Senza categoria

Film Tv: «Emmanuel Carrère. Tra cinema e letteratura»
Ci parla di critica, il 17mo volume della collana di cinema Heterotopia. Protagonista assoluto: Emmanuel Carrère, che oggi scrive Il regno, ma ieri era, appunto, critico cinematografico per "Positif". Attraverso saggi (tra gli altri, di Fofi, Menarini, Manassero e Ciment) e ritrovate (e tradotte) perle di analisi a firma Carrère medesimo (su Fisher, Polanski, Tarkovskij, Herzog, von Trier...), i curatori esplorano l'altro lato dello scrittore, quello del suo primo amore. Il risultato è un'ulteriore perla. a cura della redazione ©Film Tv n.15/2015 (aprile)
Liberidiscrivereblog: «Wes Anderson. Genitori, figli e altri animali»
Se vi parlassi di simmetria, cura maniacale di oggetti e dettagli, colori accesi (rosso e giallo, tra i preferiti), microcosmi in cui vivono personaggi che, in realtà, sono uomini–bambini mai cresciuti del tutto... quale nome vi verrebbe sicuramente in mente? Dite la verità, di questi tempi pensereste ad un solo ed unico nome. Quello di Wes Anderson, regista texano probabilmente noto al grande pubblico per il suo Grand Budapest Hotel (2014), film vincitore di ben quattro premi all'edizione 2015 degli Oscar. I suoi film possono piacere o no, ovvio, e c’è da dire che, negli ultimi anni, il suo modo di fare cinema [...]
Il Venerdì di Repubblica: «Al cinema con Carrère»
Emmanuel Carrère ha trascorso buona parte degli anni 70 a disprezzare il rock, a non ballare e a sbronzarsi come un grande scrittore americano sognando di diventare un grande scrittore francese. "Nell'attesa sono diventato una specie di bimbo prodigio della critica cinematografica" ricordava senza pleonastiche modeste a metà di Limonov, il suo romanzo più celebrato e riuscito. Del Carrère cinéphile, almeno in Italia, non è che si sapesse granché. Eppure tra il '77 e l'86 lui pubblicò 150 testi di formato vario su Positif, valorosa rivista che, tra l'altro, salvò l'onore della critica nell'epoca in cui i Cahiers du Cinéma [...]
La Rivista del Cinematografo: «Il nuovo cinema di Hong Kong. Voci e sguardi oltre l'handover»
Nel 1997, dopo oltre un secolo e mezzo di dominio coloniale britannico, Hong Kong torna alla Cina. Da allora, come si è evoluta e cambiata e si è reinventata la sua cultura cinematografica? Per rispondere alla domanda ecco una amplissima e minuziosamente documentata finestra su una delle industrie d’intrattenimento più vitali al mondo. Semplificando al massimo, Hollywood può scivolare nello scontato, Hong Kong (per ora) no. Prefazione di Olivier Assayas (uno dei primi autori-critici occidentali ad appassionarsi e a interessarsi attivamente a questo universo multiforme) e contributi dei maggiori esperti del settore, quali Law Kar, Paul Fonoroff, David Desser, Alberto [...]
Hong Kong Express: «Il nuovo cinema di Hong Kong. Voci e sguardi oltre l'handover». Recensione
Un po’ di anni fa era facile che, al Far East Film Festival di Udine, qualcuno, appena conosciuto, ti chiedesse: «Ma tu sei per il Nazzaro/Tagliacozzo o per il Pezzotta?». Sembrava insomma che bisognasse schierarsi in questa dicotomia tra i primi due saggi italiani importanti sul cinema di Hong Kong, esprimere un senso di appartenenza, un po’ come quando alle feste dell’Unità dei primi anni Novanta ti chiedevano se eri del PDS o di Rifondazione. L’importanza e la complessità di una cinematografia, come quella di Hong Kong, d'altronde, si misura anche dalla saggistica che su di essa è stata prodotta, [...]
Pointblank: «Il nuovo cinema di Hong Kong», nuovo passo avanti di Bietti Heterotopia tra invito alla scoperta e approfondimento critico
Per chi ha iniziato a studiare, scrivere e parlare di cinema solo di recente, la possibilità della scoperta, del ritrovamento avventuroso, magari casuale, di decine e decine di film appartenenti ad una cinematografia prima sconosciuta, è un’emozione che si può rivivere solo sul piano soggettivo, della scoperta personale. L’iper-connessione contemporanea infatti rende quasi impossibile immaginare la gioia e l’emozione collettiva, il fervore e l’entusiasmo di una generazione di cinefili alla scoperta comune di un nuovo cinema tutto da svelare. di Matteo Berardini ©pointblank.it 24 marzo 2015
Linus: «La recita della storia» di Anton Giulio Mancino
Nel pirandelliano Enrico IV (1984) di Marco Bellocchio, due inquadrature non casuali sottolineano come la follia del protagonista inizi alle 8.55 del mattino, ovvero la stessa ora della satrage di via Fani del marzo 1978, abbrivio dei 55 giorni di sequestro conclusisi con l’omicidio Moro. Questo dettaglio, apparentemente insignificante, fa scattare in Anton Giulio Mancino la motivazione a trasformare il libro sul cinema di Bellocchio a cui stava lavorando in un’indagine altra: ovvero sull’ossessione del regista di Bobbio per il sequestro Moro e i suoi segreti. Il celebre Buongiorno, notte (2003) è solo un punto d’arrivo: il caso Moro informa [...]
La Rivista del Cinematografo: «La recita della storia. Il caso Moro nel cinema di Marco Bellocchio»
Se già lo spirito di partenza del volume è decisamente ambizioso, (analizzare l’opera di Marco Bellocchio alla luce delle varie rivelazioni acquisite nel corso degli anni sul caso Moro, senza limitarsi al solo Buongiorno, notte) la tesi di fondo lo è ancora di più. È possibile che i film non siano semplicemente lo specchio della rispettiva epoca, ma addirittura anticipino al proprio interno le notizie che andranno poi a integrare i futuri manuali di storia? Per Mancino la risposta è sì: quanto è vero che il cinema da sempre la racconta, è altrettanto valido il principio opposto secondo cui, in molti [...]
Cinemonitor: a colloquio con Anton Giulio Mancino su «La recita della storia. Il caso Moro nel cinema di Marco Bellocchio»
A colloquio con Anton Giulio Mancino, autore di La recita della storia. Il caso Moro nel cinema di Marco Bellocchio (Edizioni Bietti Heterotopia), immersione in un labirinto intricatissimo tra cronaca e cinema, ossessioni dell’autore (intendiamo Bellocchio quanto Mancino) e concreti riferimenti ad un evento che ha cambiato l’Italia. La recita della storia. Il caso Moro nel cinema di Marco Bellocchio (Edizioni Bietti Heterotopia) assomiglia più a un film di Francesco Rosi che a qualsiasi altro libro di saggistica cinematografica: da una parte coinvolge e, dall’altra, indaga, va a fondo, fornisce spiegazioni… Com’era, nella tua mente, il progetto iniziale di questo libro? Sono molto contento [...]
La prima monografia italiana su Wes Anderson
Bietti, che si conferma casa editrice dal catalogo originale, pubblica nella collana Heterotopia la prima monografia italiana sull’autore di I Tenenbaum e Grand Hotel Budapest. Il libro, Wes Anderson. Genitori, figli e altri animali, è opera del critico cinematografico Ilaria Feole con la prefazione di Peter Bogdanovich. Per la prima volta in Italia un testo interamente dedicato all’universo cinematografico e letterario di un autore capace, con le sue forme e i suoi colori, i suoi personaggi e i suoi mondi, di dettare nuove coordinate all’universo pop della settima arte contemporanea. Il volume arriva in libreria all’indomani dell’uscita in sala dell’ultimo, acclamato [...]