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Autobiografia involontaria sul Corriere della Sera
Una vita per il cinema, con un occhio sempre rivolto a quello del futuro, magari alleato coi videogame che tanto lo incuriosiscono. Il milanesissimo regista-attore-architetto classe 1948 Maurizio Nichetti si racconta nella sua Autobiografia involontaria, edita da Bietti Heterotopia, fresca di uscita, subito andata a ruba. Ma attenzione perché nuove copie sono disponibili oggi alla Feltrinelli di via Manzoni 12, dove a ingresso libero alle ore 18 c'è l'incontro, moderato da Ilaria Floreano, con il vulcanico attore di tanti cult, a partire dal celebre Ratataplan del 1979. Nelle 232 pagine del volume, Nichetti raccoglie un'incredibile serie di ricordi, aneddoti e [...]
Leggere la festa del mondo. Conversazione con Maurizio Nichetti
Recentemente è uscita per la collana Bietti Heterotopia l’autobiografia “involontaria” di Maurizio Nichetti. Tra queste pagine sono raccolti aneddoti, invenzioni e racconti colmi  di memoria e di pensiero, un carico lanciato contro la ciminiera tecnologica che vuole l’estinzione della carta (succede lo stesso ne Il Tesoro Nascosto, uno dei molti “film sognati” da Nichetti e inseriti nel libro). In questa biografia ci abitano, soprattutto, il gioco e il salto (quello che permette di legare insieme anni e  luoghi così [...]
Nel 1989, Maurizio Nichetti viene invitato al festival del cinema di Mosca per presentare Ladri di saponette. Mentre attraversa la Piazza Rossa viene riconosciuto da tre elettricisti di Como in trasferta per lavoro. I tre vorrebbero assistere alla proiezione del film ma di biglietti non se ne trovano più. Racconta Nichetti: «Ho detto loro: non c’è problema, entrerete con me. Alle sera i tre si presentano puntuali all’entrata degli artisti: «Italia Delegatia!» esclamo e così passano insieme a me e a mia moglie, come previsto. Solo che i responsabili della sicurezza non ci mollano un momento, ci tengono sempre uniti, [...]
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La casa editrice Bietti ha dato alle stampe un bel saggio di Ilaria Floreano che ha come soggetto la vita di Edward Hopper (Volevo dipingere la luce del sole. Vita di Edward Hopper tra pittura e cinema, 2016, 300 pp.). Si potrebbe pensare, a un primo sguardo poco accurato, all’ennesimo scritto su un tema già più volte trattato in molte sue sfaccettature; invece qui ci troviamo di fronte a un lavoro ben strutturato che vuole gettare luce su un aspetto dell’opera di Hopper, ovvero il rapporto tra l’artista e il cinema. Il saggio è diviso in quattro parti, che inquadrano [...]
«Corriere della Sera»: Piccole storie della grande storia. Gli anni 70 narrati dal nipotino
«Il primo giorno di scuola del ginnasio, per quel che ricordo, non c’era stata lezione». Le storie, quelle piccole — i dettagli quotidiani, le pieghe minime delle esistenze —, spesso raccontano meglio di altre la vita di un Paese, le grandi svolte, le trasformazioni. Gli anni Settanta, per esempio. A raccontarceli, tesi e pesanti, in un piccolo ma denso romanzo questa volta è Marco Passeri, milanese, classe 1964. Bambino e poi ragazzo in quel decennio di lotte tornato in mente a tanti proprio in queste settimane dopo i fatti della biblioteca di Bologna. Qui, quelle atmosfere vengono fuori dalla voce di [...]
«il Tempo»: Alla ricerca (metafisica) del fratello perduto
Fratello e sorella. Con un vincolo magico che all’improvviso la morte spezza. Affronta la narrazione del dolore più intimo Bruna Magi, giornalista e critico cinematografico nonché già autrice di una trilogia sul mondo del mistero in chiave attuale. Anche qui c’è un intrico da sciogliere. Quello della vita di Rodrigo, docente amatissimo dagli alunni e da Barbara, la sorella, cardiologa. É lei che, come guidata da Rodrigo ormai nell’aldilà, scava nel passato di lui, tornando alla casa di famiglia, all’infanzia, al ragazzo seducente e scherzoso che era. L’epilogo è l’atout del libro. Sorprende il lettore, conducendolo in una dimensione metafisica [...]
«Il mucchio selvaggio»: Volevo dipingere la luce del sole. Vita di Edward Hopper
È mattina a Cape Cod. Una donna guarda fuori dalla finestra. Forse attende qualcuno. Forse cerca d'intuire il cambiamento del tempo. Non c'è dato saperlo, ma senz'altro rivolge il capo verso il sole, attratta da una luce che sembra quasi rapirla. "La luce è un efficace mezzo per creare la struttura della realtà, una potente arma che permette all'artista di rendere la sua visione del mondo", affermava Edward Hopper. E nel suo mondo poetico - come testimonia il dipinto Cape Cod Morning del 1950 - la luce si allontana dalla realtà visibile per assomigliare più spesso all'universo del [...]
Invasion Usa. Idee e ideologia del cinema americano anni 80
Se per il lettore medio di "Rumore" gli anni 80 possono significare (anche) Smiths e hardcore punk, va da sé che l'idea comune sul decennio di Ronald Reagan e Margareth Thatcher resti estremamente negativa, tanto in politica quanto nelle arti. Pier Maria Bocchi - una certezza per i cinefili, critico cinematografico dalle doti di scouting non comuni - parte proprio da qui, tentando, più che di rivalutare, di ridiscutere un decennio contestato e spesso frettolosamente liquidato da critica e storiografia. E lo fa concentrandosi sul cinema americano, con un titolo che provocatoriamente riprende quello di un film con Chuck Norris, [...]
«il Mattino»: Per Bruna Magi le favole come affresco dei sentimenti
La lettura, fatta sulpianodelpu- ro divertisse- ment, è un pia- cevole e conti- Cooper: «Per il mio libro ho studiato Padre Pio» nuo rimando a storie di famiglia, agli amori dei genitori, ai suoceri ricchi e cattivi,adamicivicinielontaninelpas- sato, che l’autrice ritrae con tocco leg- gero e incisivo, ricavando dalle descri- zioni dei personaggi anche un affresco deisentimentiedellepersonaliinclina- zioni. Come nelle favole, ci si fa cullare dal rinvio giocoso delle storie che si muovono attorno a Rodrigo e Barba- ra, stimolate dalla fantasia sfrenata di lui e raccolte dalla volontà serrata di lei di ricordare [...]
Volevo dipingere la luce del sole. Vita di Edward Hopper tra pittura e cinema
L’opera di Hopper ha un carattere evidentemente profano, come ben rilevato dalla critica, eppure, senza ambire a iperurani fantasmatici, eccede sempre sé stessa, andando oltre la semplice descrizione di quanto raffigura. Il realismo figurativo che la contraddistingue svanisce così, gradualmente, in una dimensione atemporale sempre pronta a insorgere. Una stazione di benzina, completamente deserta. Il suo silenzio, imperioso e alienante, si ripete nella stanza di un palazzo, entro cui una donna solitaria si affaccia verso il sole. Morning Sun. La donna scompare, forse non è più mattina. Il vuoto avvolge la stanza, quella di Sun in an Empty Room. [...]