre: non è David (Romain Duris), non è il travestito, ma è Laura (Isild Le Bosco), sua moglie. [...]
Tratto da François Ozon n 2/2016