«Avere paura del buio, della notte, di qualcuno che poteva venire, voleva dire non sentirsi soli», spiega l’acchiappatopi in una delle scene iniziali di Le strelle nel fosso (1979), evocando le storie terrificanti raccontate dal vecchio Giove ai figli accanto al focolare, mentre lui stesso si attarda a narrare una storia a una donna senza età alla luce di un falò, in una notte d’estate. Una battuta che sintetizza il senso del perturbante secondo Pupi Avati, costruito sulla parola e sulle tenebre, sull’oscurità e sull’atto del narrare, sia esso racconto orale, per immagini (gli affreschi di La casa dalle finestre [...]
Tratto da Pupi Avati n 10/2019