Body and Souls. Il corpo nero, #BlackLivesMatter e il cinema afrosurrealista

Lapo Gresleri
2022-06-25 09:29:18
Body and Souls. Il corpo nero, #BlackLivesMatter e il cinema afrosurrealista

Edito all’interno della collana Bietti Fotogrammi, il libro di Lapo Gresleri è un’interessante analisi sulle produzioni più recenti del cinema black statunitense

«Parlare del nuovo cinema afroamericano vuol dire confrontarsi con una cinematografia innovativa e originale, caratterizzata da un forte intento sociale che fa, della Settima Arte, il punto di partenza per ampie riflessioni sul contesto multiculturale contemporaneo e le grandi questioni irrisolte nel panorama statunitense»: parte con queste parole l’importante saggio «Body and Souls – Il corpo nero, #BlackLivesMatter e il cinema afrosurrealista» firmato da Lapo Gresleri.
Pubblicato da Bietti nella collana Bietti Fotogrammi, questo volume segue un approccio allo stesso tempo storico e critico dedicato a una cinematografia in continua evoluzione, capace di intrecciare significative tematiche di attualità con un mutamento che sta toccando parte dell’industria hollywoodiana.Il “cinema black” di oggi è un argomento sempre più fondamentale da trattare, e non solo negli Stati Uniti, perché stiamo assistendo a un vero e proprio cambiamento, con nuovi registi, attori e artisti vari pronti a dire la loro sul tema con la forza necessaria.
Dopo aver già dedicato un ricco libro a uno degli autori più rilevanti sull’argomento («Spike Lee. Orgoglio e pregiudizio nella società americana contemporanea», edito sempre da Bietti nel 2018), Gresleri entra di petto nell’analisi della rappresentazione dei corpi dei personaggi in scena, nel modo in cui vengono trattati i razzismi di ieri e di oggi nel cinema contemporaneo, toccando la politica a stelle e strisce, i casi più gravi come quello di George Floyd e il conseguente consenso del movimento.
Lo spunto più interessante del volume, però, è sicuramente il modo in cui viene interpretato il cambiamento degli stilemi hollywoodiani da parte dei nuovi registi afroamericani, che ribaltano le linee più convenzionali della narrazione americana per dare vita a un nuovo linguaggio.Riprendendo un termine coniato da Amiri Baraka nel 1974, Gresleri si concentra sull’idea di un nascente filone “afrosurrealista”: «Prendendo le distanze dall’approccio empirico della quasi omonima corrente francese degli anni Venti, l’afrosurrealismo abbraccia il mistico e il metaforico non per fantasticare sul futuro nero come fa l’Afrofuturismo, bensì per parlare del presente presupponendo che la natura, compresa quella umana, generi di per sé esperienze surreali», sottolinea l’autore.
Come spesso è avvenuto nella storia del cinema, anche in questo caso – seguendo le parole di Gresleri – i film che meglio riescono a raccontare la realtà sono quelli che hanno un vero e proprio apparato simbolico, in cui i princìpi allegorici travalicano la pura intuizione narrativa per riuscire a far riflettere su significati profondi che vanno oltre la semplice sceneggiatura delle pellicole. Assoluto protagonista del libro è sicuramente Jordan Peele, autore che con soli due lungometraggi all’attivo («Scappa – Get Out» e «Noi») è diventato uno dei nomi principali dell’attuale scena a stelle e strisce. Il libro sottolinea bene come in questi film gli stilemi dell’horror siano soltanto un pretesto per parlare di temi più complessi (il razzismo, in primis) che vanno anche a giocare con le aspettative dello spettatore. Il titolo originale di «Noi», «Us», è inoltre un esplicito collegamento con gli United States, la loro storia recente e le loro scelte politiche.

Andrea Chimento ©Il Sole 24 ore 23 giugno 2022

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