Il tempo e la famiglia sono due elementi inseriti nella quotidianità del cinema del regista ungherese Béla Tarr. È in qualche modo il suo marchio di fabbrica. Il suo leitmotiv che si dipana dall’esordio di Nido familiare alla pellicola, per il momento – almeno si spera – d’addio, Il cavallo di Torino. La collettività operaia è invece un altro monito del suo cinema, che rappresenta in particolare la politica del suo Paese negli anni Settanta – i suoi anni di formazione. Eppure l’elemento politico non sembra essere la prima preoccupazione dei protagonisti di Nido familiare, però possiamo osservare i loro [...]
Quando si vuol fare facile ironia sulla cinefilia, finisce per saltar fuori il nome di Béla Tarr. Del resto parlare di un regista ungherese che ha realizzato film di sette ore in bianco e nero non può che far venire in mente il famigerato “film cecoslovacco con sottotitoli in tedesco” di fantozziana memoria. Ma quanti tra coloro che scherzano sul cineasta magiaro hanno visto una delle sue pellicole? Suppongo non molti, giusto qualche spettatore casuale della programmazione di Fuori orario. Eppure Tarr è tra i pochi registi ad aver realmente innovato la forma cinematografica negli ultimi decenni. Il suo lavoro [...]
La grave crisi elettorale, di consenso e d’identità che colpisce tutta la politica italiana ha una causa, fra le tante, che ci appare lampante: la scarsa attenzione alle risorse culturali, il risicato investimento economico nei laboratori di idee. Gli effetti sono ancora più evidenti nel campo del centro-destra, quello che, in teoria, per le sue stesse radici, dovrebbe equilibrare i danni del progressismo spinto.
Ma il momento è ormai duro, i soldi non ci sono, o se ci sono vanno ad altri beni più o meno primari. Gli organi di informazione stanno chiudendo, talvolta con debiti, a sinistra e a destra; [...]
Quando sulla scena editoriale fa il suo ingresso una nuova iniziativa, viene aprioristicamente salutata con favore e investita di un senso per il solo fatto di essere in circolazione. Occorre però riconoscere che la pubblicazione della rivista Antarès. Prospettive antimoderne che fa, appunto, della critica alla modernità il proprio oggetto di studio, appare insolita e potrebbe sin da subito suscitare un più che naturale scetticismo. Eppure è una ventata di aria fresca e di anticonformismo laddove appare evidente la sua alterità rispetto al panorama generale.
Innanzitutto perché i redattori non sono canuti reazionari o nostalgici depressi – come sarebbe logico aspettarsi [...]
Al Salone del libro di Torino dello scorso maggio è stato presentato l’ultimo fascicolo della rivista «Antarès – prospettive antimoderne», giunta all’ottavo numero e al quarto anno di attività. L’attenzione, come sanno i lettori della rivista, è focalizzata su argomenti di largo interesse, i quali, però, nel panorama culturale italiano sono trattati solo parzialmente oppure da una cerchia ristretta di intellettuali, perché definiti “scomodi”. «Antarès», per superare quest’impasse – non si sa bene se teoretica o ideologica – si richiama alla storia delle idee, lasciando spazio a studiosi di vario genere, di diverso orientamento e spesso anche di generazioni molto [...]
Può esistere una modernità senza progresso? Non è facile rispondere perché è come indagare sul futuro di un’automobile priva di ruote… Che farsene di una Ferrari con le quattro gomme fuori uso? Che attendersi da una modernità incapace di progredire? Del resto, gli stessi apologeti della modernità, preoccupati quanto i denigratori, oggi preferiscono parlare di post-modernità, ossia di una realtà né moderna né antimoderna, assai simile a un inutile e malinconico deposito di vecchie automobili in attesa di demolizione.
Il nostro giro di parole ha un senso preciso, e spieghiamo subito quale: “Antarès”, rivista diretta e pensata da Andrea Scarabelli e da un gruppo, altrettanto giovane, di [...]
È uscito il secondo fascicolo di Antarès-prospettive antimoderne, rivista di filosofia, letteratura, estetica ed esoterismo nata l’autunno scorso presso la facoltà di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano, per iniziativa di Andrea Scarabelli, Emanuele Guarnieri e Rita Catania Marrone, e ora distribuita dall’editore milanese Bietti, a scansione trimestrale e in forma interamente gratuita.
Il progetto editoriale, che si avvale della collaborazione di Gianfranco de Turris in veste di direttore responsabile, ha come fulcro ideale il pensiero dei cosiddetti antimoderni – intellettuali del novero di Jünger, Evola, Spengler, Simmel, Pessoa, Lovecraft, Guénon, de Giorgio e Tolkien. Autori sottoposti a censure parziali o integrali [...]
Forse non tutti i lettori sanno che Bietti è una delle più longeve case editrici milanesi. Recentemente è stata “rifondata” e, oltre a dedicarsi all’editoria libraria, da qualche tempo pubblica anche una rivista, “Antarès”. Noi abbiamo incontrato Andrea Scarabelli, direttore della pubblicazione, e gli abbiamo rivolto qualche domanda per conoscere meglio questa realtà.
“Antarès” ha una storia particolare, ci può raccontare come nasce?
Nasce nell’Università Statale di Milano, per quello che, a mio parere, può essere considerato un curioso processo di “eterogenesi dei fini”. È quanto accade quando un’azione o un processo, che hanno certe finalità, finiscono per sortire effetti opposti. Questo è accaduto: che la [...]
In molti, di fronte alla crisi che ci attanaglia, e non soltanto in relazione ai suoi devastanti esiti economici, fanno appello alla necessità di variare i parametri interpretativi con i quali da troppo tempo tendiamo a leggere la realtà. Altri avvertono, altresì, l’esigenza di una Nuova Cultura in grado di determinare, in termini esistenziali, spirituali e politici, un Nuovo Inizio. È, infatti, necessario aver contezza dello scacco cui sta andando incontro il sistema politico ed economico che ha dominato il mondo, dal termine del secondo conflitto mondiale. Probabilmente, al di là del facile catastrofismo, il 2012 si presenta davvero come [...]
Lo sappiamo, c’è la crisi. E ancor più in crisi è l’editoria: chiudono giornali, grandi marchi riducono il personale, i medi arrancano, i piccoli scompaiono. Però, nel caos del settore librario, fra successi da centro commerciale e rifugio nell’e-book, appaiono ancora rispettabilissimi segnali di coraggio e resistenza.
Un nome da fare assolutamente è quello delle milanesi Edizioni Bietti, quantomeno per aver investito in una nuova collana editoriale battezzata “l’Archeometro”. Nome assai accattivante per i pochi che sanno cos’è appunto un archeometro: trattasi di strumento d’origine medioevale che servirebbe a “misurare il legame che ogni cosa mantiene con il principio”. Uno schema: [...]