La (s)fortuna critica
Parte della critica rimprovera all’ottavo lungometraggio di Ozon un’eccessiva freddezza nei confronti del soggetto e, in alcuni casi, la scarsa “simpatia” che susciterebbe la figura del protagonista1. Un’analisi meno affrettata sembra destituire di fondamento queste osservazioni.
La struttura
Il film è divisibile in due parti: nella prima Romain, fotografo di successo, colto da un malore, scopre di essere malato terminale, cena con i genitori e la sorella Sophie e abbandona il fidanzato Sasha. Incontra Jany, che sembra attratta da lui. Dopo la visita alla nonna paterna (una lunga sequenza, che funge da intermezzo), incontra nuovamente Jany, accompagnata dal marito Bruno. [...]
Tratto da François Ozon n 2/2016