Di Assassinio al cimitero etrusco (1982) si ignora la fonte primaria. L’Uno, indivisibile, dal quale è discesa la molteplicità del reale. Non è filosofia neoplatonica spicciola, ma un paragone calzante per dire che quel che ci è rimasto e vediamo ha dietro di sé, anzi sopra di sé, qualcosa di più grande. Andò così: all’inizio degli anni Ottanta, quando molti erano convinti che il cinema bis italiano – loro lo chiamavano “di genere”, ovviamente – si sarebbe adattato facilmente alla tv, anche i fratelli Martino sposarono quell’idea, andando dove sembrava andare il business, l’argent, dopo l’avvento dell’era berlusconiana. Pare vi [...]
Tratto da Sergio Martino n 5/2017