Emanuele Sacchi

Emanuele Sacchi è giornalista e critico cinematografico e musicale. Direttore della testata web Hong Kong Express, collabora con mymovies.it, «Rumore», «Filmidee», «Nocturno» e Asia Express. Ha collaborato a Il dizionario del Cinema di Hong Kong di Giona A. Nazzaro e Andrea Tagliacozzo (Universitaria Editrice, 2005), Non è tempo di eroi. Il cinema di Johnnie To (Il Foglio Letterario, 2008) e L’ossessione visiva. Il cinema di Ridley Scott (Historica Edizioni, 2013). Ha collaborato alla collana Far East di Cecchi Gori Home Video/Tucker, con contributi critici video.
Cartaceo
ISBN: 9788882483845
€ 20.00
Il nuovo cinema di Hong Kong. Voci e sguardi oltre l'handover
Il cinema di Hong Kong del nuovo millennio, a partire dal ritorno alla Cina nel 1997 per arrivare ai giorni nostri: dopo i fasti dell’epoca di Bruce Lee e le onde lunghe di John Woo e Wong Kar-wai, la settima arte hongkonghese si rinnova, svecchiando il “parente” cinese e guidandolo nella sua sfida a Hollywood. Gli autori, avvalendosi di interventi inediti dei più importanti registi e attori del cinema cantonese e dei critici più illustri, realizzano per la prima volta in Italia un volume completo su uno tra i fenomeni cinematografici più importanti del XXI secolo.
Cartaceo
ISBN: 9788882483180
€ 22

riviste

Una delle principali critiche mosse a Nicolas Winding Refn, specie quando le argomentazioni scarseggiano, è quella di cavarsela sempre con un astuto mash-up di fonti, a uso e consumo della critica più blasé. Peccato che Refn non abbia mai negato di essere un cinefilo. Onnivoro, passionale, instancabile. Che non si vergogna affatto di citare i propri maestri e non cerca di negare l’evidenza. L’uso magistrale e personale di quelle fonti, invece, è tutt’altra storia. Ed è una storia che ha inizio qui, nelle strade più losche di una Copenaghen reinventata come teatro di un’ipotetica “Danish Connection”, dove Il braccio violento [...]
Tratto da Nicolas Winding Refn n 4/2017
Forse sembra meno irriverente se pensiamo che America oggi (1993) è titolo che pertiene più ai distributori italiani che a Robert Altman, ma risulta difficile battezzare altrimenti una riflessione sul cinema dei Vanzina negli anni Ottanta. Perché è allora, a torto o a ragione, che Carlo ed Enrico provano a indossare i panni di chi racconta la società in cui vive attraverso uno studio della coralità di personaggi e stereotipi che certo aspira, con malcelata goffaggine e sfrontata audacia, al modello altmaniano. Inevitabile partire da Via Montenapoleone (1987), una tra le pagine più ambiziose del corpus vanziniano. Specie nella versione lunga [...]
Tratto da Carlo & Enrico Vanzina n 7/2018

Best seller

Autobiografia involontaria
Maurizio Nichetti è famoso come regista di Ratataplan, Ho fatto splash, Ladri di saponette, Volere volare, che sono stati visti [...]

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