Gli Italiani, nei confronti degli autori stranieri, hanno una tradizione tutto sommato modesta, ed un approccio complessivamente scialbo: apparentemente, sono un popolo linguisticamente autoreferenziale, filologicamente tetragono al nuovo, applicativamente neghittoso. Insomma, per farla breve, hanno la pittoresca tendenza ad italianizzare la letteratura extranazionale: doppiano i lungometraggi, sottotitolano, modificano, cancellano. Lo fanno, talvolta, con l’antipatica spocchia di chi, provenendo da una civiltà percepita come superiore, traduce dal boscimane qualche filastrocca barbarica: altre volte, pur in assenza di manifestazioni patenti di albagia, tendono a personalizzare l’opera altrui, fino allo strazio e al camuffamento, con risultati, spesso, addirittura offensivi verso gli originali. Così, [...]
Tratto da Charles Bukowski – Tutti dicevano che era un bastardo n 11/2016