Poiché la vita è in fondo un dialogo con la morte, ci si aspetta di trovare in quest’ultima una parola assoluta, inviolabile, definitivamente riecheggiante nella dialettica dell’esistenza e della letteratura. Nell’opera e nella vita di Jorge Luis Borges questa dialettica è intessuta dai tremendi specchi che moltiplicano il reale come le ipostasi gnostiche, i labirinti complessi, l’afflato onirico totale, il periodico ripetersi della biblioteca-universo già profilatosi nel pensiero orientale, greco e nietzschiano, l’assolutezza del mistero del tempo e degli spazi, l’onnipresente verità della finzione, la vertigine. Tuttavia, è alla morte a essere affidata la parola totale, e al sostrato fisico [...]
Tratto da Jorge Luis Borges – Il Bibliotecario di Babele n 12/2017