L’esordio ufficiale di Mike Flanagan è una storia di fantasmi. Di apparizioni e presenze ectoplasmatiche che si celano dietro una parete o alla fine di un tunnel oscuro e interminabile; di non-morti che continuano a perseguitare la vita e gli incubi di chi cerca di sbrigliarsi da un orrendo passato; di figure al contempo oniriche e reali, la cui sostanza va a sovraimprimersi creando ancora un’altra immagine, più indefinita e fumosa.
Il “mostro” messo in scena da Flanagan in Absentia (2011) si nutre di questa ineffabilità, o meglio, immaterialità: è un rumore sinistro, un sibilo, urla sommesse, un crepitio fastidiosissimo. Contrazione [...]
Tratto da Mike Flanagan n 16/2023