La passione per il cinema, l’amore per le storie raccontate, l’onestà e la sincerità di un professionista della Settima arte… Questo è Romolo Guerrieri: un regista nel senso più profondo del termine, capace di mescolare l’artigiano e l’intellettuale per restituirci film appassionati, dove la padronanza assoluta della tecnica e del linguaggio cinematografici si traduce in straordinari slanci di creatività.
Innovatore e pioniere, Guerrieri ha osato proporre eroi fragili nel virile western all’italiana, dato il via al “giallo all’italiana” con Il dolce corpo di Deborah e personalizzato il “poliziesco all’italiana” concentrandosi sulla sua dimensione antropologica, per raccontare le vite al limite degli uomini di legge in film come La polizia è al servizio del cittadino? Regalandoci anche Un detective, tra i rarissimi polar nostrani, e uno dei titoli più sorprendenti e sperimentali degli anni Settanta, La controfigura. Nell’intervista rilasciata a giugno 2022 in esclusiva a Fogliato – autore per Bietti anche di Con la rabbia agli occhi. Itinerari psicologici nel cinema criminale italiano (che vanta la prefazione di Romolo Guerrieri) – il regista novantenne si racconta e si “riscopre”, attraverso lo sguardo critico di chi ha saputo comprendere per intero le implicazioni umane delle sue storie per immagini.