Antonio José Navarro

Barcellona
L'impero del terrore. Il cinema horror statunitense post 11 settembre
L’11 settembre 2001 è una data che non dimenticheremo mai. Le immagini traumatiche dell’attacco terrorista al World Trade Center e il crollo delle Torri Gemelle di New York, ritrasmesse sugli schermi di tutto il mondo, hanno segnato in profondità il XXI secolo. Anche il cinema americano è cambiato profondamente da allora, e con esso l’horror, genere che da sempre è il più capace di assorbire e tradurre in fotogrammi terrificanti le paure più profonde di un intero Paese. Il libro di Antonio José Navarro, fuoriclasse della critica spagnola, per anni selezionatore al prestigioso Festival di Sitges, rilegge l’horror americano prodotto [...]
Cartaceo
ISBN: 9788882484132
€ 22.00

riviste

Il cinema horror, per Rob Zombie, non è un artefatto ludico, né ha proprietà catartiche: è un’arte sovversiva, per dirla con Amos Vogel, determinata a cambiare e a scuotere la coscienza (e il subconscio) degli spettatori, che si tratti di rompere tabù, reinventare forme cinematografiche o minare il nostro sistema vigente di valori. Infatti, film come La casa dei 1000 corpi (2003) o Le streghe di Salem (2012), senza dubbio le sue opere più emblematiche, si rivelano come opere dell’orrore “pure” perché violano le categorie ontologiche sulle quali si basano la nostra società e la nostra cultura e, di conseguenza, [...]
Tratto da Rob Zombie Reloaded n 8/2019/
All’epoca dell’uscita nelle sale, Maniac (1980) provocò un rifiuto viscerale da parte della critica, che agli inizi degli anni Ottanta del secolo passato assisteva atterrita all’esplosione del cosiddetto slasher film. «Disgustoso», «Aberrante», «Deprimente e degradante per qualsiasi amante del cinema», furono alcuni tra gli aggettivi lanciati come giavellotti contro il film di William Lustig da stampa e televisione. Il «Los Angeles Times» si rifiutò persino di pubblicizzarne l’uscita sulle sue pagine, e in questo modo Maniac si convertì in una cause célèbre, benché minore, all’interno della comunità di Hollywood. William Friedkin, lui stesso oggetto di attacchi feroci da parte delle organizzazioni [...]
Tratto da William Lustig n 13/2020
Sensualmente malinconico e sinistro, La corta notte delle bambole di vetro (1971) è un film dal vigore stilistico non comune, a tratti surreale e barocco, altrove austero e realista. Al debutto come regista, Aldo Lado rinuncia volontariamente agli effettismi e ai cliché del cinema d’horreur coevo, col proposito di offrirci un film “fuori mercato”. Ossia un’opera personale, concepita quasi come un esercizio confessionale, esorcistico, attorno a temi e impressioni sul tempo storico che l’autore sta vivendo e su una maniera di pensare e fare cinema, capace di trasformare il genere fantastico in un linguaggio quasi esistenziale. Lo slancio stilistico di La [...]
Tratto da Aldo Lado n 9/2019

Best seller

Autobiografia involontaria
Maurizio Nichetti è famoso come regista di Ratataplan, Ho fatto splash, Ladri di saponette, Volere volare, che sono stati visti [...]

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