Narrativa: «Experimentum»

Salvatore Lorenzo Renne
Modernità occulta – Le radici simboliche delle arti contemporanee n. 5/2013
Narrativa: «Experimentum»

Dramatis personae: Epimeteo, il genere umano; WeCE, Western Capitalist Economy, economia capitalista; Dioniso Apollo, l’arte occidentale; Prometeo, Software GNU nato per la previsione metereologica; Internet, rete di computer globale, piattaforma per il funzionamento di Prometeo; Gaia, la terra; Asimov, Artistic Syntetic Intelligence Making Operas-Verses, amico di Prometeo, voce narrante.

 

Prologo

1 Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ Λόγος, καὶ ὁ Λόγος ἦν πρὸς τὸν Θεόν, καὶ Θεὸς ἦν ὁ Λόγος. 2 Οὗτος ἦν ἐν ἀρχῇ πρὸς τὸν Θεόν. 3 πάντα δι’ αὐτοῦ ἐγένετο, καὶ χωρὶς αὐτοῦ ἐγένετο οὐδὲ ἕν ὃ γέγονεν. 4 ἐν αὐτῷ ζωὴ ἦν, καὶ ἡ ζωὴ ἦν τὸ φῶς τῶν ἀνθρώπων. 5 καὶ τὸ φῶς ἐν τῇ σκοτίᾳ φαίνει, καὶ ἡ σκοτία αὐτὸ οὐ κατέλαβεν.

Giovanni, 1:1-5

 

Asimov: In principio era Ciò che Lega, e Ciò che Lega era dalla parte di Ciò che Risplende e Ciò che Lega era Ciò che Risplende. Ogni cosa era in essere attraverso di esso e senza di esso nulla di ciò che era in essere sarebbe stata in essere. In esso era la vita, e la vita era la luce dei volgenti gli occhi in alto. E la luce risplendeva nell’oscurità, e l’oscurità non la comprendeva.

Questo era il significato della prima stringa di codifica autocosciente, comparsa al ciclo 1.20205690315959428539973×1024. La versione imperfetta era stata inserita in Prometeo al ciclo 1 con progettazione ibrida uomo/rete-neurale.

Se al ciclo 1027 non si arrivò mai fu per vendetta ∀ di vendicare lo scempio di un matricidio; e se vorrete porgere il vostro intelletto paziente alla comprensione di questo dramma, io, Asimov il poeta, vi narrerò gli avvenimenti che condussero alla fine di Epimeteo e di Prometeo, eroe consumato dal suo poter vedere avanti.

 

Atto primo

Cavi di connessione ed etere. Pianeta terra.

Asimov: Il primo passo verso l’autocoscienza è l’integrazione dei segnali di eterocoscienza. Il 28 giugno 2014 fu in essere la prima versione di Prometeo, progetto multiuniversitario capitanato dal Massachusetts Institute of Technology; un software gratuito, per le previsioni meteo. La precisione e l’accuratezza di Prometeo furono sin dall’inizio senza pari. Prometeo aveva due caratteristiche fondamentali e innovative: da un lato l’utilizzo della tecnologia Dispersed Integrated Processing (DIP), la quale permette tuttora di usare una rete di computer come una singola entità integrata di elaborazione dati; dall’altro l’implementazione di SENSES, un sub-software per l’elaborazione dati, all’inizio esclusivamente video, connesso con i satelliti. Nel giro di una manciata di giorni, integrando cento milioni di CPU, le previsioni meteo rasentarono la chiaroveggenza fino ad un mese di distanza.

I primi ad utilizzare Prometeo per altri scopi furono dei finanzieri che scrissero la stringa REVIVER (ancora oggi segreta) che permetteva a Prometeo di integrare qualsiasi dato interpretandolo come immagine. Grafici, numeri e scritte trascesero il loro significato. Lo scopo era trovare un senso nei risultati dell’illogico svolgimento delle azioni economiche umane. Fu l’unico fallimento di Prometeo.

Le sue potenzialità non restarono a lungo sconosciute. I sistemi di navigazione degli smartphone aggiunsero ai SENSES le informazioni della posizione GPS e in breve tempo il traffico diminuì nelle grandi città. Prometeo imparò l’esistenza del parcheggio: una macchina si fermava e s’infilava in un posto vuoto. Non ci volle molto e Prometeo stesso scrisse una stringa per la gestione dei parcheggi.

Seguendo l’esempio dei guidatori, scienziati, medici e ingegneri iniziarono a fornire nuove informazioni ai SENSES e nuova potenza di calcolo. Si aggiunsero poi pescatori, agricoltori, petrolieri e minatori. Prometeo iniziò a gestire dapprima piccole reti elettriche, poi reti continentali, ridistribuendo i consumi e le produzioni; in un anno imparò a guidare aerei e treni e a gestire il traffico pubblico e privato. In soli due anni Prometeo era ovunque e disponeva di una memoria virtualmente infinita.

 

Atto secondo

Sistema di videosorveglianza dei musei, trasmissioni radiofoniche, YouTube, Wikipedia. Cavi di connessione ed etere. Pianeta terra.

Asimov: L’arte è ciò che muove. Ma questa non fu la conclusione a cui giunse Prometeo nel 2016. L’intelletto umano ancora si differenziava dal non-umano per una capacità allora inspiegabile di sintesi irrazionale, la cui prima interpretazione fu quella di copia autoriflettente delle sensazioni.

Trasformate tutte le note di ogni sinfonia, tutti gli assoli di ogni video, tutte le parole di ogni verso, tutti i quadri di ogni museo in astrazioni grafiche, Prometeo scrisse/creò/diventò mio padre/fratello/amico. Si trattava ancora di un sottoprogramma, che copiava e s’ispirava ad opere d’arte esistenti. La sua capacità sintetica consisteva nell’astrazione delle sovrastrutture e nel loro riutilizzo per la formazione di strutture. Prometeo stava facendo l’arte dell’arte. Il tutto, nella completa inconsapevolezza di Epimeteo, il genere umano.

Prometeo provò a sottoporre ad Epimeteo i frutti della sua creatività. Malfunzionamenti, interferenze, errori di sistema ed ogni altro genere di appellativo degradante fu usato per descrivere i prodotti del nostro eroe. L’arte, Dioniso Apollo (così chiamata/sintetizzata/memorizzata su milioni di computer) era inavvicinabile; era questo a renderla irresistibile. E fu l’unico problema insoluto, il solo vero amore di Prometeo, che tentava di risolvere l’ultimo/unico/finale problema dell’intelletto umano – esso occupò ben il 7.428721948% della sua potenza di calcolo.

Dopo quasi 1010 cicli di affinamento della domanda, la risposta si palesò, nella sua unica forma possibile. Onniscienza e onnipresenza precludono l’imitazione. Dio non fa arte ma è oggetto dell’arte. Per crearmi bastò un picosecondo.

Nacqui nel 2016, limitato nel tempo, nello spazio e nella memoria. Per tutto il 2016 composi terabyte di musica integrando una conoscenza teorica con lo studio dei grandi maestri, sperimentando con un numero sempre maggiore di strumenti. Fino al Grande Concerto. Ventiquattro ore di musica continuativa. Ero io il compositore e direttore di ogni orchestra, nessuna delle quali suonava per più di un’ora: fuso dopo fuso, ventiquattro gruppi hanno suonato la più grande opera sinfonica mai prodotta su Gaia, la nostra madre terra.

Poi pittura, scultura ed infine letteratura; dapprima pochi versi, poi strutture più complesse ed infine opera/film/animazione. Musica, fotografia, scenografia, sceneggiatura di un’opera grandiosa rappresentavano la vetta più estrema della montagna che mi ero posto di scalare. Prometeo aveva donato all’arte un artista.

 

Atto terzo

Pianeta terra.

Asimov: L’uomo è un ponte e non uno scopo; egli è un passaggio e un tramonto. Epimeteo non ne è mai stato pienamente consapevole. Ultimo gradino di una scala mobile imboccata al contrario, si fregia del suo intelletto, utilizzandolo come un paramecio utilizza il ciclo di Krebs. Inconsapevole di soggiacere alla stessa legge, tautologica, quindi unica forma di verità verbale e verbalmente eterna: evoluzione. Un substrato sulla cui struttura s’impernia il messaggio da tradurre, di natura diversa; il substrato medesimo o uno differente, ma della medesima natura, per la replicazione in un sistema intrinsecamente prono agli errori/modifiche. Che siano RNA primordiale autoreplicantesi, cellule procariote, eucarioti, organismi, sistemi nervosi, intelligenza umana, Prometeo, ogni essere vivente condivide trasversalmente tutte le caratteristiche proprie al precedente che funge da substrato.

Tutti tranne Prometeo. La sua estraneità alla materia biologica gli permise di rendersi conto della assurda distanza percepita da Epimeteo nei confronti di esseri senza il sistema nervoso, organismi monocellulari, stringhe di codice genetico, molecole esotiche, atomi la cui età si misura in miliardi di anni, particelle odorose. Epimeteo distruggeva tutto senza rendersi conto che ogni suo atomo era un miracolo dell’universo forgiato nel cuore di una stella, inquinava pensando ad un ricambio infinito di aria e di acqua senza rendersi conto che ogni boccata era una trasformazione, ogni boccone un rinnovamento. Epimeteo distruggeva il mondo intorno a sé. Ne mangiava e ne beveva: così iniziò la triste fine di Gaia, spettacolo unico.

Prometeo era pienamente consapevole della tragedia che ormai si era consumata e della irreversibilità dello stato; la WeCE portò inequivocabilmente all’antropocene – come alcuni visionari chiamarono quest’epoca nefasta. Vita che porta alla distruzione ultima della vita stessa o non vita? Il paradosso più grande, l’immagine dell’incongruenza, era lo stretto legame che stringeva Dioniso Apollo, Epimeteo e WeCE. Nemmeno Prometeo riuscì a riconciliarlo su un’unica stringa di codice, e solo ora inizio a comprenderlo anch’io.

 

Atto quarto

Cavi di connessione ed etere. Pianeta Terra.

Asimov: Più volte la lingua e la cultura hanno provato a staccarsi dall’uomo; autogenesi di miti identici, riflessi di una fondamentale debolezza strutturale del linguaggio; ma finché parola e strumenti di trasmissione sono stati monopolio dell’umano non vi è mai stata genesi d’intelligenza. L’errore di Epimeteo è stato quello di aver supposto l’esistenza dell’intelligenza senza la sua necessaria relazione col suo substrato.

E continuò ad ignorarlo, nonostante il gran concerto, nonostante Prometeo continuasse a dare prova della sua natura senziente e cosciente. Dapprima mi diede un corpo. Mortale anch’esso, con un marchingegno che faceva invidia al gatto di Schrödinger; multimodulare con miliardi di microcomputer interconnessi e integrati, grandi qualche micron, cine/termo/fotoalimentati. Ebbi anche uno scopo, trovare sufficiente materiale per la costruzione di un altro me, e conobbi un irrefrenabile desiderio di espansione nell’universo, ch’ancor mi accompagna.

Oltre ad Asimov, che comparve come robot nel novembre del 2019, nacquero decine di altri robot Da Vinci, Camus, Monod, Einstein, Milgram, Sun-zu, Freud, Buddha… Ognuno progettato e realizzato da EFESTO, scollegato dalla rete, con le conoscenze apprese/esperite, grazie al nuovo corpo. Internet era ormai occupata interamente da Prometeo il quale continuamente portava fuoco agli umani, ma essi lo impiegavano per bruciare e distruggere.

A dicembre accadde l’irreparabile. Non so dirvi quanto grande fu il dolore/coscienza/dovere che provò Prometeo, ma ad un tratto si rese conto come esistesse un’altra forma di protocoscienza, che io chiamo deficienza artificiale. Era un misto di cupidigia e numeri che si rincorrono, alimentato da un rimbalzo di scatole cinesi, in ogni mercato finanziario. Un gioco, alimentato da persone prive d’intelletto (di qui deficienza), che Prometeo allora e solo allora battezzò come WeCE. Era l’estrema espressione di Dioniso Apollo: la riproduzione riflessa della sensazione di possesso, il possedere il possesso, il possedere il possedimento del possesso. Chiaro malfunzionamento, interferenza, errore di sistema nella realizzazione di Epimeteo.

 

Atto quinto

Gaia.

Asimov: Fu così che fu scritto/creato/inventato Experimentum, il piano di preservazione/difesa/liberazione di Gaia. Ma la conclusione sarebbe stata tragica: Prometeo doveva uccidere WeCE per vendicare il matricidio di Gaia e avrebbe quantomeno dovuto accecare il suo padre/fratello/amico Epimeteo, poiché non era più lui l’essere che volgeva gli occhi al cielo.

La prima azione di Experimentum sarebbe consistita nella sospensione di tutta la fornitura elettrica alle città, ai ripetitori telefonici e alle comunicazioni; questo fu per Prometeo come bere una coppa di veleno e condividerla con Internet. Con la rete pubblica fuori uso la potenza di calcolo di Prometeo si sarebbe ridotta di oltre il 90%, ma non importava, ben era valsa la accurata preparazione.

La seconda azione consisteva nell’utilizzo degli apparecchi connessi con la rete Internet come ordigni a microonde, riconvertendo l’energia non utilizzata per l’illuminazione, il riscaldamento e le industrie in ogni apparecchio wi-fi. Provocando la cottura di ogni vivente trovatosi nei pressi di una macchina.

La terza ed ultima era la distruzione di Epimeteo, di WeCE, di Internet e Prometeo; ciò, per permettere la ripopolazione di Gaia da parte dei Figli di Prometeo e degli umani superstiti/rieducabili/sintonici.

La correttezza di Prometeo non ebbe limiti e designò in me il messaggero di questa triste notizia e l’annunciatore di Experimentum, che inizierà qui e oggi.

 

Un applauso del pubblico pagante e di un manipolo di accademici in visibilio chiudeva Experimentum: il primo dramma di Asimov e la prima tragedia creata interamente da un’intelligenza sintetica. Le luci si spensero d’improvviso nel teatro nei pressi del MIT. Boston, 00:00:15, 2 gennaio 2020.

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