La vergine eterna. Breve storia di Hara Setsuko, musa di Ozu

La vergine eterna. Breve storia di Hara Setsuko, musa di Ozu

Claudia Bertolé
2020, pp. 79

C’è stata una sola Garbo? Ce ne sono state almeno due, una svedese e una giapponese, accomunate da diversi elementi: nessuna della due faceva davvero Garbo di cognome, il destino di entrambe è stato dettato dall’incontro con un regista che le ha plasmate magnificandone la fotogenia, entrambe si sono consacrate alla Settima arte e hanno coltivato dietro un’aura virginale – seriosa per la prima, sorridente per la seconda – un mistero enigmatico amplificato da un precoce ritiro dalle scene.
Ma se di Greta Lovisa Gustafsson sappiamo (o crediamo di sapere) tutto, di Hara Setsuko – al secolo Aida Masae, musa di Ozu e una delle più importanti interpreti nipponiche – sappiamo molto meno.
Colma la lacuna questa breve, ammirata biografia firmata da Claudia Bertolé, tra le massime esperte italiane di cinema giapponese, che cerca di restituire – a cento anni dalla sua nascita in quel di Yokohama il 17 giugno 1920 – filmografia, personaggi e retroscena di un’attrice che ha cavalcato trasformazioni epocali come il tramonto dell’imperialismo e l’emergere della democrazia impersonando figlie devote, mogli, vedove, dee del focolare imperturbabili e ambigue come solo sanno esserlo la Donna e la Storia.

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ISBN: 978-88-8248-456-9
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