Per introdurre l’uditorio al suo pensiero, Massimo Amato tira fuori una banconota dal suo portafogli e la mostra ai presenti. Poi chiede cos’ha in mano e, senza farsi troppo desiderare, risponde: nulla. Perché la moneta non rappresenta nulla, o meglio: rappresenta il nulla. E il nulla non si mangia. Potrebbe sembrare un gioco di parole, neanche troppo generoso di senso. Ma dietro alla boutade si cela un pensiero che ha fatto propria la missione di un ripensamento radicale della contingenza storica del nostro tempo, un tentativo coraggioso di sondare la situazione economica di oggi alla luce della storia del concetto [...]
Tratto da L’altra faccia della moneta – Per una filosofia della sovranità politica e finanziaria n 4/2013