C’è stata una sola Garbo? Ce ne sono state almeno due, una svedese e una giapponese, accomunate da diversi elementi: nessuna della due faceva davvero Garbo di cognome, il destino di entrambe è stato dettato dall’incontro con un regista che le ha plasmate magnificandone la fotogenia, entrambe si sono consacrate alla Settima arte e hanno coltivato dietro un’aura virginale – seriosa per la prima, sorridente per la seconda – un mistero enigmatico amplificato da un precoce ritiro dalle scene.
Ma se di Greta Lovisa Gustafsson sappiamo (o crediamo di sapere) tutto, di Hara Setsuko – al secolo Aida Masae, musa di [...]