Adriano Aiello

riviste

Nell’immaginario, o perlomeno nella memoria, Troppo forte (1986) rappresenta l’ultimo modello di un certo cinema popolare, fruito in sala con rituali gioiosi che da lì a poco si sarebbero persi. A suo modo, è anche l’ultimo film di Carlo Verdone che chi scrive ha visto con lo spirito dei tempi. Chiude un cerchio, per quanto successivamente il regista abbia realizzato lavori migliori (pochi in verità: Compagni di scuola [1988], Maledetto il giorno che ti ho incontrato [1992]). Erano proiezioni rumorose e affollate; a posti terminati ci si sedeva anche per terra o sui gradini, capitava di rimanere in sala a [...]
Tratto da Carlo Verdone n 12/2019
Al quarto film da regista, gli sguardi candidi e incantati di Verdone e dei suoi alter ego un po’ coatti e un po’ fregnoni trovano per la prima volta una chiave malinconica e gentile che prenderà (sporadicamente) il sopravvento negli anni successivi. L’inganno è uno degli strumenti narrativi più comuni nel cinema dell’autore romano e funziona sempre su un duplice livello: quello della falsa presentazione di se stesso e quello dell’espediente per sbarcare il lunario. Qui abbiamo il finto prete (una delle sue incarnazioni più riuscite) alle prese con l’educazione culturale di una baby modella americana, costretta dai ritmi del [...]
Tratto da Carlo Verdone n 12/2019

Best seller

Autobiografia involontaria
Maurizio Nichetti è famoso come regista di Ratataplan, Ho fatto splash, Ladri di saponette, Volere volare, che sono stati visti [...]

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