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Joe Wright. La danza dell'immaginazione, da Jane Austen a Winston Churchill
In occasione dell’uscita del libro ho avuto il piacere di intervistare l’autrice, la giovane critica cinematografica Elisa Torsiello. Scopriamo come è nata l’idea di questa monografia e soprattutto la sua passione per l’autore inglese. Partiamo dalle cose ovvie: perché un libro su questo regista? Diciamo che la scelta è stata dettata dalla mia passione per Joe Wright, il mio terzo regista preferito dopo Alfred Hitchcock e David Fincher. Ho sentito sin da subito una sorta di simpatia intellettuale tra me e questo autore, perché è così che lo reputo, sin dalla prima visione di Orgoglio e pregiudizio. Una simpatia che si è [...]
David Hume, «Contro Rousseau»
Per le cure di Spartaco Pupo, studioso esperto del pensiero di David Hume (del qua­le ha curato anche l’edizione degli scritti po­litici Libertà e moderazione, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2016), esce in prima traduzione italiana moderna (dopo quella veneziana del 1767), con l’accattivante (e allusivo, come vedremo) titolo Contro Rousseau il resoconto, dato alle stampe a Londra nel 1766, di una cu­riosa vicenda che vide contrapposti il filosofo scozzese e il grande Ginevrino. La vicenda, riassunta da Pupo nel saggio introduttivo, è essenzialmente questa: Hume, dopo un sog­giorno a Parigi nel corso del quale ha avuto modo di incontrare alcuni dei [...]
Divi duci guitti papi caimani
Ascoltare una lezione di Storia del cinema allo Iulm di Milano, dove è prorettore; vederlo sullo schermo mentre racconta la settima arte su Sky Cinema; leggerlo su «8 1/2», periodico che ha ereditato i magici vent'anni del suo mensile «Duel»: questo e molto altro è Gianni Canova, che torna in libreria con un libro fondamentale dal titolo Divi duci guitti papi caimani. L'immaginario del potere da Rossellini a The Young Pope (Bietti, 140 pagine, 15 euro), arricchito da una scrittura perfetta che sembra di ascoltare dalla sua voce. Non è stato un lavoro semplice, ma quest'opera era da farsi, come spiega [...]
«Rumore» recensisce
Rappresentante paradigmatico del fermento del cinema indipendente statunitense degli anni 90, Richard Linklater e il suo percorso (da) irregolare sono analizzati nel dettaglio e con rimandi mai scontati dai critici Francesca Monti e il "nostro" Emanuele Sacchi. Il pregio principale di questa monografia è la capacità di legare la complessa opera del texano classe 1960: se lo spirito del suo primo film distribuito, Slacker (1991), fa da filo conduttore a buona parte dei personaggi della sua fimografia, anche quando ci sono di mezzo altri autori e grandi produzioni - come capitato con il suo film più popolare, School of Rock [...]
Il mucchio selvaggio parla di
In fondo, Richard Linklater non deve essere rimasto troppo dispiaciuto dalla mancata assegnazione dell'Oscar a Boyhood. Lo conferma Louis Black, suo amico di lunga data, affermando che «una parte di lui non avrebbe mai voluto vincere quel premio». Effettivamente, con la vittoria della mitica statuetta - simbolo del sistema hollywoodiano - chissà cosa ne sarebbe stato del suo status di alfiere del cinema indipendente statunitense. Una medaglia guadagnata stoicamente sul campo professando la dottrina rivoluzionaria del Sogno americano in versione slacker, ossia «l'ambizione di vivere delle proprie passioni, scegliendo da soli il proprio percorso nella vita per evitare di doverlo [...]
BlowUp su
Non era semplice tirare le fila della produzione e della poetica di Richard Linklater. Distante anche geograficamente da Hollywood, radicato in quel Texas che descriverà con tocchi tracicomici nel sottovalutato Bernie eppure cittadino del mondo (Prima dell'alba e i due splendidi sequel, ossia la Terra Europa vista dalla Luna America), capace di spaziare da commedie romantiche ad adattamenti di Philip Dick passando per esperimenti stile Dogma, stimolante anche nei passi falsi, Linklater è un regista la cui carriera, come scrivono gli autori, «riflette alla perfezione la dialettica tra l'industria hollywoodiana e il cinema indipendente». Per analizzarne l'eterogenea filmografia, Monti e [...]
Il libro di Francesca Monti e Emanuele Sacchi, Richard Linklater. La deriva del sogno americano (Bietti, 20 euro), è una monografia molto ben organizzata, e non solo per la dedizione dei due autori all’oggetto delle loro analisi. Si tratta di un buon, vecchio, solido libro di critica, con elementi analitici all’interno, come non se ne leggevano da un po’. I film non vengono affrontati cronologicamente, ma al tempo stesso il lavoro è assai lineare nell’affrontare con limpidezza i temi e i tropi del cinema di Linklater, un autore cui forse non molti di noi avrebbero pronosticato di diventare – [...]
Il mucchio selvaggio parla di
Non è la solita autobiografia in cui l'autore si loda e si sbrodola addosso guardandosi allo specchio. Del resto, come recita il titolo, trattasi di raccolta di memorie dalla natura involontaria: lo conferma la struttura libera del libro, in cui i ricordi del passato, proposti in ordine non cronologico, incontrano soggetti cinematografici, racconti inediti e idee-lampo. Oscillando tra nostalgia di ieri e interesse per le tecnologie del domani, sguardo bonario verso l'umanità e sardoniche stoccate ai media, questa inconsueta autobiografia ci ricorda quanto - sin dalle origini milanesi - Maurizio Nichetti sia stato un corpo estraneo nel nostro cinema romanocentrico, [...]
La rivista del cinematografo su
Dalla penna di una personalità vulcanica come quella del regista, attore e sceneggiatore Maurizio Nichetti poteva forse scaturire un'autobiografia tradizionale? Preparatevi a tuffarvi in un caleidoscopio acronologico di ricordi, pensieri, emozioni, incontri cruciali e testimonianze di un'Italia in continuo mutamento socio-culturale, poi in una raccolta di 12 racconti: pagina dopo pagina, vi cattureranno entrambi in quella spirale di leggerezza e malinconia che contraddistingue i lavori di Nichetti. Angela Bosetto ©La rivista del cinematografo, Maggio 2017
Un libro pieno di film. Autobiografia involontaria su Giornale Metropolitano
Come può essere involontaria un'autobiografia? Può, se a inventarla è Maurizio Nichetti: gli è bastato, col suo rigore così perfetto da parer casuale, far seguire-inseguire “quel mare di emozioni, che ognuno di noi vive sin dalla nascita e alle volte riaffiorano, come e quando vogliono, dentro un pensiero, un’inquadratura, una pagina di libro”. Autobiografia Involontaria di Maurizio Nichetti: appena uscita, sbucata fra gli anni, dai ’50 ad oggi, a farci curiosare nella storia del cinema, della società, del “suo” cinema, con tanto di contenuti video (visibili scaricando QRcode) di spezzoni interessanti dei suoi film, capolavori che – purtroppo – moltissimi ragazzi [...]