Uscito quasi in contemporanea con il romanzo omonimo dello stesso Pupi Avati (Mondadori, 2005), La seconda notte di nozze vive della patina nostalgica del racconto al passato. Non solo per la lente deformante del ricordo autobiografico, ma soprattutto perché nella sua versione cinematografica la storia passa dalla terza alla prima persona singolare. È una voce extradiegetica, infatti, a introdurre lo sfondo storico dell’immediato dopoguerra. Il narratore rende omaggio anzitutto a quei bambini che, dopo aver patito la fame e la paura dei bombardamenti, hanno trovato la morte o sono rimasti gravemente feriti a causa delle mine disseminate nel terreno. Tuttavia [...]
Tratto da Pupi Avati n 10/2019