Le pareti verde acqua sono coperte da dita di polvere, le preziose tende africane, ridotte a brandelli, sbuffano fumo nero. Il pavimento è un paesaggio collinare di macerie, arricchito da riflessi di luce prodotti dai frammenti delle vetrate esplose. Il pianoforte, antico cimelio di un’epoca dimenticata, resiste miracolosamente sulle sue tre gambe, butterato dalla cenere, coperto di polvere e detriti. La porta scorrevole del salotto ondeggia sottile a mezz’aria, incastrata nel muro, come un coltello da lancio. Ha segato i cavi della fibra ottica coperti dal cartongesso che ora, nudi, penzolano sconfitti, nervature del sistema-casa ormai divenuto cadavere. L’oloproiettore tossisce [...]
Tratto da Modernità occulta – Le radici simboliche delle arti contemporanee n 5/2013